Author - Alessandra

Avio: castello e caccia al tesoro

Il Castello di Avio è senza dubbio uno dei più bei castelli del Trentino. È uno degli esempi di architettura medievale meglio conservati e valorizzati dell’arco alpino e merita senza ombra di dubbio una visita.

Arroccato sopra l’abitato di Sabbionara d’Avio, sul monte Vignola, si raggiunge in auto percorrendo una strada lastricata che dal centro del paese sale attraverso il verde dei vigneti fino al parcheggio. Da lì si prosegue per qualche centinaio di metri a piedi, fino a giungere al portone di ingresso.

Il panorama che si può godere da praticamente ogni punto del castello è uno di quelli che non lascia indifferenti, e fa spaziare la vista sul verde delle coltivazioni della Vallagarina, dominandola dall’alto.

Come ogni anno il FAI propone per bambini e ragazzi (dai 4 ai 14 anni) la possibilità di affiancare alla visita del castello una speciale caccia al tesoro, al fine di rendere la visita stessa più appetibile, significativa e stimolante.
Siamo tornati molto volentieri per provare la caccia al tesoro, quest’anno dedicata alla storia del castello. Il kit con tutto il necessario si ritira presso la biglietteria, senza alcun costo aggiuntivo rispetto al ticket di ingresso.

Nella busta è contenuta la mappa del castello con una serie di informazioni iniziali e soprattutto la chiave che apre le cassettine che si trovano lungo il percorso di visita e che contengono l’indizio per trovare la tappa successiva.

Non solo: all’interno di ogni bacheca troviamo una pagina del “diario del Castello”, nella quale il Castello racconta in prima persona le vicende che lo hanno visto protagonista, secolo dopo secolo, dalla sua fondazione ad oggi, passando attraverso vicissitudini familiari, interessi politici e strategici, fasti e abbandoni…

Le architetture del castello prendono in questo modo vita attraverso lo storytelling ed acquisiscono concretezza anche per i visitatori più giovani.

Il racconto si sviluppa rivelandosi pagina dopo pagina nei pressi dei punti di maggior interesse che si incontrano lungo l’itinerario di visita: la Casa delle Guardie, con i suoi affreschi in tema cavalleresco, le porte di accesso lungo la cinta muraria, i camminamenti, le cucine del castello… Ma anche il Palazzo Baronale con il ciclo degli affreschi dedicati all’amor cortese nel mastio, i resti della cappella, i vari cortili arricchiti da rose, fiori, viti e cipressi, le torri (ricordiamo la Torre Picadora, dove si effettuavano le impiccagioni e la Torre Aperta, dove si conclude la caccia al tesoro e quindi anche la storia del castello, donato al FAI nel 1977 dalla contessa Emanuela di Castelbarco Pindemonte Rezzonico).

Attraverso le parole del diario si intraprende così un viaggio nel tempo che vede protagonisti soprattutto i Castelbarco, per secoli signori quasi indiscussi del castello, tra incendi, eredità, processi per stregoneria a carico di giovani contadine.

Alzando lo sguardo tra una pagina e l’altra di questo racconto è difficile non rimanere colpiti dalla bellezza che ci circonda. In una giornata di sole sono soprattutto i colori a colpire la vista e il cuore: il cielo azzurrissimo che si staglia contro il verde brillante dei prati e delle viti, il rosa ed il rosso delle rose… ma anche le forme del castello stesso: tutto si fonde in un quadro di grande armonia.

Se poi il caldo e la fame si fanno sentire anche nel corso della visita, la Locanda Al Castello  (tel. 340 5598304), con i suoi tavoli in pietra all’ombra del pergolato è l’ideale per una sosta di gusto: anche il palato vuole la sua parte!

E no, non ci siamo dimenticati: se concluderete tutta la caccia al tesoro, quando riconsegnerete la chiave avrete diritto ad una giusta ricompensa! Tenete d’occhio il sito per rimanere aggiornati su tutti gli eventi organizzati in questa stupenda cornice: tra rievocazioni storiche, giornate a tema e laboratori c’è sempre qualcosa a misura di bambino, ed i percorsi-gioco sono sempre il top!

APPUNTAMENTI IN ARRIVO
  • 29 luglio, ore 19.00: Il Castello Nascosto: un’ occasione speciale per scoprire, dentro e fuori le mura, luoghi solitamente inaccessibili;
  • tutte le domeniche di agosto: Ti racconto il Castello: il Medioevo
  • Martedì 15 agosto: Ferragosto al Castello;
  • Sabato 19 agosto: cena medievale con visita guidata.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

📞 0464 684453
📧 faiavio@fondoambiente.it

🌐 www.fondoambiente.it/luoghi/castello-di-avio

  • Potrebbe esservi utile la nostra mini-guida Vallagarina in estate: la trovate QUI

NEI DINTORNI

A Bondone con la app “A Smoky Tale”

Avete figli tecnologici che sbuffano anche solo all’idea di una passeggiata? Niente paura, a Bondone, in Val del Chiese, hanno pensato anche a loro! Basterà preparare tutto il necessario per un bel pic-nic e scaricare sul cellulare la app A Smoky Tale (cliccate QUI) e sarete pronti per questa nuova avventura. La app si presenta, come dice il nome, sotto forma di una storia narrata da due carbonai. Il carbonaio, da queste parti, è una vera e propria istituzione: il paese di Bondone ha infatti una lunga tradizione nella produzione del carbone, attività che coinvolgeva praticamente tutta la comunità, donne e bambini compresi. Oggi di carbonai ne rimangono pochi, con l’eccezione di qualche giovane che cerca, non senza difficoltà, di mantenere viva la tradizione. Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscere Dario, che in località Plos, una delle tappe segnalate sulla nostra app, ci ha aiutato a costruire il nostro pojat, la catasta di legna, terra e rami dove appunto avveniva la trasformazione della legna in carbone.

