Author - Manuela

Ski Lagorai: sciare a Passo Brocon

Il Passo del Brocon permette di esprimersi in molte attività invernali: sci, snow board, slittini e passeggiate con le ciaspole per esempio.  Si trova nel Trentino Orientale ed è un ampio valico pianeggiante a 1615 mt. di quota, che in inverno si trasforma in una piccola ma moderna ed apprezzata stazione di sci sui cui servizi potete informarvi cliccando QUI

Qui è attiva Ski Family in Trentino, l’iniziativa promossa dall’Agenzia per la famiglia della Provincia di Trento: al costo dello skipass giornaliero di papà e/o mamma, tutti insieme a sciare (fino al compimento dei 18 anni)! 

La skiarea delle Funivie Lagorai è un posto dove tutta la famiglia trova il giusto divertimento e lo spazio per imparare da zero grazie al campo scuola e anche per apprendere tecniche di sci alpinismo e l’utilizzo dei dispositivi di salvataggio Arva, nel campo dedicato (clicca QUI). Molto apprezzata la pista per slittini e bob con tapis roulant che si trova nei pressi dello Chalet Heidi, ai piedi delle piste della Ski Area vera e propria. Qui si possono anche affittare direttamente al noleggio. La pista, durante la stagione invernale, è aperta anche in notturna per due giorni alla settimana.

Imperdibili per gli esperti le piste rosse “Piloni” e “Bosco”.

Se vi piacciono le risalite con le pelli, si può praticare lo sci alpinismo anche all’interno della Ski Area di Passo Brocon: a fianco delle piste Piloni e Bosco, c’è un tracciato per chi ama questo tipo di sci e per chi vuole godersi un piccolo ristoro allo chalet Paradiso, in quota. La risalita è consentita e libera negli orari di apertura degli impianti, così come la discesa in pista.

Sempre utile il servizio di noleggio per una sciata “no stress” per partire da casa solo con la voglia di sciare e… la tuta ovviamente. Verificate il servizio di noleggio online.

Per il 2023 si sci in notturna il mercoledì e il venerdì sera dalla 19.30 alle 22.30. 

Per chi non rinuncia a uno snack, una bevanda calda o a un pasto sulle piste ecco il servizio di ristorazione con Chalet Heidi che si trova ai piedi degli impianti di risalita ed è un punto di riferimento per famiglie e sci club. Offre servizio self service e 300 posti a sedere. Il menù proposto durante la stagione sciistica è sempre a base di ingredienti locali e all’insegna della tipicità trentina. Per chi vuole un panino caldo  o un piatto “al volo” ci pensa lo Chalet Paradiso che ha anche un bel solarium al piano superiore. e una vista che è un incanto: sul Gruppo del Lagorai e sulla Cima d’Asta.

Cliccate QUI per avere il quadro completo sui prezzi giornalieri e ricordatevi di usufruire del servizio Ski Family in Trentino

 

Il giardino delle spezie: oasi per famiglie

🌼Questa realtà vanta il MARCHIO FAMILY IN TRENTINO che è un marchio di attenzione promosso dalla Provincia Autonoma di Trento,  quale riconoscimento per l’impegno a rispettare determinati requisiti a garanzia del benessere delle famiglie che si rivolgono a questo esercizio 🌼

A Padergnone, in valle dei laghi sorge un ristorante pizzeria davvero speciale che ha ottenuto il riconoscimento del marchio Family in Trentino, mettendo la famiglia al centro. A fare da cornice i laghi di S. Massenza e di Toblino, che si trovano entrambi a due minuti di distanza e permettono, dopo aver pranzato o cenato in questo locale, di fare anche una bella passeggiata.

Il cibo e l’offerta di vini e bevande punta al territorio: piatti di carne e pesce di lago semplici ma curati e soprattutto stagionali e vini delle cantine della Valle dei laghi. Prodotti assolutamente da non perdere sono: il gelato artigianale e la pasticceria, assolutamente di propria produzione.

Il punto forte di questo bel luogo è sicuramente l’ampio spazio esterno con un giardino con giochi, cascatella sempre splendidamente curato. Anche l’ampio spazio interno non è da meno. Questo fa sì che Il Giardino delle Spezie sia un locale perfetto per organizzare anche pranzi e cena in occasioni di ricorrenze familiari. Spesso nel giardino vengono organizzati eventi per bambini e per adulti, per intrattenere gli ospiti.

