Author - Manuela

Castelli, cervi, lupi e orchi: una Valsugana inaspettata!

Quando si dice una gita a 360 gradi per trascorrere una giornata bellissima unendo cultura, buon cibo e natura! Abbiamo deciso al volo di fare una gita diversa dal solito, spostandoci verso il sud del nostro Trentino e abbiamo pensato che, sentendone spesso parlare bene, sarebbe stato carino visitare Castel Ivano, situato nell’omonimo paese (Ivano Fracena), nei pressi di Ospedaletto. All’inizio i bimbi non erano convinti della sola visita al castello ma io ero sicura che avremmo trovato un luogo bellissimo e che lo sarebbe stato anche per loro, soprattutto perché questo è un castello speciale, non un museo, ma un castello “vivo” in cui gli attuali padroni passano il loro tempo. DSC_3935Ci è sembrato da subito diverso da quelli che avevamo visitato finora, fin dal primo scorcio di giardino: fiori colorati, aiuole verdissime, un bell’ingresso, guardiola  con cucina e attrezzatura, la piscina e soprattutto il padrone, il signor Paolo Staudacher che ci ha accolti calorosamente non appena siamo entrati. La corte dell’ingresso ci ha praticamente ammaliato: il grande portone contornato di verde e di rose, tra grandi alberi e scorci di castello che paiono invitarti ad entrare hanno catturato subito non solo il nostro sguardo adulto, ma anche l’attenzione dei nostri piccoli accompagnatori. DSC_3888Timothy è rimasto colpito dalle grandissime (e antichissime) rose rampicanti che come segno di appartenenza hanno abbracciato le grandi mura del castello catapultandoci con la fantasia in una favola antica. Il grande fienile che ci accoglie per primo, oggi adibito a sala da cerimonia per un imminente matrimonio, si staglia imponente e ci costringe a soffermare lo sguardo, ma la vera attrazione è la storia che questo luogo conserva in sé. Castel Ivano è il risultato di secoli di appropriazioni, passaggi pignoratizi, guerre e grande passione nella sua ricostruzione da parte della famiglia Staudacher, nonostante i disastri commessi dalla Grande Guerra. Da fortezza dell’anno 1000 con mura impervie e guardinghe a difesa dell’intera fortezza, sul lato in cui passava la Via Claudia Augusta, a meraviglioso maniero del ‘500 che, dal lato ormai bonificato dell’attuale Valsugana, con stemmi, balaustre, cucine e loggiati troneggiava tutta la zona insieme, scopriamo, ad altri 13 castelli, la maggior parte dei quali sono stati rasi al suolo. Rimaniamo affascinati da tutto, dall’interno e dall’esterno, dalla chiesetta consacrata DSC_3926che ha visto il matrimonio segreto del Generale Dalla Chiesa, e soprattutto, lo dobbiamo confessare, dal regalo speciale concessoci dal proprietario: la salita sulla torre. Che sensazione ragazzi! Nel punto più alto del castello, a un passo dal cielo, sopra quella che era una vera prigione per le donne, che se solo potesse parlare avrebbe mille e mille storie da raccontare. Uno spettacolo: la visuale, l’emozione della salita, i racconti di chi Castel Ivano lo porta nel cuore e nell’albero genealogico. Una visita guidata davvero unica. Vi consigliamo di prendervi il tempo di fare un salto in questa residenza privata, che si può visitare solo su prenotazione e che, grazie alla guida (Sabrina, simpatica e bravissima tra l’altro), diventerà subito familiare. Basta telefonare allo 0461 763432 oppure al 334/7425960).
E non è finita: propVilla_Agnedo_Oasi_Faunistica_Cervirio ai piedi del castello a sorpresa c’è un’oasi faunistica (l’oasi faunistica Villa Agendo) in cui, pensate, arrivano i cervi a prendere il fresco più o meno ogni mattina presto e anche la sera qualche volta e si lasciano pure avvicinare! Che cosa meravigliosa! Noi siamo arrivati un po’ tardino oggi, ma vogliamo riprovarci presto.

La nostra gita non è finita al castello in realtà perché abbiamo fatto tappa gourmet al Ranch dei Lupi a Strigno (www.ranchdeilupi.it ) riempiendoci il pancino di polenta, fuso, funghi e salsiccia (piatti spazzolati in men che non si dica dai piccoli di casa!), prezzo ragionevole per un agritur che è anche maneggio e che ha sul serio tutto l’aspetto  di un vero e proprio ranch.DSC_4017
Non contenti abbiamo voluto fare anche una breve escursione nei paraggi per vedere uno tra i più importanti ponti naturali del Nord Italia che, scopriamo, sta proprio tra Ivano e Ospedaletto ed è un assoluto spettacolo. Arriviamo ad Ospedaletto e seguiamo le indicazioni per “Sentiero dell’orco” che, detto così sembra un po’ pauroso ma in realtà è il sentiero che porta all’omonimo “Ponte dell’orco”, il quale prende il nome da una leggenda molto carina secondo la quale sarebbe stato costruito da un orco per permettere il passaggio da un versante all’altro a un pastorello con le sue pecore, dopo che questi avrebbe, proprio per ottenere un aiuto per passare, venduto l’anima al diavolo.DSC_4042 A 60 metri da terra, imponente e pericoloso (è percorribile ma molto rischioso perché privo di protezioni), il ponte si staglia in cielo con la roccia come sfondo e per i bambini, ma anche per noi adulti, è un chiaro e bell’esempio della potenza incommensurabile della natura. Rimaniamo impressionati e ammettiamo che solo papà riesce a farci qualche metro sopra, per noi tre rimane solo un bello spettacolo. Il sentiero che porta al ponte, facilissimo, fresco e molto carino tra vegetazione e recinti di sicurezza, oltre che comodi punti panoramici, dura circa un’ora e mezza andata e ritorno,  ma secondo noi per i più abituati anche meno. Niente passeggini anche se all’inizio può sembrare fattibile, ma poi quando si sale il sentiero si stringe e non è più agibile, nemmeno con i tre ruote, a piedi invece tutto procede liscio.DSC_4024

Insomma, giornata splendida in un luogo che ammetto non avrei mai pensato potesse nascondere così tante attrazioni storiche e naturali. Molto interessante e da provare!

