Ve li ricordate i meravigliosi pic nic domenicali in stile anni Ottanta? Che nostalgia ragazzi! Thermos di pasta calda con il ragù, plaid, macchine FIAT parcheggiate a bordo strada, seggiole da campeggio risucchia bambini, palloni, quotidiani, zie, nonne e cugini, bambini sudati in canottiera dalla spalla larga e la vera inimitabile e indimenticabile “domenica all’italiana”. Sembra un secolo fa e oggi non ci sono più così spesso i pic nic della domenica, siamo molto più “avanti”: escursioni guidate, abbigliamento tecnico, laboratori e via dicendo, ma una bella passeggiata zainetto in spalla e panino imbottito al seguito non ce la leva nessuno! Domenica così abbiamo deciso: pic nic in Paganella sul sentiero “Acqua e faggi”, a Fai della Paganella una vera e propria immersione nella natura tra il rigoglioso faggeto e lo scorrere delle acque del torrente. Un percorso sensoriale a tutti gli effetti che abbiamo incorniciato, appunto, con un semplice pic nic sul prato (e le orecchie sempre aperte che, ci dicono gli esperti, in questo periodo si risvegliano gli amici orsi dal letargo e vederne uno sarebbe davvero uno spettacolo, ma questa è un’altra storia…).
Come al solito, da veri inesperti del trekking montano quali siamo io e la mia famigliola, abbiamo invertito la direzione del percorso, ma per voi, con un colpo da maestra, la racconterò per il verso giusto in modo che possiate godere appieno del paesaggio e degli allestimenti che lo rendono particolarmente gradevole se percorso in modo corretto. Fino a qualche tempo fa si poteva parcheggiare abbastanza vicino al punto di partenza del sentiero, mentre da quest’estate non si può transitare sulle strade di campagna quindi si deve parcheggiare in paese e raggiungere la partenza di acqua e faggi attraversando parte del sentiero dell’Otto. Al bivio c’è l’indicazione per proseguire per acqua e faggi. A breve verrà messa un’indicazione all’incrocio con il sentiero dei Reti, all’altezza della calcara con la deviazione per acqua e faggi.
Una volta parcheggiato la direzione si semplifica perché il sentiero è segnato e ci sono anche i cartelli esplicativi grazie ai quali non solo scopriamo l’importanza dell’acqua per Fai, ma soprattuto la derivazione del suo nome. Pare infatti che sia proprio per la massiccia presenza di faggi in questa zona che il luogo si chiami “Fai”. Il percorso non è adatto ai passeggini nonostante sia semplice e con un dislivello minimo.
I bambini si sono rilassati a passare sui ponticelli di legno sopra la cascata e la cosa più bella, doppio pic nic ovviamente, quella che per prima hanno raccontato a chi chiedeva della gita, è stata la “torretta sospesa” come l’hanno rinominata loro: una costruzione di legno, nuovissima, una sorta di belvedere a strapiombo, da cui si può ammirare, in tutta la sua bellezza, l’intera piana Rotaliana. Io ho le vertigini quindi per me un pochino off limits, ma è del tutto in sicurezza e davvero spettacolare. Sul percorso abbiamo visto insetti, animaletti (tra cui una bellissima rana che, rientrati, abbiamo persino trovato su un libro) e soprattuto tantissimi scorci naturali scavati dall’acqua del rio, che parte dal paese e si inoltra proprio in questa direzione.
I faggi sono i custodi di questo territorio e si stagliano alti creando un abbraccio naturale che fa vivere il bosco con tutti i sensi, tra cui spiccano vista e olfatto, lontani dalla folla e dal traffico. Ma non mancano le piccole sorprese come la torretta: nel bosco si trova anche una carinissima casetta di legno con tanto di patio, e poi scalette e percorsi con il corrimano di legno, che danno la sensazione di essere un posto curato e bello, da visitare e da vedere.
Il consiglio è andarci con tutta la famiglia, visto che si trova in un luogo poco trafficato, ma con tanto da dare come Fai della Paganella e anche relativamente vicino a Trento e che è un percorso ad anello (ci piacciono sempre così tanto), facile e della durata di circa 45/50 minuti andando con calma. E ricordate: niente passeggini!