Author - Alessandra

Campiglio: slittando sullo Spinale

La pista da slittino a Madonna di Campiglio unisce divertimento e meraviglia, dinnanzi al paesaggio che regala il Monte Spinale. Il candore della neve, la bellezza delle Dolomiti di Brenta a fare da contorno, e una tranquillità inaspettata. Tutto ad un passo dalle piste da sci.

Si sale  dal paese con la telecabina Spinale. In pochi minuti si arriva a poco più di 2000 metri di altitudine. Da qui si imbocca la pista da slittino. Bello il panorama e divertenti le discese, con pendenze, curve e ogni tanto anche dei pianori che permettono di rallentare un pochino.


Il primo tratto della pista è sui prati di malga Fevri, dopodiché si entra nel bosco, fino ad arrivare infine alla partenza della seggiovia Spinale 2. La lunghezza della pista è di circa 3 chilometri, da quota 2.070 fino a 1.730 metri, con un dislivello di 340 metri. La pendenza media è del 12%, mentre quella massima è del 18%. Molto divertente, ma è necessaria una certa dose di prudenza, pertanto i bambini sotto gli 8 anni devono essere accompagnati.

Vi ricordiamo anche che su questa pista vige l’obbligo di casco fino a 18 anni e che non è consentito l’utilizzo di bob o slittini in plastica. Se non avete la vostra slitta è possibile noleggiarla, così come il resto dell’attrezzatura, alla partenza della cabinovia.
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Per mangiare all’arrivo della telecabina c’è il nuovissimo Chalet Spinale, con un panorama mozzafiato valorizzato dalla bellissima terrazza e dalle ampie vetrate. Si mangia sia nell’elegante ristorante à la carte, che al self service, che al pratico snow-grill. Insomma ce n’è per tutti i gusti.

Noi abbiamo utilizzato lo skipass di 4 ore: un paio di slittate per prendere confidenza, un ottimo pranzetto e il tempo rimanente su e giù con la slitta e la seggiovia. Al rientro, un the caldo in paese, a degna conclusione di una magnifica giornata.

Tariffe skipass pista da slittino QUI

Info utili:

  • casco obbligatorio fino a 18 anni
  • i bambini fino ad 8 anno devono essere accompagnati da un adulto
  • slittini privati: è consentito l’uso di slitte e slittini. NON è permessa la discesa con bob
  • Servizio giornaliero continuato dalle 10 alle ore 15,30.
  • Per ulteriori info e orari di apertura tel. 0465 447744 o www.campigliodolomiti.it

Per scoprire altre belle esperienze invernali a Madonna di Campiglio e dintorni, CLICCA QUI!

Seggiovia d’altri tempi: da Merano a Tirolo

Vi abbiamo già parlato delle passeggiate lungo il Passirio e della passeggiata Tappeiner, che permettono di immergersi nella natura senza uscire da Merano ed apprezzarne la sua vocazione storica di città-giardino, ma lo sapevate che dal centro parte una seggiovia monoposto che vi porta in collina, tra i frutteti ed i vigneti? Lungo la via dei portici, poco prima di arrivare nella piazza del Duomo dedicato a San Nicolò, si svolta seguendo le indicazioni per Tappeinerweg. Dopo 50 metri troverete sulla sinistra il castello, davanti a voi l’inizio della passeggiata e sulla destra l’ingresso alla seggiovia.

Inaugurata negli Anni Quaranta del secolo scorso, questa seggiovia ha il sapore nostalgico delle cose semplici di una volta. Un addetto vi aiuterà a salire sul vostro seggiolino e inizierete la vostra salita verso l’alto. All’inizio non vi sembrerà nulla di straordinario, ma poi, sorvolando i vigneti carichi di uva con i rumori della città che vanno pian piano scomparendo per lasciar posto ad un silenzio cui non siamo più abituati, vi troverete a guardarvi attorno con l’entusiasmo di un bambino!

La seggiovia è monoposto, e forse anche per questo potrà piacere particolarmente ai bimbi, che proveranno l’ebbrezza di fare da soli, proprio come i grandi! I bambini di età superiore agli 8 anni possono infatti occupare un  proprio seggiolino e viaggiare in solitaria, mentre quelli più piccoli potranno salire in braccio ad un adulto. Ad ogni modo, sarà quasi un peccato dover scendere così presto! Il viaggio dura circa 5-7 minuti e vi lascia alla stazione a monte, presso l’hotel Panorama. Qui, se trovate posto in terrazza, approfittate per fare una sosta e bere un bel cappuccino o qualcosa di fresco mentre ammirate la città e le montagne in lontananza.

Potete poi proseguire a piedi su strada asfaltata fino al centro di Tirolo: è una strada pianeggiante e molto tranquilla, circondata da vigneti e frutteti. L’unica pecca è che c’è poca ombra, quindi vi sconsigliamo di intraprenderla nelle giornate o nelle ore troppo calde, o perlomeno di farlo muniti di cappellini e borracce!

Noi abbiamo trovato anche un “chiosco” di mele: lasciando un piccolissimo contributo nel salvadanaio abbiamo prelevato dalla cassetta della frutta un croccante e salutare snack a km zero!

Rientrati dalla passeggiata, per chi volesse, sulla destra c’è la possibilità di ridiscendere verso il centro città a piedi, lungo la passeggiata Tappeiner. Il nostro consiglio è però quello di fare un biglietto andata e ritorno, perché è al ritorno che godrete della vista più bella sui tetti della città, sull’ippodromo e su tutta la piana che circonda Merano. In 5 minuti vi troverete nuovamente catapultati nel centro storico con le sue vie brulicanti di vita… Se però vi mancano già la pace e la tranquillità, superate il Duomo e dirigetevi verso il quartiere Steinach, il più antico della città: attraverso strette stradine ed edifici antichi ed affascinanti, arriverete sulle rive del Passirio, collegandovi alle passeggiate d’inverno e di estate…

* Biglietto a/r adulti  7 €, bambini 4 €.

