Author - Silvia

Centro Aperto Ca’ del Nemoler

Quale risorsa del Servizio Sociale della Comunità Alto Garda e Ledro, il Centro Aperto Ca’ del Nemoler ha l’obiettivo principale di offrire un luogo di socialità e di incontro; uno spazio socio-educativo in cui costruire relazioni significative tra minori, famiglie, generazioni e servizi.

È attivato dall’A.P.S.P. Casa Mia, in collaborazione con i Comuni, gli Istituti Comprensivi e gli enti/le associazioni del territorio.

Per bambini che frequentano la scuola primaria laboratori creativi, manuali e di falegnameria Attività ludico-ricreativa

Per i ragazzi che frequentano la scuola media spazio studio dedicato; proposte ludico-ricreative; attività sportive e laboratori manuali; uscite sul territorio.

Per ragazzi, genitori e adulti percorsi formativi su misura per genitori e ragazzi.

A.P.S.P. Casa Mia Centro Aperto Ca’ del Nemoler – vicolo Termine 16,

Da ottobre a maggio dal lunedì al venerdì in pomeriggi differenziati.

http://www.casamiariva.it/content/centri-aperti

mail: centroaperto.dro@casamiariva.it

Centro Aperto Kaleidos

Quale risorsa del Servizio Sociale della Comunità Alto Garda e Ledro, il Centro Aperto Kaleidos ha l’obiettivo principale di offrire un luogo di socialità e di incontro; uno spazio socio-educativo in cui costruire relazioni significative tra minori, famiglie, generazioni e servizi.

È attivato dall’A.P.S.P. Casa Mia, in collaborazione con i Comuni, gli Istituti Comprensivi e gli enti/le associazioni del territorio.

Per bambini che frequentano la Scuola Primaria

Laboratori creativi e manuali; attività ludico-ricreativa; partecipazione ad iniziative sul territorio

Per i ragazzi che frequentano la Scuola Media

Spazio studio dedicato; proposte ludico-ricreative; attività sportiva e laboratori manuali; partecipazione ad iniziative sul territorio

Per famiglie

Percorsi ed iniziative per famiglie e genitori

A.P.S.P. Casa Mia · Centro Aperto Kaleidos

Via Chiassi, Bezzecca | Via Don Sartori, Molina

Da ottobre a maggio · dal lunedì al venerdì in pomeriggi differenziati

http://www.casamiariva.it/content/centri-aperti

mail: centroaperto.kaleidos@casamiariva.it

Zootropolis: un film delizioso

Zootropolis è un film che piace subito, al motto di “Ognuno è libero di diventare quel che vuole”. E’ la storia di Judy, che abbandona la campagna dove sarebbe destinata a vendere carote per tutta la vita per diventare la prima coniglia poliziotta. Ma la vita nella metropoli, dove convivono serenamente tutte le specie animali, si rivela più difficile del previsto, anche se non le impedirà di risolvere il più importante caso criminale della città.

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Sono 5 i motivi per cui vi consiglio di non perdere questo film:

  • perché l’umorismo continuo e raffinato (l’incontro con il bradipo, l’entrata nel regno dei nudisti,… ) vi farà ridere e sorridere in continuazione. E’ da ieri sera che Samuel rifà il verso a tutte le battute più carine, segno inequivocabile che è una pellicola che gli è entrata nel cuore
  • perché si parla di convivenza, rispetto, lotta i pregiudizi. Un coniglio non è per forza pauroso e una volpe non è per forza perfida. “Se si impara a stare insieme, diventiamo tutti delle persone migliori”: quale migliore insegnamento di questi tempi?
  • perché seguendo la trama si capisce che siamo facilmente manovrabili da chi ci instilla quotidianamente la paura. Non facciamoci fregare: la realtà è migliore di quello che ci viene descritto dai giornali e dalla tv.
  • perché “il mondo ha bisogno di bravi poliziotti”, e noi che abbiamo la fortuna di avere in casa “un bravo poliziotto” abbiamo rivisto in Jude tutta la fatica ed il coraggio che quotidianamente viene messa in atto dalle forze dell’ordine. Niente eroi, ma persone che hanno a cuore la città e le persone
  • perché questa è una storia di piccoli e grandi cambiamenti, della goccia che muove l’oceano, del “mi metto in gioco perché  è questo il mio dovere, il senso della mia esistenza”. Senza timori, senza vergogna. Ci può essere un filo conduttore migliore?

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Noi lo consigliano dai 5 anni in su. QUI la programmazione di tutti i film per bambini in Trentino.

