Vi siete mai chiesti se ve la sentireste di sfidare la corrente di un fiume a bordo di un gommone? Noi sì, e malgrado l’idea ci solleticasse, per la verità non eravamo del tutto convinte! Ad ogni modo, siccome uno dei nostri motti è “non lasciare mai che la paura ti impedisca di fare qualcosa” abbiamo deciso di lanciarci, o meglio, di immergerci!
Punto di ritrovo è stata la sede di Val Di Fiemme Outdoor, presso la piscina comunale di Cavalese (bella alternativa per una giornata piovosa, ne abbiamo parlato QUI), dove, indossati muta e caschetto siamo salite a bordo del pulmino che ci ha trasportati in pochi minuti sulle rive dell’Avisio.
Qui Marco, uno degli istruttori, ci ha fatto un dettagliato briefing sulla sicurezza e spiegato un po’ di termini tecnici e comandi necessari per poter guidare il gommone. Dalla teoria alla pratica il passo è breve, ma soprattutto implica l’immergersi nelle fredde acque del torrente per poter bagnare la muta e provare il galleggiamento di sicurezza…. Brrrrr! E’ freschetto, ma dovete fidarvi quando vi dicono che poi, con la muta bagnata, si soffre meno il freddo.
E così… passato il freddo, è passata anche la paura: nel giro di pochi minuti abbiamo preso confidenza con pagaia e gommone e ci siamo divertite un sacco!
La discesa, che in totale è di circa 6,5 km, vede un’alternanza di tratti più impegnativi, con salti, piccole rapide e slalom tra i sassi, e tratti più tranquilli, in cui è possibile osservare meglio l’ambiente circostante alla ricerca di animali selvatici come il merlo acquaiolo, i germani, o, se si ha più fortuna, anche qualche cerbiatto che scende al fiume ad abbeverarsi. Noi abbiamo avuto una fortuna inusuale e siamo passati con il nostro gommone a pochi centimetri da una volpe che stava attraversando a nuoto il fiume: stanca e stremata dalla corrente, alla fine la nostra amica è riuscita a risalire l’argine ed è scomparsa nella vegetazione.
Il giorno del nostro passaggio l’acqua era un un po’ torbida a causa delle piogge della notte precedente, ma altrimenti è possibile, ci hanno detto, vedere anche trote, specie optando per il “Nature rafting”, più soft dal punto di vista sportivo ma che vi porterà con un occhio di riguardo in più alla scoperta del torrente Avisio e del suo ricco ecosistema.
Pagaiando e lasciandoci trasportare dalla corrente siamo arrivati alla fine del percorso, poco prima del lago artificiale di Stramentizzo a Molina di Fiemme, dove sono ancora ben evidenti i segni lasciati dall’alluvione e dalla tempesta Vaia del 2018.
Le bambine erano talmente entusiaste che avrebbero volentieri proseguito, ma purtroppo era arrivata l’ora di scendere dal gommone, aiutare i ragazzi a caricarlo sul furgone e rientrare alla base.
Aldo, Federica (che è anche l’autrice di questi scatti, dato che il nostro telefono è rimasto all’asciutto in ufficio!) e Marco sono una squadra giovane, qualificata e simpatica, insomma, sono davvero in gamba e ci sanno fare anche coi bambini!
Per questioni di sicurezza è possibile fare rafting dagli otto anni in su: il giro che abbiamo provato noi è l’Avisio River Classic, adatto anche a chi non ha nessuna esperienza ma vuole provare subito il brivido del rafting! Noi lo consigliamo a chi vuole divertirsi, ma anche avere una prospettiva diversa dal solito, osservando la Val di Fiemme dal basso, invece che dall’alto! Per quanto riguarda i tempi, considerate l’intera mattinata e fidatevi: sarà un’esperienza indimenticabile e che vorrete ripetere al più presto!
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