Orario di apertura: continuato 9-19 nel periodo luglio-metà settembre; nei restanti periodi, tra aprile e  fine ottobre 9-18. Maggiori info QUI.

Cosa fare a Tirolo:

Cosa fare a Merano:

MeranoArte “TOGETHER”: che mostra!

Per il nostro Ferragosto abbiamo deciso all’ultimo di trascorrere una giornata a Merano, una città che ci piace sempre molto. Speravamo di non trovarci a fare infinite colonne e con un pizzico di fortuna devo dire che abbiamo fatto la scelta giusta: tanta gente a spasso per il centro, come giusto e bello che sia in una città piena di vita, ma nessuno stress sulla strada o alla ricerca di parcheggio.

E’ stato così che, dopo la tappa d’obbligo in un panificio meranese, passeggiando lungo la via dei portici, siamo incappate nella mostra in corso alla galleria Kunst Meran/Merano Arte, nell’edificio Cassa di Risparmio. Dopo aver letto i cartelloni all’ingresso e sbirciato nell’atrio, ho chiesto informazioni alla biglietteria: è bastato che l’addetta pronunciasse la parola “interattiva” perché Carolina e Melania si convincessero subito ad entrare, ed io ho colto la palla al balzo, felice di aver trovato l’attività giusta con cui proseguire la giornata! Per fortuna non è stato un entusiasmo passeggero: sono rimaste incuriosite e si sono divertite un sacco durante tutta la visita, e così, alla fine, ci siamo portate via un bellissimo ricordo delle ore trascorse insieme e dell’esperienza fatta.

Il titolo della mostra temporanea è Together: Interact, Interplay, Interfere, in corso fino al 25 settembre 2022. Se avete in programma un giretto a Merano o cercate qualcosa da fare che esca dai soliti schemi vi consigliamo vivamente di farci un salto. Se vi piacciono l’arte contemporanea e le performance artistiche non resterete delusi. Tra gli artisti presenti nomi quali Marina Abramovich con il recentemente scomparso Ulay  (da romanticona confesso di aver guardato infinite volte il video del loro incontro al MOMA di New York, quello dove lei indossa il vestito rosso) e  Yoko Ono, moglie del compianto John Lennon dei Beatles, con il suo significativo Wish Tree.

I bambini ed i ragazzi apprezzeranno la possibilità di toccare con mano ed interagire con gli artisti attraverso opere specificamente pensate per far sì che i visitatori della mostra non siano solo spettatori “passivi” ma diventino co-attori del processo artistico e soggetti (dapprima individuali e poi collettivi) delle singole opere. Lo spirito della mostra è quello di coinvolgere il singolo a riflettere su cosa significhi far parte di una collettività, a ragionare su come i più recenti avvenimenti legati alla pandemia ed ai conflitti bellici abbiano modificato la nostra percezione e le nostre abitudini sociali ma anche su come l’esigenza di appartenere ad un gruppo tenda a soffocare l’individualità ed unicità del singolo.

Accanto alle opere più “concettuali” tante installazioni invece più immediatamente fruibili anche dai più piccoli, che forse anche un po’ inconsapevolmente, si troveranno a “fare arte”: dalla stanza dove si imparano passi di ballo funk, a quella dove cimentarsi  a twister, a quella dove giocare a ping-pong, fino a quella che stregherà tutti quanti: One Love, una sala nel cui centro troneggia una tonnellata di plastilina, portata dall’artista Norma Jeane  per celebrare l’amore, unico in tutte le sue forme. Qui ognuno è libero di lavorare questo materiale ed apportare il proprio contributo alla decorazione delle pareti. Si tolgono le scarpe e si entra in questo spazio dove presto si perde il contatto con il mondo esterno… penso di aver passato un bel po’ di tempo a dar forma alla mia personale opera d’arte, a conferma del fatto che anche i grandi riescono a farsi coinvolgere, non solo i bambini!

Salendo infine al piano superiore troviamo una sala le cui pareti fungono da “questionario”, con tanto di indelebile con cui segnare le proprie risposte, contenitori con semi di pioppo da prelevare e portar via per spargerli nella natura, l’olivo dei desideri di Yoko Ono, al quale affidare i propri sogni e speranze (la scelta simbolica dell’ulivo come albero utilizzato si collega al messaggio di pace di Imagine: tutti i desideri appesi dal 1996 ad oggi nelle varie esposizioni nel mondo confluiranno in un’unica grande installazione a Reykjavik).

Infine si esce all’aperto dove è stato ricreato un orto collettivo  (Orto Volante), del quale i visitatori potranno prendersi cura, ma anche fruire dei suoi frutti, che possono essere raccolti e persino mangiati (ci sono anche il sale ed il pepe a disposizione sul tavolo!).

Così, mentre i nostri desideri restano momentaneamente appesi in quel di Merano in attesa di essere trasferiti in Islanda (e di divenire realtà!), a noi rimane il sacchettino coi semi di pioppo: nei prossimi giorni andremo a spargerli. Chissà se un domani avremo contribuito alla crescita di un nuovo albero!