 

Scambio d’Autore, la nuova libreria a Trento Sud

Lo sapevate che al Big Center, proprio accanto alla Coop Superstore, c’è un negozio di libri che è proprio una piccola meraviglia? Si chiama “Scambio d’Autore” e a noi già mi sembrava carino perché organizzano un sacco di laboratori interessanti sia per bambini che per adulti (vi consiglio di consultare la loro pagina Facebook per avere tutte le informazioni aggiornate) ma, dopo essere andata a vederlo ieri pomeriggio con Gaia e Samuel posso dire con sicurezza che mi piace ancora di più.

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Questo è un negozio amico dell’ambiente, infatti al suo interno si possono trovare solo libri di seconda mano, l’idea è proprio quella di stimolare la lettura, infatti qui vengono donati i libri che non si leggono e è possibile acquistarne altri per un prezzo praticamente simbolico (per dire noi con 9 euro siamo tornati a casa con 3 libri: un romanzo per me, uno per Gaia -che come ho già detto si sta rivelando una lettrice compulsiva quasi come me – e un libretto per Samuel). 12743920_541827109310687_7850565823988660373_n

Le titolari, Virginie e Monica, sono molto simpatiche e disponibili e, cosa importantissima, è presente un angolo per i più piccoli con libretti posizionati alla loro altezza, tavolino, seggioline, colori e libretti per giocare.

Visto che leggere è soprattutto relax, non poteva mancare l’angolo con le poltroncine e le tisane da gustare. Quale modo migliore per cominciare un nuovo libro e calarsi immediatamente nella storia?

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Considerata la mia passione per i libri (e in particolare per i libri usati) questa libreria non più che entrare di prepotenza tra i miei posti preferiti. Ci tornerò di sicuro, se non altro perché in aprile verrà organizzato un corso di scrittura creativa che mi ispira davvero un sacco!

Prossimi laboratori pasquali: la gallinella con sorpresa e il coniglietto golosetto.

Bimbincerchio

BIMBINCERCHIO propone il teatro come un autentico spazio di crescita nel quale poter esplorare e sperimentare in modo divertente e spontaneo sé stessi, gli altri, l’ambiente e la relazione tra tutte queste realtà della vita.

Vogliamo offrire al bambino l’occasione di “mettersi in gioco” in un ambiente sicuro e protetto ma al tempo stesso stimolante e coinvolgente, nel quale possa sperimentare la sua infinita possibilità di libera espressione di sé, il valore della presenza consapevole nel momento presente, la bellezza della relazione con gli altri, il piacere di comunicare e di ascoltare, di essere singoli e contemporaneamente gruppo e l’abilità di tenere l’attenzione.

Principali obiettivi del laboratorio:

  1. acquisire piena consapevolezza del proprio corpo, così come del tempo e dello spazio nel quale il corpo si muove;
  2. esplorare ed esprimere le proprie emozioni e nel contempo riconoscere ed accogliere le emozioni degli altri;
  3. sperimentare se stessi in forme e ruoli diversi, permettendo agli altri di fare lo stesso;
  4. rafforzare la fiducia nella propria potenzialità espressiva;
  5. sperimentare il piacere di una relazione con gli altri basata sul rispetto e la fiducia, sull’accettazione dell’altro e di se stessi così come sulla corretta comunicazione e sull’ascolto.

ORARIO:
Mercoledì, 16.30 – 18.00.
Prima lezione: 2 marzo 2016.
Il laboratorio si sviluppa in 10 incontri, più uno spettacolo-saggio finale (data da definirsi).

SEDE:
Le prime lezioni si svolgeranno a Rovereto, presso la sede di DiDanza, in via Monte Corno 24.
La sede è passibile di variazione, ma sempre in centro città.

CONDUTTORI:
Alessia Bonini: consulente e formatore in tematiche della famiglia, docente, ricercatrice e terapeuta presso Centro Studi il Cerchio
Paolo Rocchetti: medico, ricercatore e conduttore di corsi di studio nel campo del benessere, della crescita personale e delle abilità umane.
Alex Franchini: fondatore della Compagnia dell’Attimo, attore e regista, critico teatrale.
Gioia Zani: attrice amatoriale, autrice e regista di spettacoli per bambini, mamma.

COSTI:
Il costo dell’intero laboratorio, inclusa la quota saggio, è di €200,00 per bambino.

CONTATTI:
Per maggiori informazioni sul corso:
Gioia 335.8428320
Alessia: 333.5239396
bimbincerchio@gmail.com

Io amo i fiori petalosi! E tu?