Con il nostro sacchettino di carbone abbiamo poi proseguito il giro con una tappa nel paese di Bondone: paesino dall’architettura affascinante e con splendidi scorci sul sottostante Lago d’Idro, Bondone è entrato a far parte del circuito dei Borghi Più Belli d’Italia nel 2018.

La app vi guiderà con spiegazioni, quiz e giochi interattivi alla scoperta della storia e degli antichi affreschi che decorano le case del paese.

Gli affreschi furono realizzati come voto religioso sulle facciate delle case delle poche famiglie sopravvissute alla terribile epidemia di peste del 1630. Qui, tra vicoli, fontane, affreschi e fiori alle finestre, la vita sembra veramente scorrere con ritmi d’altri tempi.

Il viaggio, seguendo le missioni richieste dalla app, prosegue in quota. Ci siamo così portati verso Malga Alpo di Bondone. È qui che ogni estate si sono tenute le 25 edizioni della Festa del Carbonaio, poi sospesa negli ultimi due anni causa Covid-19: spiedo per tutti, giochi e dimostrazione di come si costruisce e come funziona la carbonaia. Durante l’estate 2021 la malga aderisce al progetto #milklife Malghe Aperte (ne parliamo QUI) dando la possibilità, ogni mercoledì alle 15.00 di assistere alla tosatura tradizionale a forbice della pecora. Pecore a parte qui è il luogo ideale per vostro picnic, e i bambini potranno familiarizzare con diversi animali della fattoria.

Riempite le pance ci siamo spostati poco più sopra, alla Malga Alpo di Storo, sempre per portare a termine le missioni segnalate dalla nostra app A Smoky Tale.

Qui troverete una stalla con le mucche e quindi anche dell’ottimo formaggio (che potrete acquistare). Riscendendo a valle non dimenticate di fermarvi al punto panoramico Gambalet: si lascia l’auto in uno spiazzo poco distante dalla stradina che conduce all’Alpo di Storo, nei pressi di un laghetto per l’abbeveramento delle mucche e si sale a piedi lungo il sentiero che si snoda nei prati erbosi. In pochi minuti vi troverete affacciati sul lago d’Idro e potrete fare una foto sulla panchina panoramica o, se siete fortunati, assistere al lancio di un parapendio. Anche qui la app si collega automaticamente tramite GPS per proporre un gioco e una curiosità (la app funziona con GPS anche in assenza di rete).

La tappa successiva per noi è stata il Castello di San Giovanni (ne abbiamo già parlato QUI) a Bondone: un antico maniero arroccato su uno sperone di roccia con vista mozzafiato sul lago.

Lasciatevi stupire anche dalla cura dei dettagli e dai fiori che abbelliscono i cortili interni. La app vi condurrà alla scoperta del castello con una caccia al tesoro alla ricerca di moderne galline dotate di codice QR da scansionare per avere il successivo indizio: divertimento assicurato!

Il giro termina nella frazione di Baitoni, dove potrete scegliere tra un giro tra le piantagioni di mais (chi non conosce la famosa farina gialla di Storo? O ancor meglio la tipica polenta carbonera, arricchita con Spressa e salame? Da non perdere!), un tuffo al lago o del birdwatching attraverso le postazioni predisposte lungo le passerelle che attraversano la Riserva Naturale del Lago d’Idro (per altre idee su come trascorrere una giornata sul lago d’Idro cliccate QUI) .

Portate a termine tutte le missioni avrete imparato un sacco di cose su questo territorio, ancora lontano dai circuiti del turismo di massa e ricco di autenticità, proprio come dei veri carbonari DOC!

Vi consigliamo di guidare con prudenza: per raggiungere le malghe e gli altri punti in quota le strade sono strette (ma anche poco trafficate) e di scollegare il GPS appena completate le singole missioni, per non scaricare tutta la batteria e riuscire a portare a termine tutta la storia! Buon divertimento!

Per info: www.visitchiese.it  Tel: +39 0465 901217

Casa Marascalchi: viaggio nel passato

Ogni viaggio è una nuova avventura e porta con sé nuove scoperte, ma questa volta vogliamo portarvi assieme a noi in un viaggio speciale: un viaggio nel tempo!
In poco più di un’ora d’auto da Trento si raggiunge il paese di Cimego, nel comune di Borgo Chiese, e poi, lasciata l’auto nel comodo parcheggio, ci si addentra a piedi tra le suggestive stradine del quartiere medievale di Quartinago: è sempre interessante osservare l’architettura del passato, specie se si ha qualche ricordo d’infanzia legato alla casa dei nonni o dei bisnonni o ai loro racconti.