La mostra ( biglietto intero 7 €; bambini fino a 14 anni: gratuito) è visitabile fino al 25 settembre con i seguenti orari:

Martedì – Sabato: 10.00 – 18.00
Domenica e giorni festivi: 11.00 – 18.00
Lunedì: chiuso

Per maggiori info :

KunstMeranoArte

tel. +39 0473 212643

email: info@kunstmeranoarte.org

Altre idee a Merano città (oltre a provare una- o più- ottime pasticcerie…):

 

 

 

A Molveno lungo il Rio Massò

Quando in estate si dice Molveno, la prima cosa che viene in mente è  il lago, con la sua bellissima spiaggia e la piscina che tutti adorano, luogo perfetto per tante belle nuotate rinfrescanti. Ma Molveno è anche montagna, naturalmente, nonché un paesino con un centro storico molto grazioso. A noi però piace anche portarvi in posticini meno noti, perché sappiamo che possono regalare piacevoli sorprese e bei momenti lontani dalla confusione (ogni tanto ci vogliono anche quelli!).

La passeggiata di cui vi parliamo oggi è perfetta se avete bimbi nel passeggino o se avete in mente un’uscita molto soft in compagni dei nonni.  Si parcheggia l’auto in uno dei parcheggi del lido, noi abbiamo trovato posto nel parcheggio Ischia, a fianco dell’area camper (parcheggio a pagamento, 2 €/h) e poi abbiamo proseguito a piedi camminando lungo l’argine del fiume, dove si trovano anche varie panchine all’ombra. In pochi minuti si arriva ad un’area picnic molto graziosa, con prati, alberi e tavoli con panche dove potersi  fermare a mangiare o dove stendere una coperta all’ombra e godersi la quiete ed il fresco. Davanti a voi vedrete che la strada si dirama in tre possibili direzioni: noi abbiamo scelto di svoltare tutto a destra, seguendo la segnaletica per Molin dei Mori. Il Molin dei Mori era un mulino di cui oggi non rimane quasi traccia se non poche pietre, ma vale la pena ugualmente andare da questa parte perché in venti minuti arriverete in una zona dove il rio Massò forma una serie di cascate, cascatelle e piccole piscine naturali. Obbligatorio togliere scarpe e calzini ed immergere i piedi in quest’acqua ghiacciata: abbiamo provato a vedere chi resisteva più a lungo e vi assicuro che non è stato per niente facile! Qui si divertiranno un sacco anche i vostri amici a quattro zampe, se li porterete con voi! Ad ogni modo l’effetto benefico dell’acqua fredda si è fatto sentire quando abbiamo rimesso le scarpe: prontissimi a ripartire!

Se non avete il passeggino prendete la scalinata sulla sinistra che vi porta sulla forestale che passa sopra, altrimenti tornate indietro fino al punto dove avete imboccato il sentiero per Molin dei Mori e incamminatevi, stavolta in leggera salita, verso la Baita Ciclamino. Per arrivarci serve una mezz’ora scarsa, si sale lungo la strada forestale in costante lieve salita, al fresco degli alberi del bosco. Vi aspetta un punto di ristoro con una terrazza all’aperto con vista sul lago e per i bambini un bel parco giochi con scavatrice, altalene, scivolo con arrampicata e persino una graziosa casetta in legno al cui interno poter giocare con le costruzioni.

Dalla baita Ciclamino si può anche proseguire o rientrare verso il centro storico, noi invece siamo ridiscesi lungo la strada dell’andata, per poi infine svoltare dentro il terzo sentiero, quello che conduce all’antica segheria. Questo è il tratto del percorso di oggi che ci ha affascinati maggiormente, che si snoda tutto in piano lungo il canale, all’ombra degli alberi del bosco: sembra di camminare in una fiaba e che da un momento all’altro da dietro un sasso possa sbucare un folletto. Ed ecco che presto il bosco si dirada, si incontrano le prime case e all’orizzonte compare il paese e l’azzurro del lago. In pochi minuti siamo arrivati nei pressi della spiaggia e abbiamo trovato l’antica segheria sulla nostra sinistra. Questa segheria, oggi restaurata e ancora in funzione, mantiene l’aspetto originale che aveva all’epoca della sua costruzione, nel 1500: essa fu voluta da don Taialacqua, che con la segheria auspicava un miglioramento delle condizioni di vita dei suoi paesani. All’interno del capanno a lato dell’edificio principale sono esposti dei cartelloni che raccontano nel dettaglio la storia e il funzionamento della segheria, ma la cosa migliore da fare è sicuramente andare a vedere di persona! Aperta tutti i giorni dal lunedì al sabato, abbiamo avuto così anche la fortuna di vedere un taglialegna all’opera. Se poi si entra dalla porta al piano inferiore è possibile osservare da sotto il funzionamento dei meccanismi da taglio: i bambini si divertiranno a saltare sulla segatura che copre il pavimento!

E visto che avevamo completato il nostro giro ad anello, ci avanzava un po’ di tempo ed ormai eravamo proprio lì davanti, perché privarci di un bel bagno nel lago? Del resto il sole splendeva ancora alto in cielo e con il caldo di questi giorni i bagni non bastano mai! Per i bambini poi il galeone sulla spiaggia è sempre il top!

Se siete in cerca di altre idee su cosa fare nella zona di Andalo e Molveno, date un’occhiata alla nostra mini-guida estiva: QUI

Bersntol Ring in Val dei Mòcheni

La Valle dei Mòcheni è una delle vallate più suggestive del Trentino, con una cultura e tradizioni antiche tutte da scoprire. Il 21 agosto 2022 torna la tradizionale passeggiata gastronomica della Valle Incantata: il Bersntol Ring. Un percorso gastronomico a tappe che stand dopo stand vi farà scoprire ed apprezzare gli antichi mestieri, i sapori, i colori, la cultura e le tradizioni di questa valle.