Mobilitazione in rete: il piccolo Matteo ha ottenuto il benestare niente meno che dall’accademia della Crusca: se Petaloso, verrà usato e compreso da tantissime persone entrerà di diritto nella lingua italiana e quindi nel vocabolario corrente.

In questi giorni quindi la rete è un tripudio di petali e fiori, sarà che la parola piace, sarà che Matteo ispira subito simpatia, sarà che c’è una gran voglia di primavera, sarà quel che sarà poco importa, la cosa importante è che sono bastate una manciata di ore e “petaloso” è diventato in termine di uso comune. 

E a voi quante volte vi è capitato di correggere vostro figlio perché usava una parola inventata? Magari stava solo precedendo i tempi, forse un domani, quella parola che vi ha fatto tanto ridere, entrerà nel linguaggio comune e poi nel vocabolario!

Gaia una volta ha detto, riferita alla nostra gatta “Rey non la smette di fusare” chissà che un giorno anche altre persone non si rendano conto che fusare è più immediato di “fare le fusa” noi aspettiamo, e intanto, per non sbagliare ogni tanto lo buttiamo li in qualche frase!

Già, perché la lingua italiana è in continua evoluzione alcune parole troppo arcaiche vengono accantonate, non sentirete mai qualcuno dire ad esempio “Il fato è stato così magnanimo con me che mi ha omaggiato di una straordinaria facondia che mi permette di favellare con garbo in ogni contingenza!” Altre invece entrano di prepotenza nella quotidianità perché sono talmente belle da farti pensare “ma come ho fatto finora senza?

Per questo potrebbe capitare di sentirmi dire una cosa del genere “per la festa della donna regalatemi un fiore petaloso; le mimose mi mettono tristezza!” Anzi no, magari fiori a me non regalateli che come li spetalo io nessuno mai!

E’ proprio in caso di dirlo, le parole per crescere, devono essere innaffiate come i fiori. e mai come in questo caso, visto che il termine “petaloso” si riferisce proprio ai fiori, il paragone è mai stato più azzeccato.

E voi? I vostri figli hanno mai usato parole che vi hanno fatto pensare “che peccato che questa parola non esista davvero!

 

Mamma… mi scappa la pipì!

Come ormai è stato ampiamente dimostrato amo viaggiare, stare fuori casa, esplorare, far scoprire posti nuovi ai miei bambini, vedere il cielo da diverse angolazioni, scoprire diversi modi di vivere, assaggiare nuovi piatti, sdraiarmi al sole… si insomma avete capito cosa intendo: adoro prendere la macchina e via.

C’è solo un aspetto dello stare fuori casa che mi crea disagio: il bagno. Sono sempre stata particolarmente difficile sull’argomento, ma da quando sono diventata mamma il problema si è amplificato raggiungendo dimensioni incommensurabili. Avete presente no? La fatidica frase “mi scappa la pipì” così temuta che Pippo Franco ha anche deciso di dedicarle una canzone. 4 parole che sono in grado in insinuare un puro, semplice, profondo terrore in ogni genitore!

A tua figlia, una delle cose prime cose che cercherai di insegnarle quando siete fuori casa, sarà la “santa tecnica, tramandata da generazione in generazione, della pipì in equilibrio“. Presente no? Gambe leggermente piegate chiappe in fuori baricentro basso, cosce ad un’altezza tale che permettano di non entrare in contatto in nessun caso con la tazza, carta igienica a portata di mano e tutto il repertorio.

Il problema è che non arrivi neanche a dire “non toccare niente, braccia in alto e respira il minimo indispensabile per non soffocare” che lei è già seduta con i pantaloni calati talmente in basso che i lacci sfiorano la terra, accovacciata come sul bagno di casa con le mani che si tengono alla seduta. Quelli sono momenti di panico perché se sai che i pantaloni potresti incenerirli senza rimpianti nel più vicino depuratore la stessa cosa non potrai fare con le mani e le gambette di tua figlia. L’unica soluzione è cercare di disinfettare molto bene gli arti con acqua e sapone nel lavandino del bagno pubblico. Solo che non c’è né acqua calda né sapone e nemmeno salviette per asciugare. Ed è inverno.

Una delle principali cose che una mamma impara frequentando i bagni pubblici è che le tazze sono posizionate ad un’altezza tale che solo il figlio del GGG (il Grande Gigante Gentile) potrebbero arrivarci senza l’ausilio di una scala. Cosa che azzera pure il vantaggio della “pipì in piedi” dei maschietti.

