Author - Silvia

Ecco le foto dello Show del Trentino dei bambini!!!

Sono passate alcune settimane dal giorno dello spettacolo, ma l’entusiasmo ricordando quel bel pomeriggio è rimasto immutato! Ecco a voi le fotografie di Romano Magrone…belle vero? Per vederle bene cliccateci sopra, e per scorrerle una dopo l’altra schiacciate la freccia sulla destra.

La primavera da indossare: magliette carine fai da te

Ecco un altro bel lavoretto realizzato dalla nostra amica Yolina poi suggerimenti per creare in casa una nuvola e un bellissimo cuore da appendere sulla parete (QUI) ecco alcuni consigli pratici su come dipingere delle magliette molto speciali:

“Dopo un lungo inverno fatto di nuvole dentro e fuori è arrivata finalmente la primavera, con tutte le sue bellezze: mi piace mettere via volentieri giacche pesanti, maglioni e stivali e sostituirli con la leggerezza, i colori vivaci e l’allegria della bella stagione. Frugando negli armadi ho trovato una scorta di magliette bianche di mia figlia e mi è venuta subito voglia di renderle belle, originali e uniche. Come? Dipingendole con i colori tessili. Divertimento assicurato!
Prima faccio gli schizzi e decido i motivi da usare: fiori e cuori, tipicamente primaverili. Poi mi scappa un gufo e Sara, invece, decide di disegnare un pesce con occhiali da sole che sta in spiaggia. Beata la fantasia dei bambini!
Per chi volesse provare ecco il procedimento: stendete la maglietta su un piano in modo da lavorare solo sulla parte interessata, sia il davanti o il dietro, fissandola con delle mollette. Io ho usato un tagliere che ho praticamente “vestito” con la maglietta. Ci sono diverse tecniche per dipingere: lo si può fare direttamente con un pennello e colori per tessuti o con pastelli tessili, oppure si può usare la tecnica della stampa come nel mio caso, con un procedimento estremamente semplificata. Per la maglietta a cuori ho usato una patata, che essendo liscia ed elastica è ottima per questo lavoro: ho intagliato un cuore, l’ho spalmato di colore con l’aiuto di un pennello e l’ho appoggiato sulla stoffa, ripetendo l’operazione più volte con colori diversi. Per la maglietta fiorita ho ritagliato tre fiori in gommapiuma, in diverse scale di grandezza, usando poi un colore diverso. L’effetto che si crea con questo tipo di stampa è un po’ diverso. Il disegno risulta meno preciso e leggermente sbiadito.
Dopo qualche ora quando i disegni sono completamente asciutti i colori vanno fissati. La parte dipinta si copre con carta da forno e si stira per 3-4-minuti (o secondo gli istruzioni del colore usato) dopodiché le magliette possono essere lavate tranquillamente a 30°C.  Per rendere il disegno ancora più interessante ho attaccato dei bottoni e elementi, ritagliati da bottiglie di plastica. E devo dire che il mio lavoro è stato molto gradito dai bambini e anche dagli amici a scuola. Sentire “Che brava la tua mamma!” non ha prezzo.

Alla prossima! Yolina 

Scuola montessoriana in Trentino: un importante passo avanti

Il Dipartimento della conoscenza della Provincia di Trento ha confermato l’autorizzazione per lo svolgimento dei corsi a Metodo Montessori sul territorio trentino. Per la prima volta nella nostra provincia insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria potranno scegliere di formarsi alla pedagogia montessoriana, acquisendo un titolo riconosciuto dal MIUR. Inoltre, la formazione sarà garanzia per l’avvio della sperimentazione del Metodo nelle scuole pubbliche trentine che potranno offrire l’approccio Montessori come altra possibilità rispetto a quella esistente sul territorio, rispondendo così ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie che lo richiedono.  Anche di questo si parlerà  domani, venerdì 11 aprile, presso la Sala Rosa della Regione (ore 17,30) con Paola Trabalzini, studiosa del pensiero montessoriano e docente all’Università la “Sapienza” di Roma. Assieme a lei si rifletterà sulle caratteristiche che contraddistinguono una scuola a misura di bambino.