Una passeggiata di quattordici chilometri, con un piccolo dislivello di 200 metri, adatta a tutti e perfetta anche per famiglie con passeggini da trekking. Una giornata tra natura e cultura che vi farà scoprire alcune località della valle, lascerà assaporare la bellezza paesaggistica, porterà a conoscere alcune specificità culturali e degustare prelibatezze gastronomiche del territorio, per immergervi a tutto tondo nell’antica cultura mòchena.

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Il ritrovo è previsto al campo sportivo di Palù del Fersina tra le 8.00 e le 10.30, con transfer al Passo Redebus in navetta. Chi proviene invece dalla strada di Pinè potrà parcheggiare direttamente al Passo Redebus, con ritorno in pullman a fine evento.

Lungo il percorso saranno attivi 10 punti gastronomici a cura di operatori locali del settore, che cucineranno e serviranno piatti e prodotti locali a km 0: formaggi di malga, piccoli frutti, canederli, kropfen di segale ai formaggi…. pietanze dal gusto rustico e autentico serviti unicamente in stoviglie biodegradabili, per ricordare ancora una volta a tutti quanto sia importante salvaguardare l’ambiente in cui viviamo.

I partecipanti si incammineranno (in alternativa il percorso è fattibile anche il mountain bike/e-bike) lungo la strada Forestale per Malga Cambroncoi, passando per il Sass de Sant’Orsola e la Malga Pec in un secondo momento, fino a “sconfinare” nel territorio pinetano ed osservare gli effetti del passaggio di Vaia tutt’attorno. Rientrati al Passo Redebus si salirà invece in Località Fernon.
Inizierà qui un percorso quasi totalmente pianeggiante su strada forestale: si potranno ammirare alcune tra le più pittoresche baite di Palù, per poi percorrere il sentiero che, passando dalle località Plunebe e Ficarem e poi sopra la chiesa e a fianco del Molino Lenzi (recentemente ristrutturato), riporta in paese. Punto di arrivo finale, il campo sportivo, dove saranno allestiti ulteriori stand e vi sarà animazione, per concludere la giornata in compagnia ed allegria. Infine, a tutti verranno consegnati dei voucher per visitare le sedi museali del territorio: approfittatene perchè ne vale davvero la pena!

Bersntol Ring è organizzata grazie a una fitta rete di volontari: le Pro Loco della Valle, in collaborazione con Alpini, Vigili del Fuoco, gruppi giovani e altre associazioni a supportare l’intenso impegno che una manifestazione di questo tipo richiede.

ISCRIZIONI : è possibile iscriversi online cliccando su “prenota subito” a questo LINK 

In alternativa si possono acquistare i biglietti presso questi esercizi a partire da sabato 13 agosto 2022:
• Bar Tabaccheria Alpino Sant’Orsola Terme
• Bar Belvedere Fierozzo S. Felice
• Albergo Aquila Nera Kamaovrunt
• Albergo Rosa Alpina Palù del Fersina
• Hotel La Rotonda – Pergine Valsugana

TARIFFE:
• € 10 bambini con meno di 7 anni
• € 15dai 7 ai 12 anni
• € 20 dai 13 ai 18 anni e over 65
• € 25 dai 18 ai 65 anni
Maggiorazione di € 5 dopo il 18 agosto.
Termine iscrizioni 20 agosto.

Trovi maggiori informazioni a questo LINK, oppure contattando lo 0461 727700

Vi ricordiamo i musei che fanno parte del circuito dell’Istituto Culturale Mòcheno: cliccando su ognuno verrete reindirizzati al relativo articolo con tutte le informazioni utili per la visita:

Istituto Cultuale Mòcheno
– Filzerhof
– Mil
– Sog van Rindel
– Museo Pietra Viva
– Gruab va Hardimbl
– S Pèrgmandlhaus

Facciamo la “caserada” a Pejo

Se diciamo Val di Sole, voi cosa dite? Noi diciamo (anche) Casolét, formaggio tipico prodotto in questa valle e nelle sue laterali, la Val di Rabbi e la Val di Pejo, e noi, dopo aver visitato di Casèl di Somrabbi ed aver imparato un bel po’ di cose sulla tradizione casearia (ma soprattutto dopo aver assaggiato più volte questo formaggio morbido e gustoso!) eravamo curiosi di vedere come viene fatto.

L’AZIENDA AGRICOLA CASANOVA

Ci siamo messi così alla ricerca di un posto dove fosse possibile soddisfare la nostra curiosità e siamo andati a Pejo paese, all’Azienda Agricola Casanova: qui Riccardo ci ha accolti con la moglie, i figli e tutto il necessario per la “caserada”, ovvero per produrre il burro e, soprattutto, il tanto agognato Casolét!

FACCIAMO LA CASERADA!

Al nostro arrivo, sul tavolo allestito all’esterno, erano già pronti tutti gli strumenti del vecchio casaro: il primo attrezzo che abbiamo utilizzato è stata la zangola, nella quale Roberto, il più piccolo di casa (ma già espertissimo e con le idee chiare su cosa fare da grande), ha versato la panna per poi lasciare a noi il compito di girare la manovella: abbiamo girato e rigirato per un bel po’… ma che soddisfazione vedere il burro prendere forma sotto i nostri occhi grazie ai nostri sforzi!

Mentre giravamo il burro abbiamo messo a scaldare il latte nel paiolo di rame, aggiunto l’ingrediente “magico” (vi ricordate qual è?) e seguito con attenzione tutti i passaggi e le spiegazioni: sono bastati pochi minuti perché il nostro formaggio fosse pronto per essere messo a riposare negli appositi setacci.