Ma cosa fa di questo luogo un posto davvero speciale? Piccole importanti accortezze: qui si trova un fasciatoio per ogni servizio igienico, sia uomini che donne, c’è un menù dedicato ai più piccoli, una zona per colorare e disegnare, spesso animazione (per esempio in estate o sotto le festività natalizie). Per chi deve allattare c’è anche un paravento in un’area dedicata per garantire il rispetto della privacy e della tranquillità.

Tante le feste che si possono organizzare qui (approfittando anche dell’ottima pasticceria artiginale :P), per esempio compleanni, feste di fine anno scolastico. Spesso è lo stesso ristorante ad organizzare serate o pomeriggi di festa con tanti animatori locali. Trovate Trucchetta & Palloncio ma anche Gianko e tanti altri, complice il meraviglioso spazio esterno circondato di verde.

Nei dintorni un bel giretto ad anello da fare proprio in questa zona tra Toblino, Lasino e Pergolese. Leggete QUI la nostra esperienza.

Ecco gli orari:

Bar 11:30 – 22:30
Cucina 12:00 – 14:00 | 18:30 – 22:00
Pizzeria 12:00 – 14:00 | 18:00 – 22:30

Indirizzo: via Nazionale 109 – località Due Laghi, 38070 Padergnone (Trento)
Tel. 0461 34.01.22 – 0461 52.92.58
Mob. 346 51.47.750
info@ilgiardinodellespezie.it

Latte di mamma che diventa prezioso

Tante sono le mamme che vivendo con gioia il momento dell’allattamento vorrebbero fermare il tempo per poter godere della relazione unica e insostituibile che si instaura con il proprio bebè durante i momenti di contatto. Pamela Cosentino, mamma e imprenditrice, ha trovato il modo perfetto per cristallizzare questi attimi di unione attraverso una tecnica unica che aveva intravisto negli States, ma che lei stessa insieme al suo team, dopo oltre sei mesi di studi, è riuscita a migliorare e perfezionare, tanto da averne una ricetta infallibile e da poter registrare un marchio: “Ricordi sotto chiave”. Di cosa si tratta? Della creazione di gioielli speciali che contengono latte materno, in sostanza un piccolo miracolo d’amore.

Se la cosa vi suona un po’ strana lo comprendiamo, ma i prodotti di “Ricordi sotto chiave” sono davvero belli e racchiudono un segreto incredibile, quello del latte materno, che ogni mamma (ma anche qualche papà ci scommettiamo) vorrebbe conservare per sempre. Potrebbero sorgere dubbi sull’autenticità del contenuto e sulla salubrità dei materiali in effetti, ma non vi preoccupate: gli oggetti (perché non solo di gioielli si parla) che Pamela e il suo staff creano nel laboratorio di Trento di via Solteri 77/1 sono certificati persino dall’Università degli studi di Bologna, facoltà di biologia. Si può dunque stare tranquilli: il latte materno c’è, lo prova il DNA che ne è risultato dagli esami e insieme a una serie di stabilizzanti che permettono al latte di non ammuffire o incappare in altri processi di decomposizione, crea la parte preziosa degli oggetti ideati da Pamela.

É stato proprio il desiderio di Pamela in quanto mamma, con l’aiuto di Arianna, a dar vita a questa nuova realtà che dà la possibilità a tante mamme oggi di fare lo stesso.

Come fare se si vuole ordinare qualcosa da Ricordi sotto chiave?
É semplicissimo: basta contattare Pamela o, se si è sul territorio di Trento, recarsi al laboratorio di via Solteri, 77/1, una sede tutta nuova che trovate anche alla pagina facebook “Coccolami Shop di Ricordi Sotto Chiave” oppure scegliere online la base che si desidera tra i tanti anelli, ciondoli, bracciali, orecchini (guarda QUI la serie) per poi contattare Pamela o, in alcune regioni, anche le referenti sul territorio. 

Per procedere alla creazione poi, alla mamma che ha già scelto il gioiello o l’oggetto che le piace, viene richiesto l’invio del latte: in media* l’equivalente di un cucchiaio da minestra che, se deve essere spedito, va sigillato in un palloncino da festa con un bel nodo stretto (non servono sacchetti o provette) e in seguito confezionato in una busta o in una scatolina, che rimane la cosa migliore per farlo arrivare a Trento integro.  Il latte non deve esser congelato e siccome per chi produce il gioiello è importante il colore e non il fatto di esser commestibile, si può conservare in frigo fino alla spedizione. Il ritardo nella spedizione non altera il colore e quindi si può stare tranquilli e la spedizione può essere fatta in tutta Italia nelle modalità che trovate QUI.  (*in media, perché poi dipende dalle dimensioni della base che viene scelta).