Questo incontro aggiunge un tassello in più al percorso organizzato a Trento da Il Melograno, una città in cui fino allo scorso anno non si era mai realizzata nessuna iniziativa dedicata in maniera specifica a Maria Montessori e alla sua pedagogia. L’Associazione ha così avuto il privilegio di ospitare professionisti di elevata caratura come l’etnopediatra Elena Balsamo, lo scienziato Mario Valle e in occasione del Convegno, realizzato la scorsa primavera  e tanto partecipato da un uditorio interessato e molto vasto, i grandi del pensiero montessoriano come il Prof. Raniero Regni, C. Buttafava grande erede del pensiero montessoriano, operatrici dal Centro Nascita Montessori, G. Honegger Fresco sua ultima allieva ancora vivente. Attraverso iniziative di questo stampo, l’Associazione ha rilevato un elevato interesse generale all’approfondimento di un possibile approccio all’infanzia, ai bisogni educativi e formativi dei bambini diverso dal modello prevalente entrando, in questo modo, in contatto con tante famiglie, dirigenti scolastici, insegnanti, professionisti che a vario livello si trovano a contatto con l’infanzia e che hanno condiviso con “Il Melograno” l’esigenza profonda che anche in Trentino possano sorgere realtà educative e scolastiche montessoriane. Appuntamento quindi a domani, per sapere nei dettagli questa bella novità.

Clown Molletta

Clown Molletta, personaggio eccentrico, magicomico poeta del sorriso, propone spettacoli per bambini e adulti, con numeri emozionanti, divertenti, originali. Vi stupirà cercando di trasportare il fantastico mondo del circo direttamente nei vostri cuori. I grandi torneranno bambini e, voi bambini, riderete!

Il MollettaComicShow è spesso richiesto anche negli alberghi perché con il suo linguaggio è capace di raggiungere qualsiasi tipo di pubblico…italiani e stranieri, adulti e bambini. Oltre a questo Clown Molletta propone animazione ed intrattenimento per compleanni, matrimoni, feste e sagre, ma ha anche una scuola di circo a Riva del Garda, tiene dei corsi presso la scuola di Danza Viva di Mariagrazia Torboli a Rovereto e a Mattarello presso la scuola di danza Movimento di Cinzia Leonardi.

Info e prenotazioni: 📞 339 252 4922

Il calendario delle attività: capiamo il tempo assieme

Spiegare la concezione del tempo a un bambino di 2, 3 o 4 anni non è un’impresa facile. Beata innocenza, i piccoli sembrano vivere in una bolla fatata, dove non esistono orologi, minuti contati e corse contro il tempo. Per loro “domani” è fra 5 minuti o fra una settimana: quando dico al mio treenne “ancora 5 minuti” mi risponde “Wow, mamma, così tanti?” per loro non esistono i giorni della settimana, mesi o anni. Il passare del tempo è più legato alle attività, al fare: “Ora faccio la nanna, poi merenda, poi piscina, poi cena…”. Per questo cercavo qualcosa che mi aiutasse a spiegare come funziona il fluire del tempo, dei giorni, delle stagioni e degli anni, per evitare anche discussioni senza fine del tipo “oggi è il mio compleanno?”…no amore mio siamo a febbraio ci vogliono ancora 3 mesi…”allora domani è il mio compleanno”…no amore sei nato a maggio. E poi si sa i bambini amano i rituali sempre uguali, che scandiscono le loro giornate e le abitudini li fanno sentire sicuri.
Per questo ho cercato di raffigurare, su di un pannello di feltro, un calendario con i giorni della settimana e le varie attività previste, come andare alla materna, in piscina, in biblioteca, al parco. E sabato e domenica a casa con mamma e papà. Lungo il bordo ho messo i giorni del mese, con una mollettina di legno da spostare giorno per giorno. A destra ho pensato di definire i mesi, distinguendoli in base alle 4 stagioni, in modo che fosse più semplice raffigurare i 12 mesi in base al clima (anche se ultimamente devo dire che ho visto 24 gradi a novembre e nevicare a giugno…ma mi auguro siano rare eccezioni). Ho inserito anche il tempo climatico con sole, nuvole, pioggia e saette. Infine in alto ho personalizzato il calendario raffigurando le mie due pesti.
Una volta appeso il pannello, i bimbi sono subito corsi a staccare ed attaccare le varie attività sui giorni della settimana e piano piano hanno iniziato a prendere confidenza con mesi e stagioni. Ora non rimane che insegnare loro la filastrocca: 30 giorni ha novembre, con aprile, giugno e settembre, di 28 ce n’è uno tutti gli altri ne han 31.