LA FATTORIA

Intanto che il formaggio riposava ovviamente abbiamo approfittato per visitare la fattoria: qui da Riccardo troverete la stalla con le mucche, i maiali, una tenera vitellina… tutti allevati con erba, fieno e prodotti biologici a chilometro zero. Siamo poi scesi nella “grotta” in pietra dove vengono fatti stagionare tutti i prodotti dell’azienda agricola: dai formaggi, agli speck, ai salami, alla pancetta… una delizia per tutti i sensi!

E vista l’ora non poteva mancare un assaggio: Francesca ci ha preparato una selezione di formaggi e di ottimi salumi, tutti prodotti da loro in azienda.

PRODOTTI SEMPLICI E GENUINI

E’ possibile mangiare all’interno, nel caratteristico locale rustico, oppure sui tavoli all’esterno: la cucina offre sempre taglieri misti, ma anche piatti tipici, delizioso yogurt e cremosa pannacotta con mirtilli, tutto in un ambiente semplice e familiare. Bellissimo lo spazio esterno, circondato dal verde della Val di Pejo, dove i bambini possono correre in sicurezza, giocare e anche fare amicizia con Sbibol. Volete sapere chi è Sbibol? È il fortunello che si è mangiato il nostro burro ed il nostro Casolét.

Se poi vi è piaciuto quello che avete assaggiato, non temetene la nostalgia: potrete acquistare i prodotti di altissima qualità di Riccardo e della sua famiglia e continuare così a gustarveli anche a casa!

INFO E PRENOTAZIONI

L’esperienza si svolge tutti i mercoledì dal 14 giugno al 20 settembre 2023, alle ore 11.00, ed ha una durata di 2 ore. Ha un costo di 5 € per i bambini e di 10 € per gli adulti. Potete prenotarla direttamente QUI

AZIENDA AGRICOLA RICCARDO CASANOVA:

📍  via XXIV Maggio, Pejo Paese 📞 328 1570139

Ütia Ciampcios: paradiso nascosto!

Uno dei luoghi più belli delle Dolomiti è senza ombra di dubbio il Parco Naturale Puez-Odle, tra Val Gardena, Val Badia e Val di Funes. Si sa che la bellezza porta a popolarità, ma se cercate un angolo ancora relativamente poco frequentato abbiamo buone notizie per voi! Per arrivare al punto di partenza di questa escursione dovrete innanzitutto raggiungere Longiarù, un soleggiato paesino circondato dal verde, a pochi km da San Martino in Badia.  Arrivati qui vi sono più opzioni per lasciare l’auto: o il parcheggio Pares (un po’ più distante) o uno dei due parcheggi nei pressi della strada forestale che segna l’inizio della nostra escursione (parcheggio Muntcorta o parcheggio Val di Morins).

L’escursione

Una volta lasciata l’auto presso il parcheggio Val di Morins, un cartello ci ha subito tolto ogni dubbio riguardo la direzione da seguire. Abbiamo così iniziato a percorrere la strada forestale, circondati da prati con le mucche al pascolo. Deviando verso destra ci si addentra nella Val di Morins, la valle dei mulini. Anche questo è un bel giro da fare con i bambini: tra i piccoli abitati di Seres e Miscì, lungo il corso del rio Seres, ci sono otto antichi mulini ad acqua, oggi restaurati e tuttora funzionanti, utilizzati per la macinatura dei cereali. Tutti sono visitabili dall’esterno, uno anche all’interno. Vi consigliamo di tenere in considerazione questa opzione per quando vorrete fare una passeggiata molto soft e per nulla impegnativa!

La forestale prosegue dritta, alternando tratti soleggiati ad altri più ombreggiati. Oltre alle mucche ci siamo imbattuti anche in alcuni cavalli in una radura nel bosco. Dopo circa 15-20 minuti si arriva ad un bivio: entrambi i sentieri indicati (il 5 ed il 5A, che è la strada forestale) portano alla nostra Ütia Ciampcios, ma il sentiero nel bosco (il 5, con l’indicazione Munt d’Adagn, sulla destra) essendo più breve è anche più in salita, perciò abbiamo deciso di rimanere sulla forestale. Si cammina in leggerissima salita per un’altra ora, mentre, salendo, tra gli alberi cominciano a fare capolino le imponenti sagome rocciose del gruppo del Puez, finchè, arrivati più in quota, il bosco lascia spazio al verde dei prati. Qui abbiamo cominciato davvero a stupirci ancora una volta della bellezza e della grandezza della natura: i contrasti di colori e di luce, con momenti di azzurro intenso alternati ad altri di cielo coperto, il grigio delle imponenti rocce del Puez, il giallo ed il rosa dei fiori, le idilliache baite di legno… un quadro perfetto!

ÜTIA CIAMPCIOS

Abbiamo proseguito ancora brevemente, su un altro paio di tornanti fino a scorgere finalmente la Ütia Ciampcios, composta da due graziose casette in legno e sasso. Il punto forte di questa baita, che si trova a 2030 metri di altezza,  è sicuramente la terrazza, o meglio, il panorama che da essa si gode: potrete infatti sedervi ai tavoli o rilassarvi sulle comode sdraio o sull’amaca e toccare quasi con un dito le vette che separano la val Badia dalla Val Gardena. Tutto è curato nei dettagli: i fiori, le copertine, la lavagnetta con le news, persino i menù sono carinissimi, con la copertina in legno. Ci sono numerosi tavoli posti su più livelli ed anche una graziosissima saletta interna nuova di zecca.  Non penserete quindi che ce ne siamo andati senza provare la cucina casalinga: la polenta con funghi e formaggio che abbiamo mangiato qui è tra le migliori che ricordiamo! Buonissimo ed abbondantissimo anche il kaiserschmarren, con la marmellata di mirtilli rossi fatta in casa. Non manca un tocco di eleganza, visto che i piatti sono decorati con fiori di campo eduli! Da provare anche le bevande a base di sciroppo di sambuco e di menta, le grappe e le tisane, tutto a base di erbe raccolte nei dintorni!