Sfogliando la official page Facebook di Ricordi Sotto chiave ci siamo lasciati commuovere da questa frase (a corredo di una foto che riportiamo sotto), che ci ha fatto capire il valore di questo progetto anche per quando i bambini di chi acquista questi pezzi unici saranno cresciuti:
“Appena arrivata😍😍 grazie ragazze! E pensare che un giorno la indosserà lei…ancora più emozionante! ” Valentina

Un suggerimento che arriva dall’esperienza di Pamela è quello di non avere fretta nello spedire il latte entro i primi mesi di vita, perché il primo latte é molto grasso e addirittura potrebbe compromettere la ricetta, quindi è bene godersi il momento e pensare successivamente a questo bel regalo. Se qualcuno invece desidera regalare un prodotto “Ricordi Sotto Chiave” può sempre usufruire di un buono sconto, QUI viene spiegato come e, in tempi natalizi, potrebbe essere proprio un’ottima idea! 

Le idee di Pamela sono tantissime in realtà e non riguardano solo il latte perché sul sito e nello show di via Solteri trovate tantissime proposte come quella sfiziosa “Ogni riccio un capriccio” per conservare una ciocchetta di cappelli dei vostri piccolini oppure il kit per il calco della manina o le idee per conservare i dentini dei piccoli. Oltre a questo tanti prodotti per la cura del bebè, per il portare e per l’arredamento della cameretta. Insomma: potete sbizzarrirvi insieme a Pamela, a cui non manca di certo l’entusiasmo, nel trovare il giusto prodotto per voi o per fare un bel regalo!
Inoltre da Ricordi Sotto Chiave si possono trovare informazioni su fasce e marsupi ergonomici e ad arricchire il tutto c’è la collaborazione con le Consulenti del portare e dell’allattamento in Trentino e da qualche tempo anche con la realtà “Il Melograno”

Museo del Miele di Lavarone

Voi non amate le api? Noi tantissimo! Certo, se le si infastidisce reagiscono, ma con loro vale il motto ”vivi e lascia vivere”: tu non le disturbi, loro non ti pungono. È semplice. E che dire poi del miele? Sostanza divina, nettare degli dei, dolce, pieno di proprietà nutritive e ricco di fascino, antico e privo di scadenza, insomma una delizia. Ecco che allora un giro a Lavarone, al Museo del Miele della famiglia Marigo, è davvero una gita da programmare!

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Il museo è una bella avventura che questa famiglia di apicoltori da generazioni ha voluto  intraprendere soddisfacendo la curiosità di scolaresche, gruppi di turisti e famiglie desiderose di capire come funziona la vita di un apicoltore e di scoprire tante cose sulle api, il miele e i suoi derivati. La piccola ma curata struttura che ospita il museo è familiare e accogliente e il nostro tour inizia con un video che ci propone Amelio, il titolare dell’azienda e “guida” del museo. I bambini si entusiasmano subito con un divertente e utile libriccino da colorare tutto dedicato alle api.
La stanza è tappezzata di bellissimi cartelloni sulla vita delle api e sulle loro abitudini. Molto coinvolgenti. Non si può che rimanere incantati da un cartellone che parla della “danza delle api” e si scopre con stupore che sanno fare un sacco di “variazioni” interessanti e complesse, a seconda del messaggio che vogliono lanciare! Lì c’è anche una piccola arnia didattica, con le pareti di vetro e un passaggio che dà all’esterno: i bambini sgranano gli occhi nel vedere quel brulicare di api indaffarate nelle loro faccende “domestiche” e cercano disperatamente la regina che, ci spiega Amelio, è più grande e si riconosce bene, ma non sempre si vede. Spiega cosa fanno le operaie, come si distinguono dai fuchi, cosa succede quando la regina “migra” e porta con sè parte del suo alveare per crearne uno nuovo.
Scopriamo con stupore che il propoli non viene prodotta dalle api, ma si trova in natura! Le api questo giro la sanno lunga: insegnano che viene usata come sigillante, diversamente da noi che la usiamo come antibiotico locale. E a suon di “mamma ma l’ape regina ha la corona?” o “mamma ma le api muoiono subito come le farfalle?” la visita procede e nel piano di sotto si possono osservare, oltre agli indumenti tipici dell’apicoltore (tuta, maschera protezioni, guanti e affumicatore, con i quali i bambini si divertono un sacco a giocare), una ricchissima collezione di arnie, o meglio “bugni” come li chiama Amelio. Arrivano non solo dall’Italia, ma anche dall’Africa e da altri Paesi e soprattutto alcuni sono molto antichi. Vediamo come funziona uno smielatore, un affumicatore e conosciamo tanti piccoli segreti di un apicoltore, compresa l’informazione non poco utile che il miele non scade mai e che persino quello trovato in antiche tombe faraoniche era ancora buono.

