Author - Alessandra

Maso Corradini: tra lamponi e animali

Se cercate un luogo dove trascorrere qualche ora e che metta d’accordo proprio tutti oggi vi accompagniamo a Maso Corradini, a Castello di Fiemme, dove Nicolò e Monica ci hanno accolti e ci hanno mostrato la loro azienda di famiglia, portata avanti con passione e con la voglia di crescere e di offrire sempre qualcosa di unico e diverso: le origini del maso risalgono infatti ai primi anni Settanta (è stato uno dei primi in Trentino), mentre la fattoria didattica è attiva già dal 2000: la parola d’ordine è “ecosostenibilità“: dall’impianto di irrigazione del lamponeto, passando per le verdure a chilometro zero e l’assenza di plastica usa e getta per arrivare ai pannelli solari montati sul tetto della stalla. Tutto questo rientra nel marchio Ecolabel, del quale il Maso è stato tra i primi ad essere insignito. Oltre alle tantissime piante di lamponi (quasi tremila!) e di altri piccoli frutti qui troverete anche un orto biologico (che serve la cucina del maso), la stalla con le mucche e i vitellini, le galline, le caprette, i maiali, un morbidissimo coniglietto e anche il gatto Polpetta, che vi seguirà incuriosito durante la visita.
Prima di iniziare il tour, i bambini possono prelevare una scheda-quiz dalla cassettina posizionata all’inizio del percorso e poi provare a compilarla durante la visita. Dal 2019 tutto il maso è infatti visitabile sia tramite un tour da svolgersi in autonomia fermandosi lungo le varie stazioni, sia tramite visita guidata (per la quale si consiglia la prenotazione): tutti i venerdì mattina, alle ore 11:00, c’è la possibilità di partecipare ad un tour guidato della durata di circa 1 ora e mezza, durante il quale Nicolò vi racconterà come si coltivano i lamponi, quali sono le loro caratteristiche, di cosa hanno bisogno e come si raccolgono. Ad esempio, lo sapete per quanti giorni produce frutti una piantina di lamponi? E a che ora vengono raccolti?
Dopo aver visitato la zona dedicata alla coltivazione dei piccoli frutti ed assaggiato dei deliziosi lamponi, è il momento di spostarsi nella zona della stalla. E che stalla! Qui le mucche possono godere di ogni comfort, dal raffrescamento, ai morbidi tappeti dove dormire fino addirittura a una dieta individuale!

Oltre a scoprire un sacco di curiosità sulle mucche, troverete qui una risposta a tutte le vostre domande riguardanti gli animali della fattoria, e, se siete fortunati come lo siamo stati noi, magari riuscirete a vedere anche qualche vitellino!

Se vi sono piaciuti i lamponi (che oltre ad essere buonissimi vi assicuriamo sono anche grandissimi e bellissimi!) li potrete acquistare nella bottega del maso, assieme ad altri golosi prodotti che li vedono ingrediente principe, come i succhi, lo sciroppo, le marmellate, ma anche profumate creme e saponi, creati appositamente per voi!
Noi abbiamo concluso la nostra visita con una piacevolissima sosta nel parco giochi e una gustosa merenda a base di torta di carote e dell’irrinunciabile sciroppo di lampone che Monica ci ha servito ben fresco ad uno dei tavoli all’esterno.Dopo aver dato una sbirciatina al menu ed aver scoperto che tutto viene fatto rigorosamente a mano, compresa la pasta ed il pane, penso che torneremo presto per provare la cucina o uno degli strepitosi brunch! Anche perché lo spazio esterno è bellissimo, ma le sale interne non sono da meno, con le travi a vista e gli arredi in legno naturale. Se volete prolungare la sosta, a Maso Corradini è anche possibile pernottare con tutta la famiglia!

Per informazioni visitate il sito della struttura QUI

Per prenotare la vostra visita: 📞 328 3622170 – 📧 info@agriturismocorradini.it

Rafting sull’Avisio con Val di Fiemme Outdoor

Vi siete mai chiesti se ve la sentireste di sfidare la corrente di un fiume a bordo di un gommone? Noi sì, e malgrado l’idea ci solleticasse, per la verità non eravamo del tutto convinte! Ad ogni modo, siccome uno dei nostri motti è “non lasciare mai che la paura ti impedisca di fare qualcosa” abbiamo deciso di lanciarci, o meglio, di immergerci!

Punto di ritrovo è stata la sede di Val Di Fiemme Outdoor, presso la piscina comunale di Cavalese (bella alternativa per una giornata piovosa, ne abbiamo parlato QUI), dove, indossati muta e caschetto siamo salite a bordo del pulmino che ci ha trasportati in pochi minuti sulle rive dell’Avisio.
Qui Marco, uno degli istruttori, ci ha fatto un dettagliato briefing sulla sicurezza e spiegato un po’ di termini tecnici e comandi necessari per poter guidare il gommone. Dalla teoria alla pratica il passo è breve, ma soprattutto implica l’immergersi nelle fredde acque del torrente per poter bagnare la muta e provare il galleggiamento di sicurezza…. Brrrrr! E’ freschetto, ma dovete fidarvi quando vi dicono che poi, con la muta bagnata, si soffre meno il freddo.