Appena varcata la soglia di Casa Marascalchi, ci si trova catapultati indietro di 50 anni, all’interno di una tipica abitazione contadina della Valle del Chiese: tutto qui è rimasto come una volta e ci parla della vita della gente del luogo.

Abbiamo “spiato” volentieri  nella vita di questa famiglia: tantissimi gli oggetti in giro per la casa: le stoviglie sul tavolo, gli attrezzi sul banco da lavoro del capofamiglia, il telaio utilizzato dalle donne di casa, la frutta messa ad essiccare nel sottotetto, le camicie da notte ed i copriletti ricamati a mano, i giochi dei bambini. Si ha quasi l’impressione di essere entrati in casa di qualcuno che da un momento all’altro potrebbe rincasare!


La casa è grande e disposta su più livelli: il piano seminterrato costituisce il nucleo più antico della casa, risalente probabilmente al 1500: qui si trovano le stalle e le cantine per la conservazione del vino e delle scorte alimentari (erano il luogo più fresco della casa e il frigorifero o non esisteva o era ancora un bene di lusso, anche se su questo i bambini stenteranno a credervi!), ma in principio queste stanze erano adibite anche ad abitazione, come testimonia la fuliggine presente in alcuni punti del muro in pietra.


Si torna poi al piano d’ingresso, dove è possibile vedere le due cucine (una con il grande tradizionale focolaio a legna ed una di epoca più moderna, con la cucina economica) e provare ad indovinare la funzione di alcuni
utensili ormai poco conosciuti, che sicuramente incuriosiranno anche i vostri bambini.

È presente anche una stua, una stanza che con i suoi fregi decorativi  testimonia la possibile presenza, in questa casa e in un passato abbastanza remoto, di abitanti legati ai signori locali. La visita prosegue ai piani superiori: qui, a fianco delle stanze da letto, si trova anche una stanza per l’allevamento del baco da seta, attività molto diffusa nelle realtà rurali trentine fino alla metà del secolo scorso.

In questi territori, oltre alla seta, veniva coltivata e lavorata anche la canapa, sempre per ricavarne un filato che trovava largo utilizzo.

Anche noi abbiamo voluto metterci alla prova e vedere cosa saremmo riusciti a fare tessendo diversi fili con il telaio: abbiamo seguito le spiegazioni e le istruzioni della bravissima Ilaria (che è bravissima ad usare il telaio ma anche a raccontare storie!) ed ecco qua il risultato! Non sono bellissimi i nostri braccialetti?

Se anche voi siete dei nostalgici e volete vivere questa esperienza nella storia contadina della Valle del Chiese con la vostra famiglia, Casa Marascalchi è aperta fino al 19 settembre 2021 tutte le domeniche dalle 16.30 alle 18.30: la conclusione ideale di una bella giornata all’aria aperta dopo aver visitato una delle tante malghe nei dintorni o aver fatto una bella camminata in Val di Fumo o sul vicino Sentiero Etnografico del Rio Caino.

L’ingresso è gratuito, ma per il laboratorio “Creiamo Noi Con Il Telaio” (dai 4 anni in su) – vedi anche QUI– è necessaria la prenotazione.

Per informazioni e prenotazioni:
APT Campiglio – Infopoint Valle del Chiese Tel. 0465 901217 – e-mail: booking@visitchiese.it

Da visitare in zona:

Piccoli Minatori crescono…a Darzo!

Vi abbiamo già parlato delle miniere di Darzo e delle esperienze adatte ad ogni età che qui vengono organizzate: oggi siamo stati a provare per voi “Piccoli Minatori Crescono”, il percorso di visita guidata studiato e ritagliato su misura per i visitatori più piccoli ma ugualmente interessante e coinvolgente anche per i loro accompagnatori adulti.
Prima di partire per raggiungere il sito minerario (o sulla via del ritorno) vi consigliamo di fare tappa in Piazza XVI Artiglieria a Darzo (ci troviamo nei pressi di Storo, a circa 1 ora d’auto da Trento), dove un meraviglioso, coloratissimo e gigantesco murale arricchito con pietre e tessere di mosaico, racchiude emblematicamente tutti gli elementi chiave per la lettura della storia del paese e dei suoi abitanti. La scoperta a fine Ottocento della presenza della barite ha infatti influenzato profondamente lo sviluppo socio-economico della comunità locale, dapprima con l’arrivo in paese di famiglie di minatori esperti provenienti da altre valli, in seguito impedendo che gli abitanti di Darzo a loro volta emigrassero altrove in cerca di fortuna.

Le tre miniere presenti a Darzo davano lavoro a un centinaio di persone, finché anche l’ultima miniera rimasta in attività, quella di Marìgole, fu dismessa definitivamente nel 2009.I

Il punto di ritrovo  per l’attività Piccoli Minatori Crescono è proprio qui, a Marìgole. Ci si arriva con la propria auto (anche quest’anno, causa Covid-19 purtroppo il servizio navetta non è attivo), oppure, per i più allentati e volenterosi, a piedi o in bicicletta (impegnativo, il dislivello è di circa 400 metri)

Da quassù si gode, comunque sia, di una vista spettacolare su tutta la valle e sul lago d’Idro!