Quando e come visitarlo:

Dal secondo sabato di giugno al secondo sabato di settembre:
dal martedì al venerdì, orario da concordare
sabato, domenica, partenza visita alle 10.30, 14.30, 16.00

Dal secondo sabato di settembre alla seconda domenica di giugno visite solo per gruppi di almeno 8 adulti paganti
Costo del biglietto comprensivo dell’entrata e della guida € 6. Durata 1 ora e 15 minuti. Adatto a tutti e accessibile ai disabili previo accordo. Possibilità di prenotare pranzo/cena. Per maggiori info o per prenotare una visita telefonare al 0461763432.

Consigli: Durante il periodo autunnale il giardino del castello si coloro di mille sfumature, ed è veramente uno spettacolo!!
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Sentiero del Pegorar: Andalo dall’alto

Cos’è il Pegorar? Intanto vi dico che dal Pegorar si ha una super vista sull’Andalo Life Park e su tutto Andalo e poi aggiungo che il Pegorar é un maso e che per raggiungerlo é stato creato un grazioso sentiero che parte dal Plan dei Sarnacli (dov c’è la chiesetta della Madonna del Loreto) e si snoda nel bosco sottostante, tutta pianeggiante … o quasi.

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La cosa bella di questo sentiero che potete percorrere in circa quaranta minuti andata e ritorno é il fatto che é stato “attrezzato” per poter mostrar la meraviglia della geologia che caratterizza questa particolare zona: ponticelli di legno sospesi sopra forre scavate nelle rocce, sovrastate da grandi ammassamenti rocciosi che fanno pensare ai giganti. 11911775_10205896774796005_1250693589_nQui, sotto le fronde del bosco o meglio, della foresta di faggi, si sta freschi e ci sono un sacco di rocce con il muschio e popolazioni di trifogli. La passeggiata é tranquilla ma non la consiglio per i passeggini perché un po’ scoscesa a tratti. Ci sono alcuni punti panoramici e ci sono panche e tavoli per pensare anche ad un pic nic. L’arrivo, come vi ho anticipato, é al maso Pegorar dove ci sono persine le caprette e da dove, volendo, si può scendere fino al centro di Andalo o al Life Park.11901617_10205896775916033_804321874_o

Noi torniamo indietro per fare una piccola sosta al bar dei Sarnacli e dare uno sguardo alla piccola cappella che sta proprio in mezzo al “Plan” che, tra l’altro, é un posto ottimale per prende il sole e fermarsi a fare un piccolo pic nic.

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Non consiglierei di salire ad Andalo solo per questa passeggiata, ma se siete in zona fate un giro fino a qui e incamminatevi su questo sentiero, tra l’altro da qui parte la strada per salire a Malga Tovre o al Rifugio La Montanara, di cui vi aveva già parlato Silvia.

Back to school con Duomocenter

Vi ricordate quando vi abbiamo presentato la cartoleria Duomocenter in centro città a Trento? Bene, lo staff è prontissimo: è già tutto arrivato per il prossimo anno scolastico e, consiglio da non trascurare, se volete risparmiarvi la ressa di settembre potete andare a scegliere con calma tutto ciò che vi serve per iniziare al meglio la nuova avventura.

Scegliere la cartella è il primo passo per fare degli acquisti intelligenti per la scuola, ma anche il più importante, perché seguirà ogni giorno i vostri bambini carichi del peso di tutti i materiali necessari, ma anche pieni di emozioni! Le caratteristiche fondamentali per un ottimo zaino sono: ERGONOMIA, INDIVIDUALITA’, SOSTENIBILITA’ e VISIBILITA’.

Scegliere uno zaino leggero è già un buon inizio e se lo prendete con le strisce catarifrangenti vostro figlio sarà più visibile e più sicuro. Giustamente i bambini hanno i loro gusti e oltre ad acquistare un prodotto valido e funzionale possono scegliere tra le tante grafiche accattivanti per portarlo con entusiasmo! Certo è vero che queste linee costano un po’ di più rispetto ai marchi commerciali che stancano presto i bambini ma acquistare uno zaino ben strutturato permette un risparmio negli anni e soprattutto tutela la schiena dei nostri ragazzi. Ecco nel dettaglio le varie marche che propone Duomocenter:

ERGOBAG – Lo zaino Ergobag unisce le caratteristiche ergonomiche degli zaini da trekking più innovativi, alle qualità strutturali delle migliori cartelle per la scuola elementare. Zaino che ha ottenuto anche il sigillo di qualità IGR ”prodotto ergonomico”!

Cresce con la schiena. A seconda della forma anatomica del bambino, gli spallacci si lasciano regolare facilmente lungo le barre in alluminio alla statura del bambino. Lo zaino ergobag cresce insieme a chi lo indossa per tutta la durata della scuola elementare, da 1 m a 1,50 m. Ergonomico da cima a fondo. Ben progettato: sia la borsa che lo zaino per lo sport si agganciano facilmente allo zaino ergobag pack o cubo, per poter lasciare le braccia libere ai bambini. Cosí che il carico solo su un lato potrà essere evitato.