E così… passato il freddo, è passata anche la paura: nel giro di pochi minuti abbiamo preso confidenza con pagaia e gommone e ci siamo divertite un sacco!

La discesa, che in totale è di circa 6,5 km, vede un’alternanza di tratti più impegnativi, con salti, piccole rapide e slalom tra i sassi, e tratti più tranquilli, in cui è possibile osservare meglio l’ambiente circostante alla ricerca di animali selvatici come il merlo acquaiolo, i germani, o, se si ha più fortuna, anche qualche cerbiatto che scende al fiume ad abbeverarsi. Noi abbiamo avuto una fortuna inusuale e siamo passati con il nostro gommone a pochi centimetri da una volpe che stava attraversando a nuoto il fiume: stanca e stremata dalla corrente, alla fine la nostra amica è riuscita a risalire l’argine ed è scomparsa nella vegetazione.
Il giorno del nostro passaggio l’acqua era un un po’ torbida a causa delle piogge della notte precedente, ma altrimenti è possibile, ci hanno detto, vedere anche trote, specie optando per il “Nature rafting”, più soft dal punto di vista sportivo ma che vi porterà con un occhio di riguardo in più alla scoperta del torrente Avisio e del suo ricco ecosistema.

Pagaiando e lasciandoci trasportare dalla corrente siamo arrivati alla fine del percorso, poco prima del lago artificiale di Stramentizzo a Molina di Fiemme, dove sono ancora ben evidenti i segni lasciati dall’alluvione e dalla tempesta Vaia del 2018.

Le bambine erano talmente entusiaste che avrebbero volentieri proseguito, ma purtroppo era arrivata l’ora di scendere dal gommone, aiutare i ragazzi a caricarlo sul furgone e rientrare alla base.

Aldo, Federica (che è anche l’autrice di questi scatti, dato che il nostro telefono è rimasto all’asciutto in ufficio!) e Marco sono una squadra giovane, qualificata e simpatica, insomma, sono davvero in gamba e ci sanno fare anche coi bambini!

Per questioni di sicurezza è possibile fare rafting dagli otto anni in su: il giro che abbiamo provato noi è l’Avisio River Classic, adatto anche a chi non ha nessuna esperienza ma vuole provare subito il brivido del rafting!  Noi lo consigliamo a chi vuole divertirsi, ma anche avere una prospettiva diversa dal solito, osservando la Val di Fiemme dal basso, invece che dall’alto! Per quanto riguarda i tempi, considerate l’intera mattinata e fidatevi: sarà un’esperienza indimenticabile e che vorrete ripetere al più presto!

Per informazioni clicca QUI

Val di Fiemme Outdoor
📞 377 0945344
📧 info@valdifiemmeoutdoor.com

Pedalando con il Museo Geologico delle Dolomiti

Ecco qua un’attività che porta il museo all’aperto e che piacerà a tutta la famiglia. La sede di Predazzo del MUSE, dedicata alla geologia delle Dolomiti, organizza infatti varie uscite guidate per scoprire in compagnia (e in movimento!) le caratteristiche geomorfologiche e naturalistiche del territorio circostante.

Noi abbiamo provato la novità dell’estate 2020, la “GEOLOGIA IN BICICLETTA!”, una bella pedalata di circa 20 km in bici elettrica tra Predazzo e Ziano di Fiemme, accompagnati da Livio, istruttore di mountain bike, e da Anna Castellini, giovane e preparata geologa del MUSE in attività presso la sede territoriale di Predazzo.


Si parte dalla piazza antistante il Museo Geologico, nel centro di Predazzo e si percorre il paese fino ad imboccare la pista ciclabile che costeggia la destra del fiume Avisio ed arrivare al paese di Ziano. Il percorso prevede quattro tappe, durante le quali si scende dalle biciclette e si ascoltano le spiegazioni di Anna relative alla formazione delle Dolomiti e in particolare alle peculiarità geologiche della zona di Predazzo (esiste anche la predazzite, una roccia la cui scoperta ha ribaltato tutte le teorie geologiche fino ad allora date per certe!). Non vogliamo svelarvi troppo e rovinarvi le sorprese, vi diciamo solo che una volta qua tutto era sommerso dal mare, per quanto possa sembrare impossibile!
Risalendo lungo la sponda sinistra (qui non c’è una vera e propria ciclabile ma si pedala su sterrato ed erba e poi su una stradina di campagna: il percorso è quasi tutto pianeggiante in questo tratto) abbiamo anche avuto l’occasione di osservare alcuni esemplari della flora del torrente Avisio, come la Myricaria germanica, una pianta dal fusto rosso che cresce nel greto del fiume.