Il mondo della pipì fuori casa con i bambini è ricco di insidie e per affrontarle al meglio è doveroso conoscerle. Ecco quindi alcune cose che una neo mamma farebbe bene a tenere a mente: 

  • Ad un bambino scapperà la pipì sempre, immancabilmente quando si sta per uscire di casa, possibilmente in inverno quando è vestito sotto la tuta da neve 4 strati di vestiti. Si può arginare il problema domandando in anticipo se deve andare in bagno, ma non sempre funziona. Perché? Approfondiamo l’argomento nel prossimo punto;
  • Un bambino ti avvertirà che gli scappa la pipì nell’esatto momento in cui è troppo tardi per cercare un qualsiasi posto in cui farla con discrezione ed intimità. Se si trova in piazza Duomo nel pieno di una manifestazione, con le telecamere puntate nella sua direzione, sarà in quel momento che se ne uscirà con la frase “mamma devo fare pipì. Immediatamente.” Perché, e qui si arriva direttamente al punto 3;
  • Un bambino ha due modalità “non mi scappa la pipì” o “mi scappa la pipì con urgenza”.  Non funziona come una bottiglia che si riempie piano piano. E’ più una cosa del genere interruttore della luce: spento o acceso.

Per tutti questi motivi vi ritroverete a rimpiangere il “tempo del pannolino” e vi chiederete come mai avevate tanta fretta di toglierglielo.

Una casa a misura di bambino, oggi si può!

Come deve essere una casa per essere a misura di bambino? A volte bastano pochi accorgimenti per rendere uno spazio adatto ad accogliere (e stimolare) i più piccoli, ma spesso, senza l’aiuto di personale esperto, è facile perdere la via e non sapere da che parte muoversi.

Proprio per venire incontro alle esigenze di quei genitori che “vorrebbero ma non sanno come” che vengono proposti questi incontri formativi/informativi all’interno degli appartamenti delle persone interessate.

Mi spiega Daniela Scandurra, presidente di Melograno Trento “L’idea di creare un servizio che aiuti a concepire spazi a misura di bambino è stata la naturale conseguenza delle tante richieste che ci arrivavano in sede. Abbiamo provato a proporre incontri comuni ma ci siamo accorti che le esigenze di ognuno sono così diverse che era impossibile parlarne in modo generale. Quindi abbiamo creato questo servizio di home-visiting che prevede alcune visite da parte di un esperto montessoriano in casa, con l’obiettivo di affiancare i genitori per promuovere la loro capacità di prendersi cura del proprio bambino attraverso l’organizzazione dell’ambiente quotidiano.”

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Già in poche parole Daniela mi spalanca un mondo: tutti noi possiamo dar vita a piccoli accorgimenti assolutamente banali… una volta che qualcuno te li fa notare. Come ad esempio mettere una brocca con un bicchiere su un tavolino basso, in modo che un bambino possa servirsi da solo tutte le volte che ha sete, senza dover richiedere sempre l’intervento di un adulto.

Il mio più grande dubbio è “anche una casa piccola può diventare una casa a misura di bambino?” così le sottopongo le mie perplessità.  Vengo subito rassicurata “non importa quanto sia grande una casa, l’importante è che in ogni ambiente venga soddisfatto il suo bisogno di muoversi, esplorare e scoprire.”

Una casa a misura di bambino è una casa in cui viene stimolato il suo bisogno di indipendenza e in cui ogni cosa ha il suo posto perché come ci insegna Maria Montessori l’ordine esterno aiuta a mantenere anche un ordine interno.

Ma come si svolgono questi incontri? Prima di tutto il progetto è suddiviso in 3 momenti ben distinti.

  • Nel primo c’è l’osservazione della casa e della famiglia, si raccolgono esigenze e bisogni e si valutano le possibili mosse;
  • nel secondo incontro ci si presenta con una proposta concreta di riorganizzazione della casa e se ne discute con la famiglia;
  • nell’ultimo incontro, a distanza di qualche tempo si verifica quanto è stato fatto.

Daniela ci tiene a specificare che vengono sempre dati consigli e che al genitore rimane la più totale libertà di movimento, perché, come ognuno di noi sa benissimo, ogni situazione è a sè e le soluzioni vanno adeguate alle più diverse esigenze familiari e personali.

Un servizio davvero utile, consigliato soprattutto a tutti i genitori di bambini fino a 6 anni; il periodo dei grandi cambiamenti in ogni famiglia!