Gli zaini ERGOBAG sono:

  1. I più ergonomici: grazie alle barre in alluminio, alla doppia cintura (pettorale e lombare) allo schienale imbottito, alla coulisse e sopratutto allo schienale regolabile in altezza per seguire lo sviluppo del bambino nel corso del tempo, lo zaino Ergobag consente una distribuzione perfetta dei pesi, proteggendo spalle, collo e zona dorsale.
  2. Bellissimi e personalizzabili, grazie a tantissimi adesivi in velcro intercambiabili. Si possono inoltre creare adesivi personalizzati, con le foto o le immagini che preferiamo.
  3. Ben costruiti: qualità tedesca, gli zaini Ergobag sono curati in ogni minimo dettaglio e prodotti attraverso diverse fasi di lavorazione.
  4. Pratici: grazie ai molti spazi pensati per tutte le funzioni: lo scomparto per i libri, quello per gli oggetti, ma anche una tasca specifica per la borraccia e la merenda!
  5. Totalmente sostenibili! Gli zaini Ergobag sono costruiti con tessuti ricavati al 100% da bottiglie in PET riciclate. In questo modo, oltre a essere interamente impermeabili, gli zaini rispettano l’ambiente.

SACTH –  Lo zaino perfetto per la scuola media e superiore. Il design incontra e si fonde con una struttura ergonomica unica nel suo genere. Il rispetto per l’ambiente è massimo grazie ai tessuti realizzati con materiale 100% PET.

SCOUT – Da sempre sinonimo di qualità, ergonomia e sicurezza. Grazie alla struttura rigida o semi rigida e al sistema di regolazione dello schienale, la cartella Scout distribuisce il peso al suo interno in modo corretto e rende molto semplice organizzare il materiale scolastico. I suoi inserti catarifrangenti e fluorescenti rendono ben visibile il bambino sulla strada e questo ne aumenta la sicurezza negli spostamenti in città. Scout è garantita tre anni e propone un’ampia scelta di accessori come: astucci, borse sportive, borracce, ombrelli, portafogli, e molto altro tutto coordinato alla fantasia della cartella.

Burton

BURTON –  Sinonimo di personalità e libertà. Il marchio più amato nel mondo degli snowboarder è oggi un vero punto di riferimento nel settore moda. Gli zaini sono adatti per l’università, il lavoro e il tempo libero grazie alla perfetta combinazione tra design e funzionalità.

SEVEN – INVICTA – Da sempre sinonimo di zaino. Uno zaino Seven nasce da un’idea. Un’idea brillante, creativa, fantasiosa, colorata. Uno zaino Seven nasce dalla passione, dall’energia, dalla voglia di innovazione, dall’allegria, le stesse che ci guidano nella creazione dei nostri prodotti che, con oltre 40 anni di storia alle spalle, sono diventati il simbolo di intere generazioni. Seven è sinonimo di zaino ma anche di design, di qualità, di innovazione e di legame con i ragazzi. Ma sì, certo, ragazzi che proprio come te amano stare insieme, amano sorridere, amano portarsi in spalla lo spirito colorato ed innovativo di Seven per rendere unico il proprio stile. Non conoscete ancora Jack? JACK è il trolley brevettato Seven che diventa un normale zaino perché grazie allo speciale carrello sganciabile, lo stacchi e indossi solo lo zaino. Se non vuoi staccarlo dal carrello puoi anche indossarlo tirando fuori gli spallacci dalla tasca posteriore, oppure lo trascini a mano con la doppia barra in alluminio estraibile, che puoi regolare in altezza. Il carrello di Jack è studiato per la massima facilità di utilizzo: le ruote toccano sempre a terra, anche mentre sali le scale. Trolley New Jack: in poche facili mosse lo trasformi in uno zaino vero e proprio e il carrello, lo lasci a casa. E’ lavabile, resistente ed indistruttibile! Dì la verità, un trolley così non l’avevi ancora mai visto, eh?!?!?

kit mancini

Bambini o ragazzi mancini? E’ sempre utile sapere che per i mancini o per chi ha problemi di impugnatura esistono prodotti utili e dedicati per favorire e aiutare il bambino alla giusta impugnatura.

Panico da foderatura libri? Cara mamma e papà ricordatevi che i libri possono foderarli direttamente da Duomocenter, con il sistema Colibrí.  Lo conoscete? E’ fantastico!  I suoi valori sono: amore per la cultura, rispetto per i libri, qualità del servizio, innovazione, internazionalità.  “Un libro è come l’amore. Va protetto per allungargli la vita.” Un libro protetto vive più a lungo e vivono più a lungo anche i suoi contenuti, perché i libri sono la nostra memoria e la nostra identità, e conservarli meglio è un atto d’amore per la nostra cultura e per le generazioni future. Ecco perchè pensare a Colibrì…

Troppe spese? In effetti sono sempre tante e onerose, ma da Duomocenter potete trovare prezzi concorrenziali tutto l’anno su tanti prodotti, quaderni maxi 100g, colle Pritt, Frixion… e tanto altro!

Tutto lo staff è sempre a vostra disposizione per aiutarvi e seguirvi con professionalità e simpatia.

 

 

Attenzione! Un super servizio è attivo: si invia la lista per la scuola per email  a info@duomocenter.com, te la porteranno a casa gratuitamente dal 1° settembre (in zona Trento).

 

Sull’acquisto scolastico o sulla lista scuola poi Duomocenter cerca di coccolarti il più possibile:

  • Etichette gratuite con nome e classe del bambino per personalizzare il materiale ( nb: omaggio su venti euro di spesa per chi ha la CARD del Trentino dei Bambini)
  • Per acquisto zaino Ergobag in omaggio custodia per i quaderni (fino esaurimento scorte)
  • Utile e sempre apprezzato omaggio firmato

Torbiera del Tonale: natura e scienza

Il Tonale e le sue sorprese. Vi ricordate quando Silvia aveva avuto la possibilità di fare un “bagno inaspettato” proprio in Val di Sole, sul Tonale? Per rinfrescarvi la memoria basta leggere questo suo articolo e farvi venire un po’ (anzi molta) voglia di fare un giretto in questa splendida valle. Ma se per fare il bagno vi manca un po’ di dovuto coraggio ecco un’idea alternativa che ci ha consigliato la nostra amica Silvia Sasso, che al Tonale è di casa: la passeggiata alla scoperta della Torbiera del Tonale.