Per i bambini non manca lo spazio per correre e rotolare su e giù per i grandi prati ma soprattutto guardate chi abbiamo incontrato: le galline ed i maialini più felici del mondo!

IL RECINTO DEGLI ANIMALI

A fianco degli spazi dedicati alla ristorazione ed al relax c’è infatti un grande recinto con gli animali: galline di vario tipo, simpatici maialini e anche un piccolo gregge di  soffici pecorelle. Immaginate la loro fortuna a vivere in un posto come questo, lontano da ogni rumore della città! Bella anche l’idea della slack-line, così si possono divertire i bambini di ogni età, anche quelli più grandi come Melania e Carolina, che hanno passato un’ora a cercare di mantenersi in equilibrio!

Siamo dovuti ripartire un po’ prima di quanto avremmo voluto perché sembrava stesse per venire un brutto temporale, ma fortunatamente da queste parti, come sempre in montagna, il tempo cambia molto velocemente ed alla fine è rispuntato un sole meraviglioso che ci ha accompagnati fino alla macchina: era talmente caldo che giunti a valle c’è stata bene anche una rinfrescatina ai piedi nel torrente!

Che dire? Un’altra bellissima esperienza che non possiamo far altro che consigliarvi: l’intero giro è lungo 7 km (calcolate  un’ora e mezza all’andata e un’oretta abbondante per il ritorno, soste escluse) con un dislivello di circa 540 metri tra la conca del Longiarù (1485 m slm) e la Ütia Ciampcios (2030 m slm). Adatto anche a chi non è super allenato e fattibile anche in passeggino da trekking (seguendo la forestale 5A come abbiamo fatto noi).

INFO UTILI

🌍 LUOGO: Longiarù- Munt d’Adagn
📍 PARTENZA: Longiarù
📍ARRIVO: Ütia Ciampcios
⛰️ ALTITUDINE: m 2030
🚶🏻‍♂️DISTANZA: 7 km (8 il giro ad anello)
⏱️ DURATA: 3 ore  (andata e ritorno)
⬆️DISLIVELLO: 540 metri
⚠️ PASSEGGINO: da trekking
🏡PUNTI DI RISTORO: Ütia Ciampcios
📞 335 786 6436

CONTATTI E PRENOTAZIONI

Ütia Ciampcios
tel. 335 786 6436
info@uetiaciampcios.com

 

ESCURSIONI NEI DINTORNI
  • Salita facile e con vista spettacolare al Rifugio Monte MuroQUI il nostro racconto;
  • Passeggiata panoramica per tutta la famiglia alle baite del Sass de Putia: ve la raccontiamo QUI
  • Belvedere di Costaces: noi ci siamo stati in inverno ma è bellissimo anche in estate! Guardate QUI
  • Land art in Val dl’Ert: percorso nel bosco alla scoperta di installazioni di arte contemporanea. Leggete QUI

Vi piace la Val Badia? Volete scoprire di più? Abbiamo raccolto tutte le esperienze da noi provate in una mini-guida per l’estate. La potete consultare cliccando QUI!

La magia dei laghetti di Juribrutto

Ogni tanto ci piace proporvi una bella escursione con la E maiuscola, di quelle un po’ più impegnative ma che sanno ripagare regalando emozioni al cuore ed agli occhi.

Se vi trovate quindi nella zona della Val di Fiemme vi suggeriamo di spostarvi verso la Val Venegia e il Passo Valles: è proprio da qui che siamo partiti, lasciando la nostra automobile al parcheggio che si trova di fronte alla Malga Valazza.

Il sentiero che conduce al lago di Juribrutto si imbocca proprio a fianco della malga, sulla sinistra. Si seguono le indicazioni per il sentiero 631. E non fatevi fuorviare dal nome: lassù di brutto non troverete proprio nulla!

IL SENTIERO

La quota di partenza è 1935 metri sul livello del mare: si segue la mulattiera che parte subito in discreta salita inoltrandosi nel bosco, così da garantire almeno un po’ di fresco. Dopo circa 35-40 minuti si esce dal bosco e si sbuca in una zona più pianeggiante.

Da qui il panorama è veramente spettacolare, con le Pale di San Martino che si stagliano davanti ai nostri occhi. Vi verrà quasi voglia di camminare all’indietro per non smettere di guardarle!

Proprio per questo ci siamo concessi numerose “soste-sasso”, ufficialmente con la scusa di riposare un pochino o bere un goccio d’acqua! Oltre al rio che la attraversa, la vallata è infatti caratterizzata da grandi massi sparsi qua è là sui quali si può salire per sdraiarsi o per farsi una bella foto con le Pale sullo sfondo… perché no?!?

Fate attenzione anche a cosa c’è nell’erba, noi abbiamo trovato una ranocchia bella grossa che saltellava.

La mulattiera lastricata riprende presto a salire nuovamente, finché si raggiunge una selletta in località Lastè. Da qui (siamo a circa 2300) si svolta a sinistra e si ricomincia a scendere in mezzo ai pascoli.