Trovate questo ed altri articoli scritti da Silvia Sasso sul suo blog 1-2-3-MaRaMeo, e chi è interessato alla pedagogia montessoriana può iscriversi al gruppo Facebook Aiutami a fare da solo – Montessori in Trentino.

Amico Micro: giochiamo con il diabete

“E ora?” Ricordo perfettamente la faccia di Samuel quando siamo arrivati a pagina 48 di Dolce Amore. Ci alternavamo nella lettura, perché è un libro tanto agile e scorrevole quanto pieno di informazioni nuove ed emozioni dense.  Samuel si soffermava ogni tanto sui disegni, quelli con le lacrime e con le punturine, poi osservava attentamente le fotografie, rassicurato dai sorrisi e dalla quotidianità di Alessio. A pag. 48 il libro finiva così: “Oggi la mamma mi ha detto una cosa: “Domani mettiamo il microinfusore e non dovrai più fare le punturine”. Sono così contento! Non vedo l’ora che sia domani!”. Amico Micro (sempre Edizioni Erickson) riparte proprio da lì: dall’arrivo  del microinfusore. E’ un libro fatto di filastrocche, di giochi, di disegni da colorare. E’ un libro utile ai bambini con questa patologia, per familiarizzare con le costanti attenzioni e i comportamenti che essa impone, ma lo consiglio anche a tutti i genitori che abbiano a cuore la sensibilità  dei propri figli. Perché Guendalina L’insulina, Amico Micro, lancia la Bilancia, Salvatore il Sensore, Svitato lo Scienziato li aiuteranno a porsi in maniera “neutra” nei confronti dei bambini con il diabete di tipo 1 e più in generale di chiunque abbia difficoltà fisiche, psicologiche, relazionali. Samuel sarà contento di leggere la prosecuzione. E gli racconterò anche di Silvia, autrice del libro e mamma di Alessio, che negli otto mesi trascorsi dal nostro primo incontro ha continuato a combattere con la sua ferma dolcezza per la normalità che questo bambino merita. Compreso un lungo viaggio estivo in Inghilterra con tutta la famiglia, che ho seguito silenziosamente  – ma attentamente – via Facebook, fatto di tanti incontri, tanti amici, tanti sorrisi.

Concludo questo post con le sue parole, scritte nella prefazione: “Io desidero quello che la maggior parte dei genitori desidera per i propri figli. Ma io VOGLIO  anche qualcosa di più. Io VOGLIO scontrarmi con l’ignoranza delle persone, con la superficialità, con la cattiveria di chi non conosce e non conoscendo giudica, con chi dispensa sempre consigli e non ne approfitta mai per tacere, con chi generalizza, con chi “la fa facile”, con tutto quello che non va. (…) Io VOGLIO per lui un contesto intelligente, sensibile, consapevole, accogliente. (…) Io VOGLIO che venga trovata la cura per il diabete mellito di tipo 1. E nel frattempo VOGLIO che mio figlio abbia il meglio che esiste al mondo per gestire la sua patologia nel migliore dei modi”. Lo VOGLIAMO anche noi.

Per avere il libro Amico Micro potete contattare Silvia via mail: silviapurpuri@yahoo.it, oppure tramite la pagina CONTATTI del suo blog La nostra vita con il diabete. Parte dei proventi dell’autrice sarà destinata al Diabetes Research Institute dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Moby Dick: l’amore per i libri non è in via d’estinzione

Ci sono dei posti che sanno di buono. Che appena ci metti piede ti senti bene. Non sono tanti, di questi tempi. Purtroppo. Eppure ce ne sono, ed è nostra cura raccontarli. La mia nuova scoperta si chiama Moby Dick ed è una libreria piccolina che si trova a Caldonazzo (via Roma, 8, 📞 0461 718164), gestita da Pino Loperfido – scrittore e giornalista – e da sua moglie Rita. Una scoperta, ma non una sorpresa per me, che conosco Pino da qualche anno. Burbero più per piacere che per dovere, ogni volta che parla di questa sua creatura cambia espressione. Segno inequivocabile di un amore corrisposto. E dopo averla visitata ho capito il perché.