La torbiera non è altro che una vasta conca umida ed è caratterizzata da una notevole varietà di ambienti alle quali corrisponde un’eccezionale ricchezza di biodiversità. Per questo la zona è stata dichiarata area protetta entrando a far parte della Rete Natura 2000  (l’Unione Europea ha designato un sistema di aree  meritevoli di protezione a livello continentale).

Si tratta di un vero e proprio “paradiso botanico”: piante carnivore, specie vegetali diffuse nelle regioni artiche e rarissime sulle Alpi sono alcuni esempi. Non mancano naturalmente le specie animali: soprattutto insetti, anfibi e rettili. Spesso si tratta di specie rare che qui alla torbiera trovano rifugio e nutrimento, come per esempio la libellula e il tritone alpino. Vicino alla torbiera c’è un’area a bosco rado che ospita mammiferi come il capriolo e il maestoso cervo, ma anche galli cedroni e forcelli, grazie ai cespugli del sottobosco.

 

La storia, qui alla torbiera, la fa da padrone: analizzando i pollini e i tronchi fossili imprigionati fra gli strati di torba si sono potuti chiarire i cambiamenti climatici e l’evoluzione del paesaggio. Ci sono anche testimonianze storiche dell’uomo: residuati bellici sprofondati sotto la molle superficie acquitrinosa del terreno, quale testimonianza della Grande Guerra. Quello che ha percorso Silvia per noi è il percorso tematico che si trova nella parte della torbiera situata a valle della strada statale.  Poco impegnativo e accessibile a tutti consiste in 12 punti di osservazione e un punto informativo con un interessante allestimento didattico che aiuta a conoscere ed apprezzare lo straordinario patrimonio di biodiversità dell’area. Gli esperti della zona ci dicono che camminando in silenzio (sempre che con i bimbi vi riesca…), con un po’ di fortuna non è difficile scorgere i timidi animali del bosco.

Silvia non è stata così fortunata, ma ci conferma che per le famiglie e i bambini questa passeggiata semplice e divertente grazie alle installazioni, è molto carina e permette di trovare un po’ di frescura lungo i sentieri del biotopo.

Arrivare è semplice, grazie alle tabelle con le mappe, una anche all’inzio del sentiero. Si può parcheggiare la macchina presso la chiesa parrocchiale San Bartolomeo e il percorso parte imboccando il sentierino dopo Torre Presena, la terza Torre bianca al termine di Via San Bartolomeo e si snoda lungo la parte bassa della conca del Tonale. Raggiunta la strada statale la si prosegue per qualche metro in direzione Vermiglio ed in prossimità dell’area di sosta con tavole da pic nic e parcheggio auto la si attraversa per imboccare il sentiero che sale a monte della statale. Si prosegue finchè non si raggiunge l’altiporto del Tonale, lo si attraversa verso l’Ospizio San Bartolomeo che si vede in alto e si continua fino alla strada asfaltata che riporta all’abitato di Passo del Tonale. Lungo il percorso si trovano anche siti attrezzati con tavole e griglia.

La passeggiata dalla chiesa fino alla strada statale, dura circa 40 minuti, da li poi si può proseguire fino all’aliporto verso l’ospizio (per riconoscerlo c’è la chiesetta dell’ospizio vicino all’Hotel Mirandola, uno degli hotel più storici del Passo) e tutto il giro coi bimbi sono buone 2 ore. Un’alternativa a questo giro, può essere quello di arrivare alla strada asfaltata in fondo ai prati e invece che proseguire verso l’aliporto, prendere  il sentiero a destra sul ponte del torrente e si ritorna per il “percorso vita” situato all’interno del bosco, un po’ più pianeggiante e corto. Si arriva alla Chiesa di S.Bartolomeo. Tempo percorrenza di questo giro circa un’ora e mezza.

Silvia e i suoi piccoli si sono divertiti molto, quindi non ci resta che seguire il consiglio! 😉

Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio

La Valle di Cembra è un mosaico di ambienti ricchi di biodiversità e di luoghi di interesse naturalistico che si trova nel Trentino orientale, al confine con l’Alto Adige e la Val di Fiemme. È attraversata dal torrente Avisio che, nel suo percorso dalla Marmolada al fiume Adige, ha scavato profondamente la dura roccia creando profondi canyon. Il corso d’acqua separa i due versanti della valle, incidendo profondamente sulla morfologia, la storia e lo sviluppo economico della valle, dando origine a profonde differenze tra la sponda destra e quella sinistra che si traducono anche in diverse forme di commercio e agricoltura.

Sponda destra
E’ caratterizzata da suggestivi vigneti secolari coltivati su terrazzamenti di muretti a secco, che grazie ai vari microclimi offerti dalla valle e al suolo porfirico, danno origine a vini pregiati come il Müller Thurgau. Salendo di quota, si trovano vasti boschi di latifoglie e conifere: habitat diversi dove si possono incontrare animali selvatici che contribuiscono a mantenere il ricco equilibrio biologico della valle. Tra questi, cervi, caprioli, volpi, scoiattoli, rapaci, picchi, rettili e anfibi.

Sponda sinistra.
Confina con la catena montuosa del Lagorai, famosa per essere l’area alpina più estesa d’Europa senza la presenza di insediamenti umani. Nella parte più bassa, predominante è l’estrazione del porfido, largamente impiegato nelle pavimentazioni di strade e piazze.

Tra gli ambienti diversificati che contribuiscono a rendere la valle un mosaico ricco e interessante, meritano di essere ricordati, oltre al torrente Avisio, le torbiere di alta quota, che si possono ammirare in particolare in Alta Val di Cembra, e le rinomate Piramidi di Segonzano.