Numerosi sono anche gli animali che popolano il fiume e la zona circostante: noi ad esempio abbiamo visto una bella volpe che correva tra l’erba!
Si riprende poi la ciclabile nei pressi del nuovo biolago (ne abbiamo parlato QUI) e, attraversato l’abitato di Predazzo si risale verso la falesia di Sottosass (qui il percorso è un po’ più impegnativo, su sterrato e in salita, ma con l’ausilio della pedalata assistita è fattibile, basta prestare un po’ di attenzione soprattutto in fase di frenata), per poi ridiscendere lungo l’altro argine del torrente Travignolo e fare infine ritorno al Museo.
Insomma, un bel modo per passare una mattinata alternativa, se vi piace pedalare e vi interessa la geologia! A noi è piaciuto molto anche il fatto di provare la mountain bike elettrica!

L’escursione, per le competenze richieste, è consigliata dagli 8/9 anni in su, ma nulla vieta di portare anche i bimbi piccoli, utilizzando un seggiolino portabimbo!

Per maggiori info, CLICCA QUI!

Da Passo San Pellegrino al Rifugio Fuciade

Una passeggiata adatta a tutti è sicuramente quella che da Passo San Pellegrino porta fino alla conca dove si trova il Rifugio Fuciade. Molto suggestiva in inverno con la neve (ci eravamo stati, QUI il racconto), ma splendida anche in estate, grazie all’incredibile cornice di montagne che abbraccia tutta la vallata.

Noi abbiamo lasciato la macchina nell’ampio parcheggio a fianco della strada principale (1 € all’ora, 4 € tutto il giorno: è possibile pagare anche da cell con l’app EasyPark) nella parte più alta del passo San Pellegrino. Dal parcheggio si attraversa la strada e si sale seguendo la stradina che conduce all’Hotel Miralago.

Il primo tratto della strada è asfaltato e carreggiabile, ma è vietato il transito ai veicoli tra le 9 e le 12 del mattino; ci sono anche alcuni parcheggi liberi nei pressi dell’hotel sopra citato. Il sentiero parte proprio da qui, con una leggerissima salita che si snoda nei boschi: noi in una ventina di minuti siamo arrivate in località Pecol, dove è possibile proseguire sul tracciato principale o prendere un altro sentiero, allungando così il tragitto.

Noi siamo rimaste sulla via principale, anche perché proprio qui inizia una mini mostra di sculture lignee realizzate dai ragazzi del Liceo Artistico di Sen Jan di Fassa e intitolata “Contìe de Fascia”, dedicata alle principali figure delle leggende della Val di Fassa: abbiamo così conosciuto e toccato con mano la bellissima ed eterea Vivana, le malvagie Stria e Bregostana ed il saggio Salvan.

Nel giro di pochi minuti siamo uscite dal bosco e si è aperta davanti a noi l’ampia vallata del Fuciade, subito caratterizzata dalla presenza delle graziose baite in legno.

Ancora qualche centinaio di metri e sulla destra abbiamo trovato un angolino di paradiso: un ruscello dove togliere le scarpe e bagnarci i piedi. Abbiamo approfittato per riposarci mezz’oretta e fare anche uno spuntino godendoci il sole prima di riprendere il cammino. Lungo il sentiero, che si snoda in mezzo ad ampi prati pieni di fiori, il panorama sui boschi e le montagne è incantevole: da un lato, in lontananza, le Pale di San Martino e il Col Margherita, dall’altro, incombenti, le cime di Costabella.

Sul percorso abbiamo osservato alcune fontane dotate di semplici meccanismi che sfruttano la forza dell’acqua per girare, carine per spiegare ai bambini come dall’acqua si ricava energia.

In poco più di un’ora dalla partenza siamo arrivate al Rifugio Fuciade, che si trova inserito in una sorta di piccolo villaggio, con tanto di chiesetta in legno, davanti al quale campeggiano due grandi marmotte (di legno anche quelle, naturalmente!) simbolo del Rifugio e must per la foto ricordo!
Ovviamente non potevamo tornare indietro senza assaggiare qualche prelibatezza che offre il rifugio: è toccato a un tagliere misto di affettati e formaggi tipici, accompagnato da una giardiniera fatta in casa, deliziosa e apprezzata anche dalle mie bambine che non hanno grande feeling con le verdure!

Infine per soddisfare il nostro bisogno di dolcezza anche un bel kaiserschmarren con composta di prugne.

Del rifugio ci è piaciuta anche la presenza di piccole casette dove i cani possono riposarsi all’ombra proprio come fossero a casa loro!

Una foto con le marmotte giganti e via!, pronte per il ritorno dopo un’altra bella giornata da ricordare e da consigliare davvero a tutti!