Chiudiamo la visita con un passaggio veloce alla biblioteca al terzo piano, spesso animata da studenti o ricercatori. Immancabile un passaggio dal negozio ben curato e fornito adiacente al museo: miele, caramelle, melata, creme nocciola e miele, propoli, pappa reale, grappe … insomma il paradiso degli amanti dei prodotti delle api.  Merenda da re con crostini miele e nocciola e poi tutti fuori a godere del paesaggio meraviglioso e del prato enorme che circonda il museo. Un posticino da visitare questa Casa del miele di Lavarone, in cui imparare tante cose e far gioire il palato. Le visite sono su prenotazione.

Il museo delle api e del miele è aperto tutto l’anno su prenotazione.

Per informazioni:
Az. Apistica Amelio Marigo – Loc. Tobia Lavarone (Trento)
📧📞 0464 783315
museo@museodelmiele.com
🌐 www.museodelmiele.com

🌼Questo museo vanta il MARCHIO FAMILY IN TRENTINO che è un marchio di attenzione promosso dalla Provincia Autonoma di Trento,  quale riconoscimento per l’impegno a rispettare determinati requisiti a garanzia del benessere delle famiglie che si rivolgono a questa realtà 🌼

Lo facciamo un salto al Bosco Incantato?

🌼Questa realtà vanta il MARCHIO FAMILY IN TRENTINO che è un marchio di attenzione promosso dalla Provincia Autonoma di Trento,  quale riconoscimento per l’impegno a rispettare determinati requisiti a garanzia del benessere delle famiglie che si rivolgono a questo esercizio 🌼

Quando si parla con Alessia, cuore di questa realtà che vi stiamo per presentare, si capisce che in realtà non è di mura che dobbiamo parlare ma di sogni e di progetti. La vita delle persone è a volte complessa ma ci sono cose che ti danno la forza di credere che ci sia davvero l’opportunità di sorridere giorno per giorno. Ecco cos’è Il Bosco Incantato: un sogno ad occhi aperti per Alessia e la sua famiglia. Un marito, due figli e la voglia palpabile di creare qualcosa per regalare attimi di felicità ad altre famiglie.
Raggiungere li B&B ti fa già capire qualcosa: Bedollo è un posto bellissimo, con un panorama da urlo. Il lago di Serraia si staglia bello e colorato dalla terrazza della cucina e non si riesce a smettere di fare foto. L’Altopiano di Pinè, dove sorge il Bosco Incantato, riserva luoghi da scoprire davvero interessanti per tutti, soprattutto a misura di famiglia. DSC_7060

Se state pensando ad un B&B di quelli standard e commerciali, dovrete ricredervi: Alessia apre letteralmente le porte di casa sua. Si passa per la cucina dove si respira il calore di una famiglia trentina, tra avvisi per la scuola, scatole di biscotti, disegni dei bambini, giochi e il profumo di torta e caffè dalla moka. Proprio a fianco, sull’esterno, un piccolo parco giochi casalingo con l’altalena e altre giochini (Giada, la bimba di Alessia, che spesso fa da cicerone  è tutta ambiziosa di raccontare come ci si diverte lì) e subito vicino l’ingresso la stanza degli ospiti, con di fronte un tavolino per la colazione (che sforna, ovviamente, direttamente Alessia con le sue mani). La stanza ha il letto a castello e un tavolo con un sacco di depliant e volantini, gli adesivi richiamano il mondo delle fate e il colore la fa da padrone. Ci sono a disposizione giochi, libri, ovviamente le guide del Trentino dei bambini ma anche il forno a microonde e i piatti e le pentole per aiutare chi deve fare una vacanza in economia.IMG_9195

Ma non è finita perché la famiglia Casagrande mette a disposizione una stube in stile trentino per cucinare, ma soprattutto per ritrovarsi insieme (anche in pigiama confessa Alessia ridendo). Ci sono i giochi di società e noi le immaginiamo le sere d’inverno passate lì, oppure immaginiamo i bambini al piano superiore, a dividere con gli altri piccoli di casa il divano e i tanti giochi, i dvd e i libri per le storie. E c’è il camino!