Nel 2011 è nata la Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio, un’area protetta che si estende attualmente sui comuni di Altavalle, Capriana e Segonzano, creata in base a un accordo volontario tra enti locali e la Provincia di Trento con l’obiettivo di preservare e valorizzare tali siti e contribuire a uno sviluppo economico sostenibile e rispettoso dell’ambiente.  La Rete di Riserve si occupa di azioni di conservazione della natura, di ricerca e di educazione ambientale; promuove inoltre di percorsi di visita sul territorio: sentieri escursionistici, strade forestali e percorsi tematici si sviluppano per chilometri consentendo a chi vuole immergersi in questo ambiente di assaporare le peculiarità ambientali, storiche, geologiche, culturali ed enogastronomiche dell’Alta Val di Cembra.

Bellissimi gli eventi organizzati dalla Rete. In agosto:

  • 23 Agosto 2017: “Reste…rete sorpresi: escursione guidata alla torbiera del Lac del Vedes“, a partecipazione gratuita, ma con iscrizione obbligatoria. Maggiori info QUI.
  • 26 agosto 2017: “Il bosco dei 5 sensi: biowatching sensoriale notturno nella Rete di riserve Alta Val di Cembra-Avisio”, con pernottamento in tenda! Tutte le info QUI.

Ecco alcuni siti imperdibili di questo territorio, preservato dalla Rete:

Lac del Vedes
Una delle più belle e preziose torbiere delle Alpi. Nel corso di millenni la torba prodotta dalle piante acquatiche ha occupato gran parte dell’originario bacino glaciale, così oggi rimane solo un piccolo laghetto. La vegetazione della torbiera è composta da tappeti di particolarissimi muschi e da piccole piante palustri molto rare. Questo ambiente è di vitale importanza per la sopravvivenza e la riproduzione di molte specie di animali legati all’acqua, come le libellule e gli anfibi.

Lago di Valda – Crediti fotografici: www.panoramio.com

Lago di Valda
Un ambiente estremamente interessante, vasto e ricco di piante e animali rari. Il Lago di Valda fino a pochi anni fa era completamente invaso da alberi e arbusti, cresciuti anche in seguito ai tentativi di bonifica messi in atto in passato. Di recente, grazie ai lavori di valorizzazione ambientale, è stata ripristinata una zona d’acqua ai margini della torbiera, che garantirà un idoneo habitat di vita e di riproduzione alla preziosa fauna acquatica.

Lago Nero

Lago Nero

Si trova a circa 1700 metri di quota, nel Comune di Capriana, nei pressi del Monte Corno. È inserito in un contesto ambientale e forestale di grande valore ed è un biotopo di vitale importanza per la riproduzione di molte specie di anfibi e rettili. La torbiera è per gran parte della sua superficie occupata da vegetazione palustre e caratterizzata dalla presenza di un piccolo specchio d’acqua. Per poterlo conoscere al meglio, la Rete di Riserve ha creato un piccolo percorso di visita con passerelle in legno.

Avisio
Un torrente selvaggio che attraversa e divide nettamente l’intera Val di Cembra in una sponda destra e sinistra, scorrendo nella forra incisa nel porfido. Le sue acque scaturiscono dal lago di Fedaia (2028 m), alla base del ghiacciaio della Marmolada, attraversano le valli di Fassa, Fiemme e Cembra fino a riversarsi nell’Adige. Nel tratto cembrano l’Avisio, anche per la distanza dai centri abitati, crea un ambiente selvaggio che conserva ancora elevate caratteristiche di naturalità.

Piramidi di Segonzano
Un capolavoro della natura e un fenomeno geologico unico in Trentino e raro nel mondo: colonne alte fino a 20 metri sovrastate da un masso di porfido, le cui origini risalgono a circa 50 mila anni fa. Noi ci siamo stati QUI e anche con il passeggino QUI.

Sentiero vecchi mestieri

Sentiero dei vecchi mestieri
Il Rio dei Molini fra Grumes e Grauno presenta una concentrazione di almeno 20 macchine ad acqua fra molini, segherie e fucine, con tre opifici restaurati. Il Sentiero dei Vecchi Mestieri collega questi fabbricati, portando al visitatore indimenticabili suggestioni di un paesaggio ambientale e storico unico. Noi c’eravamo stati QUI.

Green Grill – Info E Sapori
La Casa della Rete di Riserve, dove puoi trovare informazioni ambientali e consigli per scoprire il territorio a passo lento e gustare i pregiati vini della Val di Cembra, accompagnati dai nostri salumi, formaggi, mieli, confetture…

Per maggiori informazioni: reteriservecembra@gmail.com – 327 1631773 – 349 5805345

Pista ciclabile della Vallagarina

Pista che tocca Trento – Rovereto – Avio. Partendo da Trento in direzione Verona, si costeggia il fiume Adige e si attraversa la Vallagarina arrivando fino a Rovereto, qui si può deviare poi fino al Lago di Garda
Dal centro di Trento il fiume Adige passa per Besenello e Calliano, dove domina, dall’alto la fortezza di Castel Beseno. Nella zona di Nomi si trova anche un ottimo punto di ristoro il Bicigrill. Qualche chilometro più a sud la valle si apre tra Volano e Villa Lagarina, e da qui si possono già intravedere i campanili di Rovereto, il centro principale della Vallagarina. La piste ciclabile prosegue lungo le rive del fiume Adige fino ai vigneti di Mori, passando per il nuovissimo lido del Navicello sul Leno che abbiamo visitato per voi, con il suo bellissimo percorso Kneipp che fa da vero e proprio lido cittadino in caso di arsura. Qui si trova anche il bivio che porta al Lago di Garda, mentre la ciclabile della Vallagarina procede verso sud, dove fino al comune di Ala, al Monte Baldo e Avio (si può visitare il Castello di Sabbionara di Avio). Sul confine provinciale presso Borghetto finisce anche la pista ciclabile.

A questo tratto di ciclabile si può accedere da: Trento, Besenello, Calliano, Nomi, Villa Lagarina, Rovereto, Mori (collegamento Lago di Garda), Ala, Avio.
Treno e bici: treni regionali con trasporto bici, tratta Trento – Verona.