Pino, come è nata l’idea di realizzare libreria in un un piccolo paese come Caldonazzo?
Si è trattato del punto di arrivo di un percorso passionale legato ai libri, cominciato durante l’adolescenza. L’idea di aprire una libreria è romantica e maledettamente in contrasto con gli stigmi dell’epoca che stiamo vivendo che è veloce, distratta e superficiale. I libri invece predicano tutt’altro. E oltre a predicare, sanno anche razzolare…

Perché l’avete chiamata Moby Dick?
Cercavamo un nome che andasse bene per grandi e per piccini. Ma oltre a richiamare uno dei libri più importanti della storia letteraria, Moby Dick è una balena e una balena è un simbolo molto importante. Il rischio di estinzione, ma anche la tenacia, la forza nell’inseguire un obbiettivo e, alla fine, raggiungerlo…

Molto spazio è dedicato ai bambini. Con che criterio selezionate libri e giochi?
La selezione è molto attenta e basata sul valore educativo delle storie e dei giocattoli, ma anche sulla qualità delle illustrazioni. Proporre giocattoli in legno e passatempi di una volta vuol dire anche volgere lo sguardo alla tradizione e ai valori che la modernità sta tentando impunemente di scipparci.

In questi anni siete diventati una risorsa preziosa per il territorio, tant’è che i clienti vengono da tutta la Valsugana e non solo. Qual è la chiave di questo successo?
Probabilmente il non cercare il guadagno facile. Il nostro negozio ha altri scopi e la gente lo ha capito. Sono tanti quelli che vengono da noi solo per farsi una sana chiacchierata su un autore o su un illustratore, scambiare i pareri su un saggio politico. E i tanti incontri che facciamo sono una delle cose più belle che ti regala questa attività. Il libraio che consiglia un libro è una figura in via di estinzione. Proprio come le balene.

Come vivono i tuoi tre figli quest’esperienza della libreria “in casa” e qual è il loro rapporto con i libri?

I miei figli sono molto felici di questa esperienza. Il più grande già ci lavora, di tanto in tanto. Nelle nostra famiglia il libro è al centro da sempre. Un oggetto dal quale è molto difficile prescindere, un compagno di viaggio capace di accompagnarti per tutto il corso dell’esistenza. I libri ci parlano di noi, ci dicono cose che talvolta nemmeno noi sapevamo.
Nel 2011 hai dato vita al Trentino Book Festival. A giugno si terrà la quarta edizione. Ci dai qualche anticipazione sul programma dedicato ai bambini?
Il Trentino Book Festival Junior è una parte fondamentale della tre giorni di Caldonazzo. Quest’anno si terrà dal 13 al 15 giugno. I bambini possono prepararsi perché per loro abbiamo preparato un menu ricchissimo e allettante. Faccio solo due nomi, tanto per gradire, Geronimo e Tea… Vi ricordano qualcosa?

 

I bambini e l’amore

L’amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno, senza volere che l’altro le dia a te. (Gianluca, 6 anni)

Quando nonna aveva l’artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l’artrite pure lui. Questo è l’amore. (Rebecca, 8 anni)

L’amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)

L’amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)

L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)

L’amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)

L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)

L’amore è quando una donna vecchia e un uomo vecchio sono ancora amici anche se si conoscono bene. (Tommaso, 6 anni)

L’amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)

L’amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)

Non bisogna mai dire “Ti amo” se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni).

Queste sono frasi sull’amore pensate da alcuni bambini e trovate su internet, a cui aggiungiamo quella di Timothy che ha appena detto a mamma Manuela: “Che bella la festa degli ANIMORATI! L’amore è una cosa bella che viene dal cuore”.

Il mio primo amore si chiamava Mattia, era bellissimo ed è stato il mio unico pensiero dalla prima alla quinta elementare, senza essere minimamente contraccambiata. Di quegli anni ricordo che è a causa sua che sono diventata milanista; che ho ancora nel portafogli un medaglione di carta disegnato da lui; che amava Sara, la mia migliore amica, la cosa peggiore che potesse capitare; che l’unico momento in cui il mio sentimento ha vacillato è stato in quarta elementare, quando mi han detto che quando si ama ci si bacia attorcigliando una lingua con l’altra e che poi bisogna fare un bambino…questione dolorosissima, perché dove passa un limone deve passare un melone (giuro, parole esatte! Non sapevo neanche da dove dovesse passare il melone, ma mi sembrava una metafora sufficientemente tremenda) . E voi, cosa ricordate dell’amore e di quando eravate piccoli?