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E’ un progetto di condivisione e di amore quello del Bosco Incantato. Non vogliamo raccontare troppi dettagli, ma solo darvi l’idea della sensazione che abbiamo avuto noi, ovvero quella che si tratti proprio di una famiglia che vuole ospitare un’altra famiglia con tutto il senso di comunità che questa idea può portare con sé. E vicino, a pochi passi, c’è anche un’azienda agricola con la stalla con le pecore e gli animali e i bambini potranno vivere da vicino alcuni momenti importanti della vita contadina (lo yogurt e il gelato Alessia lo prende lì per i suoi ospiti… slurp).IMG_9303

Ci sono tantissime offerte di solito se guardate il sito   e anche tante idee, a seconda del periodo, per passare del tempo insieme.

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Crediamo che questa famiglia abbia avuto una splendida idea che il fatto che sia stato il primo B&B ad ottenere il marchio FAMILY TRENTINO sia un segnale di quanto amore è stato messo nella sua realizzazione. Se vi ho incuriositi, anche se siete trentini e volete cambiare aria per qualche giorno, chiamate il Bosco Incantato: troverete una voce gentile che saprà darvi tutte le informazioni che desiderate!

Il Bosco Incantato B&B
Via dei Sonteni 6 – 38043 Bedollo (Tn)
Telefono: +39 0461.555073 e cellulare 347.9308086
E-mail: info@ilboscoincantatobb.it

Giocattoli che durano: ne vale la pena?

Risposta immediata al titolo: sì, un giocattolo che dura vale davvero la pena di essere acquistato. Presa di posizione “contro” i tempi attuali? Può essere, ma secondo noi ne vale la pena per diversi motivi, uno dei quali riconosciuto anche da Stefano Scarparo Alves, papà di Kidsonthetree, che lo riassume così: “penso che un buon giocattolo è quello che fa divertire i bambini ma che è anche in grado di resistere nel tempo per continuare a farci svagare anche con qualche segno di vecchiaia”. 

Se vi sembra un discorso anacronistico visti i tempi che corrono avete un po’ ragione, ma proprio per contrastare questa strana e a volte poco sana abitudine dei tempi moderni, in cui tutto è “evanescente” ed estemporaneo,  un giocattolo che dura è un’ottima scelta, almeno secondo noi. Kidsonthetree, ve ne renderete sicuramente conto dando un occhio al sito e ai prodotti che propone, sceglie spesso giocattoli di legno che, si sa, è per antonomasia simbolo di durata e di qualità.

La riflessione di Stefano nasce da un libro e probabilmente non a caso, visto che anche i libri, come i giochi in legno, sono un simbolo di intramontabilità. Il libro in questione è “Clown” edito per l’Italia da Camelozampa. É un silent book illustrato da Quentin Blake, un famosissimo illustratore. Ricco di immagini e dettagli questo libro non solo, nella famiglia di Stefano è piaciuto alle sue figlie, ma soprattutto è piaciuto a lui perché lo ha portato a riflettere proprio sul tema di questo articolo: il valore degli oggetti e, specificatamente visto che è del papà di Kidsonthetree che stiamo parlando, sul valore dei giochi.

Spesso nel chiedere a Stefano il perchè della scelta abbastanza frequente del legno come materiale per i giochi che propone con il suo marchio, la risposta che si ottiene è che principalmente ha il desiderio di trovare giocattoli prodotti con materiali più vicini al mondo della natura. Ma non da meno è l’importanza della durata nel tempo dei giocattoli. Secondo lui la durata nel tempo di un giocattolo è importante proprio perché vuol dire trasmettere alle generazioni future i nostri valori, la nostra storia. Avete mai ritrovato un giocattolo di quando eravate piccoli? Che magia! Soprattuto se di legno, il profumo dei ricordi rimane impregnato in ogni singolo elemento ed è sicuramente una sana esplosione di gioia.

Anche nella famiglia di Stefano le sue bambine adorano scoprire i giocattoli vecchi di quando erano piccoli papà e mamma. È un’attività (e un gioco ovviamente!) che si divertono a fare a casa dei nonni. Ma quando tornano a casa e raccontano delle loro scoperte, spesso si crea l’occasione per pensare e parlare del passato, dei ricordi, dell’infanzia, dei vecchi giochi.

Come dice Stefano prendere in mano un vecchio gioco, magari di legno, è un’esperienza molto interessante non solo per constatarne la resistenza e la capacità di conservare i ricordi, ma anche per ammettere la magica resilienza di questo tipo di giocattoli ormai non più consueti, ma sicuramente da riscoprire.