Per maggiori informazioni: 3404861156.

Per la foto in copertina si ringrazia Joice Preira, la foto l’ha fatta lei alla sua bimba nella sua cameretta. A me è piaciuta tantissimo!

Parto in casa: la parola ad un papà!

Abbiamo parlato di parto in casa. Abbiamo raccontato cosa significa e cosa comporta intervistando un’ostetrica che da oltre 30 anni i parti in casa li segue e abbiamo chiesto ad una mamma di raccontarci la sua emozionante esperienza. Ci sarebbe da pensare che sul parto in casa non si sia più niente da dire! Invece no! Quando un bambino nasce all’interno delle mura domestiche anche il papà diventa parte attiva di tutto il processo, non è più solo uno spettatore il cui unico compito è detergere la fronte della neo mamma. Qui il papà diventa protagonista insieme a tutta la sua famiglia.

Impossibile rimanere indifferenti alla sua testimonianza, ecco il suo racconto.

“La scelta del parto in casa per Caterina, la nostra seconda figlia è stata quasi naturale. Mia moglie aveva espresso il desiderio di farlo anche con la nostra prima figlia, ma allora la cosa mi spaventava parecchio. Ma poi, vista l’esperienza piuttosto brutta del primo parto in ospedale e dopo aver approfondito e letto vari articoli sul tema, mi sono convinto anch’io che il parto il casa era la scelta migliore per la nostra famiglia.

La gravidanza non è una malattia, non c’è nulla di patologico che richieda necessariamente l’ospedale. Anzi, in situazioni normali e fisiologiche l’ambiente ospedaliero crea più danni che altro. Non solo per questioni di igiene (è molto più facile prendersi infezioni in ospedale che nel proprio ambiente domestico), ma soprattutto per quel clima di raccoglimento e di intimità che il parto richiede e che l’ospedale, per sua natura, non può fornire ( e spesso distrugge).

Nei giorni precedenti, abbiamo quindi immaginato quale poteva essere la stanza più adatta e preparato tutte le cose necessarie: asciugamani, candele, musica... e anche questo è stato davvero un bel modo di prepararsi al parto. Più coinvolgente anche per me visto che nel parto, per quanto ci si possa immedesimare, per il papà è davvero tutta un’altra cosa.

C’è una asimmetria enorme, una distanza incolmabile rispetto a quanto vive la mamma. Questa distanza rimane sempre, è costitutiva, ma in casa si crea un’intimità diversa, molto più intensa, più calda, più viva. C’è un coinvolgimento che l’ospedale non crea. E poi fare colazione dopo poche ore, pranzare tutti assieme… godersi tutti i momenti fin da subito, senza dover pensare a valigie, trasferimenti, viaggi in macchina, ecc. Probabilmente non c’è cosa più bella al mondo che un parto in casa. La vita che nasce in un ambente caldo, intimo, nell’ambiente che conosci meglio, in cui sei più rilassato e a tuo agio. E che potrai ricordare per sempre, associando al ricordo un ambiente reale, un profumo, un colore, una musica… uno spazio che vivi tutti i giorni.”

Un bel pomeriggio ai Bindesi!

Ma chi lo avrebbe mai immaginato che dalla Roccia a Villazzano, il locale in cui ho passato interminabili serate intorno ai vent’anni, partiva una bella e semplice passeggiata che porta in uno splendido prato con tantissimi tavolini perfetti per picnic di mezza stagione? 

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La passeggiata, completamente esposta a sud quindi in pieno sole, parte dal Ristorante Rosa Alpina (a Villazzano) e si dirama per un’oretta su un sentiero sterrato (adatto forse passeggini da trekking) in mezzo alla natura. Io e Samuel ci siamo andati con Giorgia (che ringrazio anche per le foto) e il suo piccolo Nathan e mentre i bambini correvano felici davanti a noi (niente macchine quindi una strada assolutamente sicura) noi ne abbiamo approfittato per chiacchierare con calma godendoci una giornata quasi primaverile.

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La passeggiata parte in salita per poi continuare con una leggera pendenza, il panorama da li è magnifico. Fermarsi per qualche minuto a contemplare il panorama è doveroso!

 

Dopo circa un’ora si arriva al grande prato dei Bindesi, una grande distesa verde disseminata da grandi massi (testimonianza degli antichi trascorsi geologici che hanno modellato la Marzola) su cui i bambini si sono divertiti ad arrampicarsi per giocare ai pirati. Proseguendo si può percorrere il Sentiero degli aquiloni di cui vi avevamo parlato qui.