InBike Valsugana: gite e servizi per i bike-lovers

Il nome la dice lunga: InBike Valsugana è un centro noleggio e un punto di riferimento per le escursioni in Valsugana, tutto da scoprire! Gli appassionati di natura e di due ruote avranno la possibilità, grazie a questa giovane realtà imprenditoriale promossa da Stefano Casagranda che propone il noleggio di biciclette, trekking bike e mountain bike, di percorre in sicurezza e libertà gli itinerari presenti.

La sede principale è a Levico Terme, dove di recente è stato inaugurato un nuovo negozio: un punto vendita gestito in collaborazione con Cetto Cicli che amplia maggiormente l’offerta in termini di qualità e quantità dei prodotti, per accontentare tutti i gusti. Oltre al nuovo punto vendita ci sono ben nove punti noleggio, dislocati lungo la ciclovia del Brenta e ben otto stazioni dei treni sono servite da Inbike. La cosa interessante? La possibilità di affittare la bici in un punto e riconsegnarla in un altro.

Trekking bike, mountain bike, bici da strada, e-bike ma anche baby bike: sono numerosi i modelli disponibili da Inbike insieme a moltissime attrezzature indispensabili per i bikers come caschetti, borse laterali, carrellini e porta bimbi.

Vogliamo parlare di escursioni?  L’intera area della Valsugana e del Lagorai è ricca di percorsi on the road sviluppati lungo migliaia di chilometri di strade forestali e sentieri e InBike le rende percorribili e appetibili per tutti! Anche quest’estate 2017 si arricchisce con un calendario di eventi imperdibili dal 22 maggio all’8 ottobre, dal lunedì alla domenica,  con un programma di esperienze tutte da vivere, su due ruote o a piedi, in collaborazione con Activity Trentino, in cui Inbike è coinvolta con le sue guide e i suoi esperti maestri! Cosa si farà? Dal tour in mountain bike attorno ai laghi di Levico e Caldonazzo, a una piacevole passeggiata che conduce alla scoperta del lago di Levico e della sua storia con Castel Selva e il Forte delle Benne. Ma anche per i più piccini ci saranno attività dedicate all’esplorazione dell’ambiente attraverso il gioco e le gite in famiglia, divertenti ed emozionanti, lungo i laghi o ad esplorare nuovi panorami. Ci saranno anche il trekking day a 2000 metri sul Monte Costalda, i percorsi adrenalinici ideali per i ciclisti più allenati e tante proposte tutte da vivere!

Noi vi segnaliamo, invitandovi a guardare tutti gli eventi cliccando su EVENTI INBIKE VALSUGANA 2017, questi due appuntamenti pensati per le famiglie:

      1. fino all’8 di ottobre tutti i MERCOLEDÌ in programma il family tour in bici “IL GIRO DEI LAGHI”. Un tour per tutta la famiglia alla scoperta dei laghi di Levico e Caldonazzo. Orario: 9.30-12.30 con partenza dal Bar Big Fish – Spiaggia libera – Lago di Levico. Adatta a tutti, bimbi maggiori di 8 anni. Costi: €12, mentre €7 per i bambini
      2. fino al 7 settembre tutti i MARTEDÌ in programma il Baby Nordic Walking. Attività per bambini che ha come obiettivo l’accompagnare i bambini al piacere del camminare, lasciando che l’esplorazione dell’ambiente avvenga attraverso il gioco. Verranno proposti giochi di percezione corporea, giochi nello spazio, di equilibrio, di ritmo, percorsi sensoriali, percorsi fantastici. Orario: 10.00 – 12.00 ritrovo presso il Bar Big Fish – Spiaggia libera – Lago di Levico. Costo €5

    Per partecipare basta davvero poco: bisogna visionare il programma, che è disponibile presso tutti gli hotel e le strutture ricettive convenzionate e, una volta selezionata la propria esperienza in movimento, è sufficiente comunicare la propria adesione specificando l’attività scelta e, nel caso, la necessità di noleggiare una bici. Il calendario Inbike Valsugana è consultabile a questo link.
    Per maggiori informazioni: info@inbikevalsugana.it – 346 0150795

Un bambino creativo è un bambino salvo

Affermazione forte? Forse, ma veritiera a sentire quanto ci racconta l’ideatore del marchio Kidsonthetree che sulla ricerca e su seri principi educativi ha basato tutto l’assortimento di giocattoli che propone agli utenti: di legno, di design, bio e organic, ma soprattutto con “qualcosa da dire”. Perché un bimbo creativo, capace di uscire dagli schemi, in grado di stupirsi, di provare empatia, di prendere decisioni socialmente compromettenti è un bambino che si può considerare “salvo”? E soprattutto da che cosa? Lo abbiamo chiesto direttamente a Stefano Alves Scarparopapà di Kidsonthetree e la sua risposta è stata chiara:

Manca davvero poco a quella che io definisco la “rivoluzione informatica”, ci dice Stefano. Per essere pronti al mondo del futuro prossimo ci dovranno essere sempre più persone con competenze tecnico-scientifiche, ma è altrettanto vero che saranno sempre più necessarie anche competenze opposte. Mi riferisco a tutti gli ambiti dove l’intelligenza umana surclassa quella artificiale. Saranno fondamentali la capacità di empatizzare, la capacità di creare arte, la capacità di interazione umana, l’intelligenza emotiva. I compiti tecnici e ripetitivi verranno sempre più delegati agli algoritmi. Rimarranno invece a carico dei cervelli umani la capacità di scegliere tra due o più soluzioni dove è importante valutare costi e benefici sociali al di là del mero vantaggio di efficienza, remunerativo o produttivo.

Siamo a rischio schematizzazione, dunque? Contro cosa potremmo scontrarci?

Rischiamo di farci ingabbiare nel nostro micro cosmo perchè l’intelligenza artificiale sarà sempre più brava nel riconoscere i pattern, gli schemi logici delle nostre scelte. L’unico modo per “salvarci” sarà la nostra creatività.