In queste miniere veniva estratta la barite, minerale utilizzato nell’industria fotografica, farmaceutica, meccanica (e anche alimentare, ma per scoprire come dovrete venire a farvelo raccontare qui!) e ci lavoravano anche molti giovani apprendisti, chiamati in dialetto bòcia

Dunque eccoci qua nei panni di bòcia, pronti a trascorrere una giornata da minatore, o quasi!

Appena arrivati presso la falegnameria, ognuno di noi ha assunto un ruolo diverso: il primo minatore, il cuoco, il capo miniera,  l’armatore…

Tommaso e Michela ci hanno condotti nei vari luoghi del sito minerario, mostrandoci in modo pratico e coinvolgente le attività che venivano svolte nei diversi punti e stupendoci con effetti speciali: se, come noi, non avete mai visto come funziona una lampada ad idrocarburo, né conoscete le proprietà del carburo di calcio, ad esempio, rimarrete anche voi a bocca aperta!

Ovviamente non potevamo non entrare all’interno della galleria Santa Barbara della miniera: un luogo angusto, buio e umido che ci ha subito fatto comprendere come fosse difficile la vita del minatore!

La giornata è proseguita con giochi a squadre e con la visita alla casa dei minatori.

E per finire ci siamo anche meritati il diploma di aspirante minatore!

L’attività, ideale per bambini di età compresa tra i 6 ed i 12 anni, è disponibile fino a metà settembre, esclusivamente su prenotazione, al sabato pomeriggio in due orari: dalle 14 alle 16 o dalle 16.30 alle 18.30.

Ricordiamo che per raggiungere il sito minerario di Marìgole è necessario percorrere un ultimo tratto a piedi nel bosco (il sentiero è percorribile anche con passeggino da trekking, se avete anche bambini piccoli al seguito) e che ci troviamo  in quota: sono quindi consigliati un abbigliamento comodo, scarpe da trekking e felpa o giacchina! È possibile sostare sui tavoli esterni coperti anche per un pic nic o una merenda (portate però il vostro cibo perché non c’è servizio di ristorazione!)

Attività a pagamento (solo contanti, no carte): 5 € bambini di età inferiore ai 12 anni, 6 € adulti. Previste riduzioni per residenti Giudicare e Val Sabbia.

Per INFO e PRENOTAZIONI

Tel. 328 0007711

Web: www.minieredarzo.it (cliccare QUI)

e-mail: visite@minieredarzo.it

Per raggiungere l’ex sito minerario di Marigole:

  • A piedi: tramite Sentiero dei Minatori oppure tramite strada forestale Darzo-Marigole (per escursionista esperto e camminatore; 700 metri dislivello e circa 1 ora e 40 di percorrenza)
  • In bici: tramite strada forestale Darzo-Marigole oppure tramite strada Faserno-Prabort-Marigole (per biker medi vista pendenza) / oppure da Malghe di Darzo.
  • In auto: tramite strada Faserno, arrivando fino al tornante dopo Prabort (circa 20/25 minuti) parcheggio auto, partenza a piedi e arrivo a Marigole (circa 35 minuti).

 

ALTRI EVENTI 2021

    • “Una miniera in montagna” – Visita guidata al sito di Marìgole  alla scoperta dei luoghi dell’estrazione della barite, della finitura degli attrezzi, del trasporto del minerale a valle e la casa dei minatori. Adatto per famiglie con bambini di età compresa fra i 6-12 anni. Tutti i sabati e le domeniche su prenotazione in tre diversi orari;
      • dalle 10.30 alle 12.30
      • dalle 14.00 alle 16.00
      • dalle 16.30 alle 18.30
      TARIFFE 2021
      • Adulti 9€
      • Bambini (con meno di 12 anni) 7€

      È previsto uno sconto per i residenti della Comunità delle Giudicarie e della Valle Sabbia

    • “Darzo, un mistero da scoprire” -Visita guidata interattiva ed itinerante. Indizi nascosti nelle pagine di un vecchio quadernetto raccontano la storia del paese di Darzo fra antichi dipinti, miniere di montagna, viaggi transatlantici e guerre mondiali… Ma il diario si interrompe all’improvviso: cosa sarà successo all’autore? Consigliata per gruppetti di amici e conoscenti, adulti e adolescenti.Su prenotazione, il venerdì dal 2 luglio fino al 17 settembre 2021.
      • dalle 17:00 alle 19:00
      TARIFFE 2021
      • Adulti (maggiori di 12 anni) 9€

      Sono previsti sconti per i residenti della Comunità delle Giudicarie e della Valle Sabbia (Adulti >12 anni 7€

 

Nei paraggi da visitare:

 

A Bellamonte da Nonno Gustavo

Non conoscete Nonno Gustavo? É il momento di sopperire a questa mancanza! Il fatto è che Nonno Gustavo non è una persona, o meglio lo era e questo che porta il suo nome è un museo, precisamente un museo etnografico ospitato in un antico tabià in Val di Fimmè, a Bellamonte, nei pressi dell’Hotel Stella Alpina (Museo Etnografico Tabià de Bocìno).