 

Tecnologia e giocattoli: prendiamo coscienza

Sono tante le domande che a noi genitori vengono (o dovrebbero venire) spontanee rispetto ai giochi tecnologici, alcune di esse sono forse giustificate dal fatto che la nostra generazione non è cresciuta a pane e tecnologia, ma è stata invece catapultata in questo mondo solo in età adulta, quando la nostra coscienza era già formata per discernere cosa è giusto o sbagliato. Ma di fronte ai nativi digitali cosa dobbiamo pensare? Stefano Scarparo Alves, fondatore di Kidsonthetree, che spesso ci mette davanti a interessanti quesiti legati al mondo dei bambini e al loro svago, si pone queste importanti domande: “Perché i giocattoli sono un trend in crescita? Perché i bambini di oggi sembrano preferire i giochi tecnologici a quelli classici? I giochi classici e tradizionali vanno ancora di moda?” Sicuramente in questa forma, o in altre, queste domande saranno sorte più o meno a tutti e forse in parte, siamo anche riusciti a dare una personale risposta.

Il papà di Kidsonthetree, ferrato in materia, ci fa notare che i giocattoli tecnologici sono un business in crescita perché il progresso ha reso possibile trasferire tecnologie, processi produttivi e tecniche anche nell’ambito dei giocattoli permettendo così la realizzazione di nuovi e stimolanti giochi impensabili fino a 20-25 anni fa. Come ingegnere lui ritiene che l’aumento dell’offerta di giochi tecnologici di per sé sia un evento naturale legato al progresso e allo sviluppo tecnologico, una sorta di evoluzione.

Come sempre, essendo Stefano anche un papà, spesso cerca di capire e comprendere perché alle sue figlie piace “giocare con il tablet” e perché i giochi tecnologici abbiano, spesso, la capacità di “annientare” il gusto del giocare semplice dei bambini. A volte ci confessa di avere l’impressione che i giochi tecnologici siano dotati di una misteriosa forza di attrazione nei confronti dei bambini più potente di una grossa calamita.

Il punto è anche che senza l’intromissione dei genitori, che per primi avvicinano i propri bambini alle tecnologie, i piccoli non avrebbero opportunità di usare facilmente tablet, smartphone e computer. Ovviamente oggigiorno sono oggetti molto diffusi e sono diventati di uso quotidiano ed essenziale, quindi, come un tempo la televisione, è quasi impossibile “starne alla larga”. Questo status delle cose, ovviamente porta ad abbassare sempre più l’età in cui i bambini ne vengono in contatto e imparano ad usarli. Il punto di vista di Stefano Scarparo Alves è quello di chi crede che il problema della società di oggi non sia il vietare l’uso di dispositivi e giochi tecnologici (sarebbe piuttosto anacronistico seppur non impossibile!) ma quello di saper imporre dei limiti di utilizzo e saper spiegare ai bambini la differenza tra virtuale e reale. Quello che preoccupa nelle nuove generazioni è l’attrazione così forte per il virtuale direttamente proporzionale all’alienazione dalla realtà e dalla quotidianità di ognuno di noi.
La vera domanda è: “É così vero che i bambini di oggi preferiscono giocare con i giochi tecnologici? O forse lo preferiscono perché spesso è più semplice e comodo per noi genitori?”. Un esame di coscienza non guasta. E i giochi classici? Che ruolo hanno nella società di oggi? Si possono considerare ancora di moda? Anche noi, come Stefano, crediamo che i giochi classici e tradizionali nella società di oggi siano ancora molto importanti, forse lo sono ancora più di un tempo, perché sono questi i giochi che ci riportano alla realtà, alla quotidianità, alle emozioni del cuore e al fare concreto.

Virtualmente, anche le relazioni umane, sembrano più facili, ma…saltare la corda dal vero non è così semplice come farlo su un tablet. È facile costruire una torre con i mattoncini virtuali ma farla dal vero, osservare le oscillazioni e ascoltare il momento del crollo dei mattoncini è cosa diversa. È facile rincorrere gli avversari nello schermo ma correre in un prato, arrampicarsi su un albero, giocare a nascondino in un parco è cosa differente. È facile chattare e fare partite virtuali con compagni a distanza ma giocare tutti insieme davanti ad un gioco in scatola, condividere emozioni reali, risate o amarezza per la partita persa è ben differente.

Quella di Stefano e di Kidsonthetree, le cui proposte sono legate al mondo del vero e del tradizionale, anche se con grande spirito di innovazione, sono delle riflessioni, ma è bene ogni tanto fermarsi a pensare a cosa davvero dobbiamo fare noi genitori di fronte a questi interrogativi.

Per scoprire la vasta gamma di proposte di Kidsonthetree sfogliate il sito!

Immaginazione o immaginario? I giochi giusti

Che cos’è l’immaginazione? Che differenza c’è tra l’immaginazione e l’immaginario? Queste sono le domande che Stefano Alves Scarparo, ideatore di Kidsonthetree si è posto e continua a porsi ogni volta che sceglie e introduce un nuovo gioco.