Il Club delle matrigne

“Se adesso mi faccio male vedrai quanto si arrabbia con te papà”: è stato questo il tuo benvenuto, in piedi sulla vasca da bagno, pronto per saltare giù. Avevi cinque anni ed il futuro era un grande punto interrogativo. Ma amavo il tuo papà ed il rosso era il nostro colore preferito, adoravamo il pollo con le patatine fritte e la maionese ed avevamo entrambi una curiosa riga sul naso che compariva ogni tanto, senza un perché. Mi sembrava una buona base di partenza.

Incontrare una persona separata con un figlio apre una voragine di pensieri inattesi. Perché è equilibrismo allo stato puro ed il rapporto incredibilmente denso che avevi – e hai tuttora – con il tuo papà mi faceva una gran paura. C’è stato poi un vestito estivo stropicciato a forza di averti in braccio; il complimento più bello che abbia mai ricevuto in tutta la mia vita; le tue manine fumanti in inverno che si allungano verso le mie, mentre dici con un tono fintamente sdegnato: “Dammi qua che te le scaldo”. E ho capito che non c’era niente da avere paura. Perché l’amore non si divide, ma si moltiplica.

Sei un compagno d’avventura speciale, capace di sciogliere con semplicità le questioni più complicate. Come quando hai risposto ad uno sconosciuto che mi cercava al cellulare: “Aspetta che te la passo. Chi sono io? Un suo grande amico”. Per me – che ho passato anni a chiarire, a precisare, a giustificare, a trovare le definizioni corrette per non urtare la sensibilità di nessuno – è stato sorprendente. Ed è stato proprio quando ho smesso di pensare, che è stato possibile sentire. E’ stato quando ho smesso di vedere se mi davi un bacio oppure no prima di andare, che non ne hai più dimenticato nemmeno uno. E’ stato da quando ho smesso di temere il tuo giudizio – perché è vero che siamo amici, ma è anche compito mio darti delle indicazioni – che te ne esci con frasi capaci di far fare al mio cuore mille capriole.

Perché scrivere questo post? Perché oggi compi dieci anni ed è bello vederti diventare grande. Perché vorrei che chi si trova in una situazione simile alla mia – o magari più difficile, perché non tutti sono fortunati come lo sono stata io – sapesse che c’è sempre un momento in cui la vita restituisce l’amore dato. Con gli interessi. E perché vorrei dire a chi ancora se ne esce con un “mi dispiace, non lo sapevo” – quando spiego che non sei mio figlio – che non c’è niente di cui dispiacersi. Perché l’amore di un bambino nei confronti dei propri genitori è praticamente scontato. Il nostro invece l’abbiamo costruito insieme pezzetto per pezzetto. Con qualche fatica e tante risate.

A tutte le mie colleghe “matrigne” (già, perché la nostra bella lingua italiana non ha saputo ancora inventare un altro termine) consiglio di leggere questo meraviglioso blog, “dedicato a tutte le donne che hanno scelto compagni o mariti di seconda mano, con figli avuti da altre. Donne che hanno difficoltà a interpretare  il loro ruolo, soprattutto perché il loro ruolo, oggi, non esiste. Non è codificato, è poco trattato, anzi maltrattato. Il suo nome, in tutte le lingue, suona dispregiativo. La casistica delle matrigne va da Grimilde  in giù, tutte figure decisamente poco edificanti. E totalmente lontane dalla realtà. E allora, avviciniamoci, tutte insieme, e parliamone.”

Silvia

Libera-Mente Associazione Genitori Montessori Trento

Siamo un gruppo di famiglie che insieme sogna per i propri figli e per tutti i bambini un’educazione Montessori. Vorremmo che ai bambini fosse rivolto uno sguardo diverso, rispettoso delle loro differenze, capace di trasmettere l’incanto della conoscenza e di educare alla pace. Per questo promuoviamo seminari, conferenze e eventi che possano contribuire a promuovere il pensiero di Maria Montessori, ma non solo, e soprattutto lavoriamo perché a Trento si diffondano il più possibile esperienze educative montessoriane.

Maggiori informazioni QUI

📧 info@montessoritrento.org