A noi queste due brevi risposte bastano per comprendere la missione che Stefano si è posto nello scegliere, proporre e spiegare i giocattoli che vende nel suo sito: nulla è dettato dal caso. La creatività, l’educazione alla manualità, all’intelligenza vivace e intuitiva, il rispetto per la natura sono principi chiave che, anche alla luce dell’idea di Kidsonthetree rispetto al futuro più prossimo, si possono trovare nella filosofia del suo marchio.

Quanto è importante la natura nell’educazione alla creatività?

Infinitamente. É ben noto che che moltissimi progressi tecnologici sono il frutto dell’osservazione della natura. Migliore è la copia della natura che siamo capaci di realizzare, migliore è il risultato tecnologico. Se davvero amiamo i nostri figli dovremmo insegnare loro ad amare la natura: per imparare a rispettare la casa dove viviamo, perché solo conoscendo bene la nostra casa, i suoi punti di forza e i suoi lati deboli possiamo creare e inventare qualcosa di utile a migliorare lo standard di vita.

Di nuovo la creatività e l’invenzione. Saranno davvero queste due doti umane a salvare il nostro futuro?

I robot ci sostituiranno in molte cose ma la creatività è ancora dell’uomo! Ecco perché stimolare la creatività è fondamentale per riuscire a pensare fuori dagli schemi. La capacità di essere creativi e di non seguire uno schema logico e prevedibile ci darà sempre quella marcia in più in questo mondo sempre più automa, sempre meno umano. I valori essenziali come la vita, la compassione, l’amore e la capacità di stupirsi sono e determineranno sempre la differenza tra l’uomo e l’algoritmo (per quanto sofisticato possa essere).

Ci piace pensare che Stefano abbia proprio ragione e anche se così non fosse, insegnare ai bambini la gioia della creatività, il piacere di inventare qualcosa, la manualità e il contatto con la natura, non dovessero salvarci come minimo ci miglioreranno la qualità della vita.

Se volete leggere per intero il pensiero di Stefano potete farlo attraverso il suo blog, in particolare leggendo questo articolo legato all’intelligenza artificiale e da cui nasce questa nostra breve intervista.

Per tutto quello che riguarda la proposta di giocattoli che Kidsonthetree dedica ai suoi piccoli utenti e alle famiglie, non potete non dare un occhio al catalogo online e alle condizioni di spedizione, facilitate ed economiche per tutta Italia.

Che gita! Nelle aree protette dell’Argentario

Una domenica bestiale? L’abbiamo passata insieme a Sandro Zanghellini, naturalista e guida di media montagna dell’Ecomuseo dell’Argentario, che ci aveva accompagnati anche in notturna alla scoperta degli animali che popolano queste zone tra Trento, Civezzano, Fornace e Albiano (ecco il nostro racconto QUI). Bestiale perché bellissima, nonostante il tempo incerto, ma anche perché abbiamo cercato, trovato e imparato un sacco di notizie sugli animali e sugli habitat che caratterizzano queste zone. Le scoperte sono state tantissime e tutte interessanti, per adulti e per bambini. Questa escursione è una delle tante proposte che l’Ecomuseo dell’Argentario si preoccupa di strutturare sia per un pubblico adulto e che per famiglie e ragazzi, con l’intento di promuovere il territorio, ma anche di investire nell’educazione ambientale dei piccoli e di chi li cresce. Naturalmente potete percorrere questi sentieri anche senza guida, ammirando le cose belle, non in passeggino perché ci si arrampica un pochino sui sentieri, ma i bimbi si divertiranno in ogni caso. DSC_0568

L’esperienza è stata esaltante: partenza al mattino dal parcheggio del bel lago di S. Colomba, con zainetto e scarponcini e tanta voglia di ascoltare le perle di Sandro. Subito ci racconta cosa succede in questo periodo nel lago e nei suoi dintorni: migliaia di rospi e rane attraversano il bosco, perché è lì che vivono dopo la riproduzione, per arrivare alle acque del lago e dare il via alla stagione della riproduzione. La cosa carina? L’autostrada per rane che costruita sotto la strada: un canale sotterraneo che collega il bosco (lì vicino al lago c’è un parco giochi carinissimo in mezzo al bosco tra l’altro) al lago e che serve per evitare che le rane vengano schiacciate dal seppur ridotto traffico di macchine e mezzi. Divertente no? Ora capisco meglio a cosa servono certe strutture che si vedono nelle strade di montagna.DSC_0567

L’escursione vera e propria inizia oltre il parcheggio che sta di fronte al Ristorante, inoltrandosi nel bosco in direzione delle Grave, il biotopo dell’Argentario. Proprio su questa strada incontriamo il primo habitat ideale per la riproduzione degli anfibi: una pozza di acqua palustre che ospita delle meravigliose uova di rana. Vi pare strano che io abbia usato l’aggettivo “meravigliose” per delle uova? Vi dovete ricredere.  Sandro ha detto una cosa meravigliosa che credo possa essere indicata come il senso ultimo di queste escursioni naturalistiche: “le meraviglie della natura non sono solo le cose eclatanti, quelle evidenti, come gli elefanti o le grandi cascate del Niagara, ma sono anche e soprattutto le piccole scoperte vicino a noi, che ci fanno comprendere la grandezza della natura”. 

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La passeggiata continua su un sentiero nel bosco dove scopriamo, grazie a Sandro, non solo le meraviglie della flora (quanti ricordi a vedere le scarpette della Madonna), le particolarità e le differenze tra pini ed abeti e tante curiosità, ma anche la costituzione geologica tipica dell’Argentario, tra porfido e storia della ricerca dell’argento. Intrigante ed interessante da sapere. Non solo, ma nel sentiero impariamo come riconoscere il passaggio dei tassi, animali selvatici curiosi che percorrono metodicamente la stessa strada più volte e scelgono percorsi che un uomo non potrebbe intraprendere. Ascoltiamo gli uccelli e arriviamo, come per magia, sul punto più alto del Calisio, dove scopriamo l’incanto dei bonsai e vi chiederete perché i bonsai e perché sul Calisio.