Il tabia’ in origine era la sede temporanea della fienagione per i contadini che dal paese risalivano a monte. Infatti fino alla metà del Novecento Bellamonte era una località turistica poco frequentata e tale circostanza le permise di conservare il suo secolare aspetto di regno dei prati, dove i tabià erano numerosi.

Generalmente non avevano fondamenta, ma solo uno zoccolo di pietra, a secco, con una sovrastruttura in legname fatta di tronchi rozzamente incastrati. Annesso alla costruzione solitamente si trovava un locale più piccolo in muratura, chiamato casèl, con focolare e spazio per consumere i pasti. Ci abitavano anche 4/5 famiglie assieme!

Il Museo di Nonno Gustavo venne creato, negli anni Novanta, da Rinaldo Varesco che lo volle intitolare con il nome del padre Gustavo. Il Museo, oggi gestito dai discendenti di Rinaldo, conserva una ricca collezione, di oltre 3.000 pezzi, che testimonia la vita, il lavoro e la cultura agrosilvopastorale degli abitanti della Val di Fiemme.

Tra gli oggetti conservati, vecchi anche di 300 anni, sono presenti gli attrezzi utilizzati in passato dai boscaioli, dai falegnami, dai carrettieri, dai bottai, dai calzolai, dai fabbri, dai conciapelli, dai contadini e poi ancora i principali strumenti in uso nelle cucine di una volta.

Una particolarità che ci ha colpito sono i portacote, ossia dei pezzi di legno molto decorati dentro al quale veniva tenuta la pietra per affilare la falce e donati ai figli dai padri.

Insomma una visita nel tabia’ vi farà un po’ rivivere il mondo dei nostri nonni.

Il Museo etnografico Tabià de Bocìn, detto anche Museo di Nonno Gustavo si trova in via Prai de Mont a Bellamonte ed è visitabile  tutto l’anno, con prenotazione obbligatoria, chiamando la sig.ra Margherita Varesco, 3389203678, o contattando il Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, info@palazzomagnifica.eu – 0462.340812.

L’ingresso è gratuito con la possibilità di fare un’offerta libera.

La cascata di Predazzo: che sorpresa!

A due passi dal centro della pittoresca cittadina di Predazzo, si nasconde un tesoro che farà la gioia di grandi e piccini: una vera cascata!

Meta molto ambita per le escursioni in famiglia, la cascata di Predazzo ci ha lasciati davvero senza parole. Piccola e nascosta tra i boschi é raggiungibile seguendo le indicazioni all’incrocio tra Via Lagorai e Via Fontanele. La segnaletica è ottimale: i cartelli che indicano la direzione per la cascata sono un po’ ovunque e perdersi è davvero impossibile.

Il percorso è breve e semplice, caratterizzato da un dislivello di circa 230 metri e che ti consente di raggiungere la quota massima di 1.250 metri. La stradina prima asfaltata e poi sterrata si snoda tra i campi, stringendosi in un sentiero. A questo punto siamo già nel bosco e, attraversando delle passerelle poste sopra il Rio Pozze, si arriva finalmente alla cascata.

Dopo la tempesta Vaia del 2018 la cascata era inaccessibile e solo quest’anno l’accesso è stato risistemato, anche se ancora in qualche punto è visibile il cantiere.

A questo punto dell’escursione, e fatte tutte le foto di rito, si può ridiscendere al secondo ponte e imboccare il sentiero di destra verso il ristorante Miola dove gustare delle prelibatezze tipiche o semplicemente bere qualcosa. Si raggiunge in circa 20 minuti. Ora se si vogliono fare ancora due passi dal ristorante si può accedere ad un bellissimo belvedere. Dopodiché per il rientro si può scendere dalla strada asfaltata, in via Coronelle, che riporta all’incrocio iniziale di via Fontanele oppure tornare indietro da dove eravamo partiti.

INFO UTILI:

🌍 LUOGO: Val di Fiemme
📍PARTENZA: centro di Predazzo
📍ARRIVO: cascata di Predazzo
ALTITUDINE: 1250 metri
🚶‍♂️DISTANZA: circa 2 chilometri
DURATA: mezz’ora (solo andata)
⬆️ DISLIVELLO: 230 metri
⚠️ PASSEGGINO: sconsigliato
🏡 PUNTI DI RISTORO: Ristorante Miola  📞 0462 936603

E per finire in bellezza un bel gelato e due passi nel centro potrebbe essere un modo speciale di completare la giornata! Inoltre trovate tante altre passeggiate e attività da fare a Predazzo QUI.