I LAGHETTI

In pochi minuti si arriva ai primi due laghetti, secondo noi i più belli. Si tratta di due specchi d’acqua limpidissima con il fondale di pietre scure, popolati da numerosi girini. La cosa più bella però è il riflesso del cielo e delle nuvole, con  le pale di San Martino sullo sfondo: sembra che la bellezza si moltiplichi all’infinito!

Proseguendo ancora, in mezzo a ruscelli e mucche al pascolo, si giunge ad un altro laghetto dalle caratteristiche simili e infine al punto dove ci si affaccia sul lago di Juribrutto, decisamente più grande degli altri. Il lago si trova ad una quota inferiore, si scende di un centinaio di metri su sentiero di terra e sassi, facendo attenzione a non scivolare.

Non ci sono rifugi quindi se l’idea è quella di fermarvi al lago per un riposino e per mangiare ricordate di portare con voi dei panini.

Non abbiamo ben chiaro perché questo posto si chiami Juribrutto…  ma sappiamo per certo che non può essere per colpa del paesaggio!

IL RIENTRO

Per il ritorno avete due opzioni: la prima è rientrare per la strada dell’andata, la seconda proseguire in discesa sul sentiero 629 che costeggia il  rio e arriva alla Malga Juribrutto in circa 1 ora e mezza. Da lì si prosegue in piano sul sentiero 623 per rientrare a Malga Valazza (altra mezz’ora), dove abbiamo trovato anche un gregge di pecore che attraversava la strada!

Ci siamo concessi anche noi uno stop per dissetarci e mangiare un ottimo panino con il salame. Abbiamo anche assaggiato la torta di ricotta e lamponi perché con tutto quel camminare la fame si è fatta sentire per bene!

Si tratta nel complesso di un’escursione molto panoramica, di media lunghezza e difficoltà, fattibile con bambini abbastanza allenati, anche con lo zaino portabimbi prestando attenzione all’ultima discesa verso il lago di Juribrutto, perché può risultare un pochino sdrucciolevole (e considerate anche che c’è molta salita!).

INFO UTILI:
  • LUOGO: Val Venegia
  • PARTENZA: Passo Valles
  • ARRIVO: laghetti di Juribrutto
  • ALTITUDINE: 2.206 metri
  • DURATA: 3/4 ore
  • DISLIVELLO: circa 300 metri
  • PASSEGGINO: no
  • PUNTI DI RISTORO: Malga Valazza 📞 347.2609195

Noi abbiamo adorato questi paesaggi e crediamo sia una di quelle escursioni che vanno fatte almeno una volta! Provate per credere!

 

Se siete in cerca di altre idee per la Val di Fiemme in estate, consultate la nostra mini-guida QUI

Lago delle Buse: al centro del Lagorai

La nostra escursione di oggi parte dal Passo del Manghen, un luogo davvero pittoresco a circa 2060 metri di altitudine. Si trova sulla strada che mette in collegamento la Val di Fiemme con la Valsugana: una strada sulla quale è necessario prestare molta attenzione perché stretta, con tornanti a scarsa visibilità e soprattutto molto frequentata dai motociclisti, che invece sembrano, proprio per queste caratteristiche, apprezzarla particolarmente. La natura che vi circonda però vi ripagherà a pieno con tutta la sua selvaggia bellezza. Ci troviamo infatti proprio nel cuore della catena del Lagorai, dove la vegetazione è veramente rigogliosa e selvaggia ed il verde degli alberi e dell’erba ed i colori dei fiori risaltano sulle rocce rossastre e spiccano contro l’azzurro intenso del cielo e il bianco delle nuvole.

Abbiamo parcheggiato a fianco del rifugio (ci sono due grandi spiazzi ma vi consigliamo, specie il fine settimana, di arrivare presto, perché i posti si esauriscono velocemente, in particolare verso l’ora di pranzo. Eviterete così anche di trovare molto traffico).
Il rifugio è affiancato da un suggestivo laghetto contornato da fiori fucsia e proprio qui troviamo i cartelli che indicano le due principali escursioni che si possono intraprendere partendo da qui. Noi arriveremo fino al Lago delle Buse, un piccolo lago alpino di origine glaciale, ma se si desidera fare un’escursione (decisamente) più impegnativa è possibile proseguire fino al Lago delle Stellune (circa 3 ore, solo l’andata).

Il cartello indica 30 minuti per raggiungere il lago delle Buse, ma scopriremo che ne servono più o meno il doppio, non tanto per la distanza, quanto per le caratteristiche del sentiero, costituito per lo più da grandi sassi sui quali è necessario trovare il giusto equilibrio ad ogni passo. Questo può essere un vantaggio se si hanno bambini, perché rende la camminata meno monotona e più stimolante, ma anche uno svantaggio, specialmente con i bambini più piccoli o meno spericolati. Il primo tratto del sentiero fiancheggia la montagna e si affaccia sulla valle sottostante (Val Cadini), dove sentiamo i campanacci delle mucche al pascolo. Il sentiero, sempre sassoso, prosegue poi addentrandosi nella tipica vegetazione alpina, composta di pini mughi, ginepro e cespugli di rododendro e mirtillo.  Notevole anche la abbondante fioritura di achillea.
Si prosegue così su un continuo lieve saliscendi, interrompendo il passo solo per raccogliere qualche gustoso mirtillo, fino ad arrivare all’“Eterno”, quel che resta di un grande albero cresciuto abbarbicato su un grosso masso e colpito da un fulmine.
Passato “l’Eterno” il lago è ormai vicino: un cartello ci avvisa del fatto che ci troviamo nella Piana del Lago delle Buse, anche se inizialmente stentiamo a vedere il lago perché camuffato dietro l’erba, che cresce anche al suo interno, creando un gioco di colori e movimenti che confonde l’occhio. Ma se l’occhio è confuso altrettanto non si può dire dell’orecchio: il fischio delle marmotte è inconfondibile, ed infatti ne avvisiamo una su un grosso sasso, in lontananza. Che fortuna!
Giunti nei pressi del lago si può scegliere di camminarci attorno per cercare di avvistarne i numerosi abitanti ( ad esempio girini, piccole salamandre e libellule colorate), ma anche di fermarsi sulla riva per un picnic (nel rispetto della natura incontaminata che ci circonda).