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Contro ogni aspettativa, in questo luogo dall’aspetto spaziale ritroviamo una sorta di terreno lunare nostrano, con piccoli abeti bonsai, che devono le loro dimensioni, nonostante la loro età, al gran caldo e alle scarse precipitazioni oltre che al vento. Troviamo il vischio e un panorama bellissimo sulla piana rotaliana, Trento e tutti i dintorni della città. Ci piace  un sacco. Timothy e Patrick riescono a scovare il nido di una mantide spaccando una roccia di porfido e, nonostante il gran vento, riusciamo a intravedere l’ingresso delle miniere di argentifere che hanno per moltissimi anni caratterizzato le attività di questa zona.

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Pic-nic per pranzo: seduti su un bellissimo prato a mangiare pane e prosciutto, ad ascoltare i suoni della natura e già con l’idea di continuare il bellissimo giro ala scoperta dei prati e del biotopo. Troviamo i girini di salamandra (non sono sicura si chiamino così, ma ci siamo capiti) e passeggiamo nella palude dove, una volta c’era il lago.

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Se eravamo rimasti contenti dell’uscita in notturna, con questa passeggiata domenicale abbiamo avuto conferma del valore delle iniziative organizzate dall’Ecomuseo dell’Argentario. Se avete voglia  di scoprire insieme alle guide e agli accompagnatori altre meraviglie di questo museo all’aria aperta contattare il museo a info@ecoargentario.it vi sapranno dare tutte le info sulle prossime uscite.

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Covelo e il bosco delle fate da scoprire

Se non ne avete mai sentito parlare non preoccupatevi: Covelo, frazione di Cimone, con la sua vista sulle tre cime del monte Bondone, non è certo un luogo turistico o una location famosa, ma in questo sta la sua forza. Scoprire posti nuovi, incontaminati e leggeri come leggera è l’aria che lì si respira ci piace sempre! Danila, che gestisce con orgoglio e fatica la sua azienda agricola biologica e familiare, che già altre volte abbiamo visitato per voi (leggete QUI) e dal nome evocativo, ci ha mostrato dei tesori nascosti di un luogo a due passi dalla città.

A spasso con i lama Velia e Mulan e le adorate pecore di Danila, due bianche e una nera un po’ birichina, abbiamo fatto una bellissima passeggiata attraversando i boschi e i campi che circondano l’azienda e che sono spesso protagonisti degli eventi e delle attività organizzate per le famiglie.

Dopo una rapida (ma solo per i nostri tempi stretti 😉 ) visita all’azienda che subito ci proietta nella filosofia che muove ogni cosa in questo piccolo angolo di natura, e dopo aver fatto conoscenza con i conigli, i gerbilli, le galline domestiche, le capre e le…carpe, ci siamo avventurati lungo un sentiero che porta al Mulino dei Frizzi, nell’omonima frazione Frizzi.

Stretto e sterrato, incredibilmente azzeccato per i lama che si fermano a brucare qualsiasi cosa verde troviamo per la strada, questa via inusuale ci conduce nel verde tra Covelo e Frizzi e ci fa scoprire le rocce calcaree da cui continua a traspirare acqua creando divertenti e sottilissime cascatelle (super in estate! ). Scopriamo anche  la storia delle fontanelle in cui si lavavano i panni degli appestati, la spiaggia che Danila ha rinominato “i Caraibi del Bondone” e dove di solito quando il tempo è più umido, si gode della vista e della frescura di una meravigliosa cascata.  E ancora i mulini, ben due: uno  che è ancora un rudere, proprio accanto al torrente Arione, che attraversa la zona e passa ad Aldeno, e uno, meraviglioso, appena restaurato e curatissimo dal proprietario, che è anche visitabile su richiesta, il Mulino dei Frizzi. Tutt’intorno i campi che con cura sono stati disboscati e resi vivibili.

Piano piano, passando anche per un pezzettino di strada statale, arriviamo alla zona del “bosco delle fate”: un luogo incantato, tutto in divenire, dove, qua e là si notano le tracce di particolari presenze. Piccole casette di corteccia decorate, con il tetto di pigne e le porticine dipinte oppure tante piccole campanelline di argilla che penzolano e fanno musica dai rami degli alberi. Qualche arbusto è stato anche decorato con delle targhette di ceramica che ne riporta il nome: betulle, acacie e faggi.

Un’altalena che si usa a cavalcioni pende da un faggio e poco distante una panchina “firmata” Profumi di campagna troneggia sul sentiero e invita alla sosta. Il bosco delle fate è una bella novità dell’azienda ed è poco sotto, percorsa una stradina in discesa.

Saranno i racconti di Danila che ci accompagna insieme ai figli nella passeggiata, sarà la vegan-merenda che ci offre, sarà la magia di un luogo poco noto, ma con tanto da dare, saranno gli animali (ormai nostri amici) o sarà l’entusiasmo di una bellissima giornata di sole…in ogni caso questo posto è da visitare e la passeggiata da fare.

Date anche un occhio alle coltivazioni dell’azienda, attraversate il ponticciolo sulla cascatella che attraversa la proprietà, scoprite gli  hotel per insetti, le piante di kamut, quelle di farro, le officinali, la cipolla invernale e l’orto sinergico. Sfregate con le mani le foglie della pianta S. Pietro e con lo sguardo fatevi catturare dal lato B delle tre cime del Bondone: uno spettacolo! 

Per arrivare all’azienda dovete raggiungere Cimone da Aldeno e portarvi a Covelo, proprio sotto il vecchio campanile: lì vi aspetterà Danila. Una raccomandazione: prenotate sempre la visita, la merenda, i laboratori (bellissimi quelli con la lana e con l’argilla) perché questa è un’azienda viva e iperattiva e tutta la famiglia è impegnata nei campi, con gli animali o in altre faccende quindi ci vuole un po’ di giusto preavviso perché tutto sia pronto!

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