Amici camperisti vi consigliamo queste soste nei dintorni:

 

A Maso delle Erbe con i lama

Gli alpaca e i lama sono degli animali incredibili: docili, buffi, morbidosi e molto amati soprattutto dai bambini…. così oggi abbiamo esaudito il grande desiderio di Viola: passeggiare con dei lama e alpaca veri. E non solo con il suo peluche preferito . Dopo aver prenotato tramite e-mail al Maso delle Erbe di Tesero ci siamo recati nel loro negozio per pagare e farci spiegare come raggiungere il recinto degli animali. Nel negozio si trovano tutti i loro prodotti naturali a base di miele (dalle caramelle, al miele in barattolo, ai prodotti per il corpo, …).
Risaliti in auto si riprende la statale verso Cavalese e nella retta prima del centro commerciale si trova un parcheggio sulla sinistra. Dopodiché si scende a piedi verso il recinto dei lama che si vede dalla strada. Lì ci aspettava Eva che, dopo aver spazzolato e imbrigliato i tre alpaca Mango, Loco e Papaya e il lama Pablo ci ha fatto incamminare lungo il sentiero. Noi abbiamo scelto Mango, l’alpaca più piccolo.
La passeggiata è durata circa due ore, soprattutto perché gli alpaca decidono da soli quando camminare, mangiare o semplicemente sostare. Diciamo che sono loro ad accompagnare noi 🙂 . La strada, sterrata (volendo adatta anche ai passeggini, ma solo da trekking) comincia in salita per poi spianare in un ambiente incontaminato. In un’oretta circa si arriva nei pressi della bella cascata del Salime, un salto d’acqua di una ventina di metri, dove gli animali vengono lasciati liberi di mangiare l’erba di cui vanno ghiotti.
Le bambine sono rimaste stupite e incantate dalla morbidezza del pelo e dal contatto con questi splendidi animali. E devo dire anche noi genitori.

L’esperienza termina con un assaggio di succo di mela e dei mieli prodotti al Maso delle Erbe ordinabili anche via internet o al negozio di Tesero e una sbirciatina all’arnia didattica, con ricerca dell’ape regina, mille domande sui diversi tipi di api, sulla possibilità che escano dal vetro, la costruzione delle celle e così via!

maso erbe miele

Le passeggiate vengono fatte la mattina, dal lunedì al venerdì alle 9:30 e alle 11.30.
Il percorso è un giro ad anello di circa 3 km molto semplice. Viene assegnato un animale per famiglia (massimo 5 famiglie).
Costo: €15 per gli adulti e €10 dai 5-12 anni oppure il pacchetto famiglia è di €40.
Per info 345 81 38 733 o info@maso erbe.it.

Se la vostra idea è quella di fermarvi in zona per un paio di giorni, potete sostare nella bella area sosta di Tesero.

Erba Maga: un maso incantato nel cuore della Val di Rabbi

Se siete alla ricerca di un luogo davvero speciale in cui rigenerare il vostro spirito, lontano dai ritmi frenetici della vita quotidiana, ecco un posticino dove voi ed i vostri bimbi vi troverete benissimo.

Stiamo parlando del B&B Erba Maga, e ve lo consigliamo per tanti motivi. Partiamo dalla posizione: comodissima per tutte le escursioni in Val di Rabbi (avete il famoso ponte sospeso praticamente sopra la vostra testa!) ma lontano da qualsiasi tipo di traffico, in quanto raggiungibile solo a piedi percorrendo il breve sentiero pianeggiante che lo collega al parcheggio privato: si trova all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio e l’ultimo tratto di strada è accessibile solo ai veicoli autorizzati, quindi passano comunque davvero pochissime auto.

La struttura si trova alla fine della Val di Rabbi, nei pressi della antica segheria dei Bègoi, ed è un tipico maso della tradizione rurale, anticamente utilizzato come dimora per gli animali e per l’essicazione del fieno. Gestito da Chiara, è tornato a nuova vita con un restauro conservativo curato nei minimi dettagli, voluto e portato a termine grazie al contributo di suo papà Valter, ex guida alpina.  La stessa passione ed attività del genero Davide.

Proprio di fronte al maso, si trova un grande giardino dove i bambini potranno correre e giocare in sicurezza, attrezzato con scivolo, altalene e trampolino, ma anche con sdraio ed amaca per il relax degli adulti.

Una volta entrati nella zona comune al primo piano (salottino e zona colazione con cucina, dove gli ospiti possono usufruire del frigorifero per conservare le proprie cose) si viene avvolti dal calore e dall’intimità del legno (e in inverno anche da quello di una bellissima stufa), degli arredi e delle decorazioni; tutto ideato e realizzato da nonna Elena. C’è anche un piccolo balconcino per rilassarsi leggendo un libro sorseggiando una tisana home made (con vista sul prato, per poter sorvegliare i bambini).

Le tre camere, arredate con semplicità e gusto, silenziosissime, profumate e confortevoli, sono tutte dotate di servizi privati, bollitore, tv, asciugamani: una vera oasi di pace! Vi sveglierete al mattino in un silenzio ovattato, poi, aprendo le finestre, gli unici rumori che sentirete saranno lo scrosciare dell’acqua del rio Ragaiolo e del vicino torrente Rabbies ed il cinguettare degli uccellini.

Ad attendervi al mattino una gustosa colazione preparata da Chiara con prodotti locali (burro, latte, uova, ricotta, salumi, formaggi: ottima anche la caciottina ErbaMaga ai fiori eduli preparata in esclusiva dal Caseificio Cercen), panificati freschi, ottime torte fatte in casa… e poi marmellate, succhi, tisane, granelle e addirittura dei coloratissimi fiori, tutto proveniente dall’azienda agricola di famiglia che si trova a pochi chilometri di distanza, in località Pracorno. Qui, con metodi biodinamici, vengono coltivate piante officinali ed orticole e dimorano anche le utilissime api.