L’immaginazione è una creazione della mente. È la capacità della mente di ognuno di noi di creare immagini partendo da un’attività del nostro cervello.
L’immaginario invece è l’insieme delle immagini in cui è avvolta la nostra mente cioè, passatemi l’espressione, è un “piatto pronto” per il nostro cervello.

Il punto è che nella nostra società sempre più social e mediatica, l’immaginario di ognuno di noi è molto sollecitato e spesso “completo”, e c’è da chiedersi se questo aiuta veramente lo sviluppo. In quanto padre, oltre che titolare di un marchio che propone giocattoli, ha deciso di provare e di sperimentare per capire il potere dell’immaginazione e dell’immaginario. Come? Regalando alle sue bambine alcuni giochi definiti “destrutturati”: giochi aperti, liberi che offrono molte possibilità di utilizzo, iniziando poi ad osservarle per capire come si muovevano di fronte a questo tipo di offerta.

Stefano ha notato che all’inizio hanno effettuato giochi semplici, ma che con il passare del tempo invece la complessità degli scenari, dei personaggi, dei paesaggi e della combinazione di più materiali aumentava. Questo percorso lo ha affascinato: creazioni di casette o navicelle del tempo e anche aggiunta di materiali di riciclo hanno avuto la meglio. Secondo Stefano però non sempre immaginazione batte immaginario e a provarlo sono stati un’altra volta i comportamenti delle sue bambine: quando iniziano a giocare dopo un periodo di esposizione alla televisione più lungo delle loro abitudini, i giochi liberi sono impregnati di personaggi televisivi e delle loro storie. I racconti e gli scenari sono un po’ una ripetizione del cartone animato e l’immaginazione ci mette un po’ più di tempo per liberarsi e creare delle storie più fantastiche e più creative.

Tutti sappiamo che le tecnologie e i social media ci stanno aiutando e facilitando in moltissime attività ma, come sempre, spetta a noi adulti dosare e calibrare il giusto mix tra evoluzione e tradizione. E così anche negli insegnamenti ai nostri figli, nella scelta dei giochi e delle loro attività di svago, dobbiamo sempre tenere presente oltre che alle nostre necessità anche le loro preferenze e soprattutto la necessità di trovare qualcosa che stimoli il loro pensiero critico e la loro attività creativa.

In questo il catalogo Kidsonthetree è la trasposizione del pensiero del suo creatore, dove si trovano tantissime proposte legate allo sviluppo dell’immaginazione. QUI potete sfogliare tutte le proposte e scegliere quello che fa al caso vostro.

Mini Rugby Trento: tutta una scoperta!

Qualcuno di famoso diceva: “Un pallone tondo te lo restituisce anche il muro, una palla ovale solo un amico”. La filosofia del mini rugby è proprio quella che solo assieme ai tuoi compagni puoi raggiungere dei risultati.

A Trento il mini Rugby fonda le sue radici nel 2000, quando la società Rugby Trento spicca il volo da Terlago e atterra a Trento, prendendo un assetto più strutturato. Dei primi anni in cui si girava per il Triveneto con pochi bambini le cose sono molto cambiate e ad oggi tutte le categorie sono complete, dai piccolissimi della U6 fino alla U12, con la possibilità di schierare addirittura due formazioni in alcune categorie. Il tempo ha dato quindi ragione alla società! 

Obiettivi come: far sviluppare la fiducia in se stessi, rispettare le regole del gioco, sostenere la propria squadra sono capisaldi di tutte le categorie. Mentre obiettivi più specifici sono calibrati per ogni fascia di età e si evolvono man mano che i bambini crescono:

  • nell’Under 6, dai 4 ai 5 anni, si pone più attenzione alla motricità e sul far prendere confidenza ai piccoli con il proprio corpo sviluppando l’affettività.
  • dall’Under 8 si inizia a lavorare sullo spirito di squadra, sul relazionarsi con il gruppo, percependo il compagno come un alleato e non come un avversario.
  • nell’Under 10 a fianco al lavoro sulle capacità del singolo si cerca di sviluppare il lavoro di gruppo e le prime abilità tattiche
  • dall’Under 12 il focus è quello di preparare i ragazzi al gioco dei più grandi, in un campo più grande con regole più complesse.