Una sfida a nostro avviso riuscitissima, portata avanti da questa famiglia con tanto impegno, amore e visione per il futuro della propria terra.

Il momento forse più magico qui è però la notte: lontani da ogni fonte di inquinamento luminoso, riscoprirete il piacere di osservare le stelle e la luna, circondati dalle danze delle lucciole, per la gioia e lo stupore dei bambini, e non solo! Non temete il buio però: a vostra disposizione, oltre ai bastoncini da trekking per le vostre camminate nei dintorni, troverete anche delle luci frontali per poter arrivare fino alla soglia del maso in sicurezza anche dopo una cena in valle (noi abbiamo cenato ottimamente al vicino ristorante Al Molin) o una capatina serale al poco distante parco giochi in area Plan.

Al B&B Erba Maga ci siamo trovati d’incanto durante tutto il nostro soggiorno, sentiti davvero a casa e le bambine non hanno avuto l’esigenza di accendere la tv nemmeno una volta: un vero successo ripensando ai mesi appena trascorsi!

Chiara, che è laureata in biotecnologie per l’alimentazione, ma anche insegnante di danza, è una persona preparata, disponibile e piena di idee: controllate regolarmente il suo sito e canali social: dalle candele in cera d’api, ai cosmetici naturali, fino ai corsi, troverete sempre qualcosa di bello ed interessante e naturalmente una buona occasione per andare, o tornare, in questo magico angolo di mondo!

Per informazioni:
📞 +39 340 056 7236
📧 info@erbamaga.it
🌐 http://www.erbamaga.it

Escursioni, malghe, itinerari, avventure, parchi gioco e attività per le famiglie: per scoprire la nostra mini-guida estiva dedicata alla Val di Rabbi, CLICCA QUI!

Alle Marmitte dei Giganti

Eravamo già stati alle Marmitte dei Giganti, parcheggiando lungo la strada che da Nago scende verso Torbole, ma da qualche tempo pensavamo di tornarci.

UNA PASSEGGIATA ALTERNATIVA

Detto fatto ci siamo spinti in una zona meno nota di Arco, le campagne di Pratosaiano: qui le stradine da percorrere immersi tra i meleti, in questo periodo in tutta la bellezza della loro fioritura, sono davvero tantissime, l’ideale anche per un bel giro primaverile in bicicletta coi bambini, visto il terreno pianeggiante.

COME ARRIVARE

Per raggiungere più velocemente il punto d’inizio della nostra passeggiata abbiamo svoltato verso la Località Fibbie al bivio del semaforo all’altezza dell’Hotel Everest (sulla statale che da Nago porta verso Arco, nella frazione di Vignole): da lì si prosegue fino ad arrivare alla chiesetta di San Luigi e si lascia la macchina in uno dei posti a lato strada. Sotto i piloni della corrente si trova il cartello che indica Marmitte dei Giganti. Da qui si prosegue a piedi su un sentiero sterrato e quasi del tutto pianeggiante, in mezzo agli ulivi. La vista si apre ben presto sull’ultimo tratto del corso del Fiume Sarca, sul Monte Brione e sul lago di Garda, offrendo degli scorci mozzafiato.

I bambini, sia quelli piccini che quelli più grandicelli, potranno divertirsi correndo ed arrampicandosi sulla roccia che fiancheggia il sentiero. Noi abbiamo trovato anche una piccola grotta con all’interno un laghetto e ci siamo divertirti ad ascoltare l’eco della nostra voce.

In poco più di un’oretta si raggiunge il parcheggio panoramico della statale SS240 . Per arrivare finalmente alle marmitte è qui necessario percorrere una decina di metri lungo la statale in direzione di Torbole prima di imboccare il sentiero che scende alle Marmitte e poi prosegue verso l’abitato di Torbole.

LE MARMITTE

Ma cosa sono queste grandi conche di roccia levigata dal nome così curioso? Non essendoci stata per lungo tempo una spiegazione scientifica riguardo alla loro nascita, a lungo si è tramandata la leggenda che fossero stati appunto dei giganti a modellarle: in realtà abbiamo scoperto che sono dei pozzi di origine glaciale, formatisi grazie al movimento vorticoso di acqua e pietre all’interno di crepacci. Questo processo avrebbe agito come una enorme fresa naturale, levigando le rocce e dando loro la caratteristica forma.

Per ammirare una delle formazioni si può salire una scala ancorata alla roccia (anche per bambini coraggiosi, purché non soffrano di vertigini!), mentre la marmitta più grande si trova a pochi metri di distanza.

A fianco di quest’ultima vi è anche una grotta che si dirama in due direzioni opposte a pochi metri dall’ingresso: è possibile entrare, ma solo se siete muniti di torcia e non avete paura del buio! Noi ne abbiamo percorso un tratto… ma entrate solo se siete coraggiosi!

Proseguendo da qui , con un dislivello di circa 200 metri percorribile in 20 minuti, siamo quindi scesi verso Torbole: il sentiero si snoda parzialmente nel bosco e poi attraverso un ampio uliveto, fino ad arrivare all’estremità nord dell’abitato, nei pressi dell’hotel Villa Stella (sono qui disponibili anche alcuni parcheggi liberi, se voleste iniziare l’escursione da qua).

E visto che il lago lo abbiamo ammirato dall’alto, potevamo non andare a dare una sbirciatina anche da vicino? In fondo il Lago di Garda è sempre bellissimo!

La passeggiata (non adatta ai passeggini, se non nel primo tratto) non è difficile, ma tra andata e ritorno è bella impegnativa per la lunghezza. A noi comunque è piaciuta molto e non possiamo che consigliarvela.

NEI DINTORNI

Ecco alcuni suggerimenti da cogliere al volo:

  • potreste salire sul Castello di Arco e ammirare il panorama;
  • fare un rafting immersi nella natura lungo il fiume Sarca
  • andare in battello da Torbole a Riva del Garda

Per approfondire la conoscenza della zona di Nago-Torbole, invece, date un’occhiata alla mini-guida: cliccate QUI

Abbiamo mini guide per tutte le zone: cercate QUI quella che vi interessa.

Per maggiori informazioni potete consultare anche il sito www.gardatrentino.it

Maso Corradini: tra lamponi e animali

Se cercate un luogo dove trascorrere qualche ora e che metta d’accordo proprio tutti oggi vi accompagniamo a Maso Corradini, a Castello di Fiemme, dove Nicolò e Monica ci hanno accolti e ci hanno mostrato la loro azienda di famiglia, portata avanti con passione e con la voglia di crescere e di offrire sempre qualcosa di unico e diverso: le origini del maso risalgono infatti ai primi anni Settanta (è stato uno dei primi in Trentino), mentre la fattoria didattica è attiva già dal 2000: la parola d’ordine è “ecosostenibilità“: dall’impianto di irrigazione del lamponeto, passando per le verdure a chilometro zero e l’assenza di plastica usa e getta per arrivare ai pannelli solari montati sul tetto della stalla. Tutto questo rientra nel marchio Ecolabel, del quale il Maso è stato tra i primi ad essere insignito. Oltre alle tantissime piante di lamponi (quasi tremila!) e di altri piccoli frutti qui troverete anche un orto biologico (che serve la cucina del maso), la stalla con le mucche e i vitellini, le galline, le caprette, i maiali, un morbidissimo coniglietto e anche il gatto Polpetta, che vi seguirà incuriosito durante la visita.
Prima di iniziare il tour, i bambini possono prelevare una scheda-quiz dalla cassettina posizionata all’inizio del percorso e poi provare a compilarla durante la visita. Dal 2019 tutto il maso è infatti visitabile sia tramite un tour da svolgersi in autonomia fermandosi lungo le varie stazioni, sia tramite visita guidata (per la quale si consiglia la prenotazione): tutti i venerdì mattina, alle ore 11:00, c’è la possibilità di partecipare ad un tour guidato della durata di circa 1 ora e mezza, durante il quale Nicolò vi racconterà come si coltivano i lamponi, quali sono le loro caratteristiche, di cosa hanno bisogno e come si raccolgono. Ad esempio, lo sapete per quanti giorni produce frutti una piantina di lamponi? E a che ora vengono raccolti?
Dopo aver visitato la zona dedicata alla coltivazione dei piccoli frutti ed assaggiato dei deliziosi lamponi, è il momento di spostarsi nella zona della stalla. E che stalla! Qui le mucche possono godere di ogni comfort, dal raffrescamento, ai morbidi tappeti dove dormire fino addirittura a una dieta individuale!

Oltre a scoprire un sacco di curiosità sulle mucche, troverete qui una risposta a tutte le vostre domande riguardanti gli animali della fattoria, e, se siete fortunati come lo siamo stati noi, magari riuscirete a vedere anche qualche vitellino!

Se vi sono piaciuti i lamponi (che oltre ad essere buonissimi vi assicuriamo sono anche grandissimi e bellissimi!) li potrete acquistare nella bottega del maso, assieme ad altri golosi prodotti che li vedono ingrediente principe, come i succhi, lo sciroppo, le marmellate, ma anche profumate creme e saponi, creati appositamente per voi!
Noi abbiamo concluso la nostra visita con una piacevolissima sosta nel parco giochi e una gustosa merenda a base di torta di carote e dell’irrinunciabile sciroppo di lampone che Monica ci ha servito ben fresco ad uno dei tavoli all’esterno.Dopo aver dato una sbirciatina al menu ed aver scoperto che tutto viene fatto rigorosamente a mano, compresa la pasta ed il pane, penso che torneremo presto per provare la cucina o uno degli strepitosi brunch! Anche perché lo spazio esterno è bellissimo, ma le sale interne non sono da meno, con le travi a vista e gli arredi in legno naturale. Se volete prolungare la sosta, a Maso Corradini è anche possibile pernottare con tutta la famiglia!

Per informazioni visitate il sito della struttura QUI

Per prenotare la vostra visita: 📞 328 3622170 – 📧 info@agriturismocorradini.it