L’associazione mentale per cui il Rugby viene visto come uno sport con molti infortuni, e che per giocarlo sia necessario essere ‘imponenti’ è ancora forte. Nel gioco c’è spazio per tutti, dal più piccolo ma agile e veloce al più grande forte e potente, anche i più timidi, con l’aiuto dei compagni possono scoprire le proprie potenzialità. L’importante è metterci grinta e determinazione e il divertimento sarà assicurato. Per le mamme papà che temono che il loro figlio o figlia (sono sempre più le bambine che provano la palla ovale) si possa far male rassicuriamo che nel mini Rugby, sia nel gioco che durante l’allenamento, l’attenzione alla sicurezza è molta. Il contatto con il terreno e tra i compagni viene affrontato gradualmente.

Durante gli allenamenti ai bambini viene insegnato a cadere ed eseguire il “temuto” placcaggio in maniera corretta, per evitare di fare e farsi male. Inoltre gli educatori pretendono il rispetto delle regole, in modo particolare quelle legate alla sicurezza, sia dentro che fuori dal campo cercando di farne comprendere l’importanza ai ragazzi.

Tutti coloro che fossero incuriositi sono invitati a partecipare agli Openday di settembre (15 settembre e 22 settembre) o a raggiungere il campo di via Fersina durante un allenamento, sia per una prova gratuita sia per richiedere informazioni. In questo modo i genitori avranno la possibilità di toccare con mano la realtà di questa società, confrontandosi con accompagnatori, educatori, genitori oppure buttando il loro pargoletto ‘nella mischia’.

Per maggiori informazioni cliccare QUI, o far riferimento a Marco che risponde all’indirizzo email minirugby@rugbytrento.it e al numero 3479140139.

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Peluches, li conosciamo bene?

Quando sentiamo parlare di cose naturali, biologiche, anallergiche e via discorrendo, ci fermiamo sul serio a capire di quali materiali sono composti o quali certificazioni hanno? Qualcuno di noi forse sì e alla domanda  “I giocattoli naturali esistono?” forse sarebbero anche in grado di rispondere. Noi, lo ammettiamo, non ci avevamo mai veramente pensato e Stefano Alves Scarparo, sul blog di Kidsonthetree, ci ha dato un ottimo spunto per cominciare a porci delle domande serie sull’argomento. In particolare si concentra sui peluches, un oggetto amatissimo dai bambini, l’antipodo per eccellenza dei giochi digitali, oggetto di mille giochi di ruolo e spesso amico e confidente, dalla notte dei tempi, di tantissimi bambini.

La vera domanda allora è: “Che cosa valutare nella scelta di peluches e dei giocattoli di stoffa?” 
Stefano racconta che quando è nata la sua prima figlia la sua vita, come per la maggior parte dei genitori,  è completamente cambiata. Mutano gli interessi, le esigenze e le priorità si trasformano e spesso, affiorano nuovi aspetti del tutto ignorati e per Stefano Alves, uno di questi aspetti è proprio stato l’interesse per i giocattoli naturali ed ecologici che si è poi trasformato in una nuova avventura chiamata proprio kidsonthetree.com

Grazie a Kidsonthetree scopriamo che ci sono anche (ma non solo) peluches fatti con materiali naturali. Nonostante il progresso tecnologico e l’automazione industriale, questo tipo di giocattolo prevede ancora una parte di assemblaggio a mano, ammesso che si parli di peluches di buona qualità. Ovviamente, a seconda di quante sono le fasi manuali e di quanta cura viene messa nella realizzazione dei dettagli più piccoli, non solo si avrà un prodotto di qualità diversa, ma anche il prezzo finale subirà delle oscillazioni, a volte anche notevoli.

Molti peluches sono realizzati con fibre sintetiche oppure hanno l’imbottitura di poliestere. Esistono anche peluches e altri giocattoli di stoffa che sono realizzati completamente con materiali naturali, ma in qualche modo questa seconda opzione è meno nota e meno diffusa. Due aspetti fondamentali hanno però maggior rilievo in questa questione: i motivi economici e quelli estetici.  I peluches realizzati con materiali naturali hanno infatti un prezzo più elevato perché il costo della materia prima e della manodopera, come si diceva, è più elevato rispetto alle fibre sintetiche; in più i colori dei peluches naturali sono meno vivaci perché la materia prima di origine non ha colori sgargianti.

Gli unici a poter fare la differenza sono i genitori, con le loro scelte, anche  dei giocattoli morbidi e dei peluches, oltre che con tutto il resto dei prodotti, di cui spesso Kidsonthetree nel suo blog ci ha parlato. Si può scegliere valutando sicuramente l’aspetto estetico ed economico, ma soprattutto, almeno questo è il consiglio di Stefano Alves Scarparo, valutando anche la composizione del materiale, l’origine delle materie stesse e i processi di lavorazione. Richiede sicuramente un po’ di tempo e di attenzione in più, ma ne vale certamente la pena.

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