Si rientra per lo stesso sentiero dell’andata. Se non avete ancora pranzato dovete provare la polenta: abbiamo visto un signore girarla a mano sulla fornasela a legna dietro il rifugio, ed è stato subito un flashback di profumi e ricordi d’infanzia! La prossima volta dobbiamo fermarci ad assaggiarla anche noi!

Info utili: Passo Manghen (m.2040) rimane chiuso al traffico automobilistico per tutto il periodo invernale, da novembre ad aprile.
ALTRE ATTIVITÀ ESTIVE NEI DINTORNI DI PASSO MANGHEN:
– Malga Agnelezza con le sue capre: leggi QUI
– Adventure Dolomiti acropark: leggi QUI

Malga Maleda Alta: mucche scozzesi

Siamo in Val Maleda, una piccola laterale della Val di Rabbi, e oggi vogliamo portarvi a conoscere Malga Maleda Alta, nota anche come Stablaz Alta.  L’ escursione attraversa paesaggi vari e suggestivi, tra rododendri, ponti di legno e tante cascatelle.

Ci siamo stati in una bella giornata di sole ed abbiamo sicuramente beneficiato del fresco dato dall’altitudine e dalla presenza di tanta acqua. L’escursione è fattibile tranquillamente con i bambini e, fatta nel periodo di fioritura dei rododendri, è davvero un incanto.

Come arrivare a Malga Maleda

Si può partire da Malga Stablasolo, passando per l’alta via delle malghe, oppure dal  ponte sospeso, salendo poi lungo il sentiero nel bosco. Tuttavia, se i vostri bambini non sono grandi camminatori rischiate di allungare troppo l’itinerario.

Servizio navetta Stelviobus

Per accorciare (non di poco) la salita, da fine giugno ad inizio settembre è attivo tutti i giorni il servizio di navetta StelvioBus con partenza dal parcheggio in località Plazze dei Forni (la linea 3 arriva nei pressi di Malga Maleda Bassa, percorrendo la strada forestale che passa anche per Malga Fratte2 € adulti (1 euro con Val di Sole Guest Card- bambini fino a 11 anni gratuiti).

Scesi dalla navetta, in circa 10 minuti si arriva alla malga Maleda Bassa. A questo punto si può iniziare con più tranquillità la salita verso la Malga Alta.

Info: StelvioBus, CLICCA QUI

Malga Maleda Alta, o Malga Stablaz Alta, domina la val Maleda, piccola laterale della val di Rabbi.
Malga Maleda Bassa

Da Malga Maleda Bassa a Malga Maleda Alta

Il bosco si dirada e dopo un breve tratto ci si ritrova di fronte ad un paesaggio da favola, con prati fioriti, cascate e ruscelli. La Malga Stablaz Bassa si trova sulla destra: la si costeggia prendendo la mulattiera che prosegue verso Malga Maleda Alta, raggiungibile in circa 50 minuti di cammino.

Le mucche scozzesi

Qui abbiamo trovato la prima sorpresa della giornata: una famiglia di mucche di razza Highlander con tanto di adorabili e lanuginosi vitellini al seguito. Peccato che un paio di adulti sbucati dalla stalla non fossero proprio socievoli e, viste le corna, abbiamo preferito rimandare ad un secondo momento i tentativi di amicizia! 🙂

A Malga Maleda si possono incontrare, nel periodo dell'alpeggio, alcuni esemplari di mucche scozzesi Highlander
Malga Maleda Alta – bovini scozzesi lungo il percorso

La salita verso Malga Maleda Alta, a tratti un pochino ripida, ma mai esageratamente, regala dei bellissimi scorci sulla vallata e sulle vette circostanti. Lungo il tragitto siamo riusciti a vedere mucche, cavalli, asini e cascatelle a non finire, per non parlare della distesa rosa intenso di rododendri e seguendo il sentiero (che ad un certo punto permette di accorciare un po’ il percorso) siamo sbucati vicino ad una serie di ponticelli di legno.

Ancora un piccolo sforzo e finalmente l’orizzonte si apre e compaiono i prati di Malga Maleda Alta. Qui abbiamo trovato mucche nostrane, decisamente più mansuete e ben disposte anche a qualche scatto in nostra compagnia. Ci siamo fermati a rinfrescarci ad una fontanella e abbiamo fatto prove di arrampicata su un grande masso per poi dirigerci verso la malga. Sulla destra si scorge il bivio per Malga Stablasolo e per il Rifugio Dorigoni.

Malga Maleda Alta

La malga, rinnovata nel 2015, è aperta tutti i giorni da metà giugno a metà settembre poi, tempo permettendo, ancora qualche fine settimana. La struttura è piccolina, ma non manca nulla. E’ anche possibile pernottare in camere da 2/3 letti con bagno privato (graziosissimi gli abbaini! E chissà che meraviglia la vista notturna che abbraccia tutta la valle).

A Malga Maleda Alta c'è la possibilità di degustare prodotti genuini e volendo anche di pernottare.
Malga Maleda Alta

Nel frattempo la fame si è fatta sentire… E come resistere ad un delizioso tagliere di salumi e formaggi totalmente autoprodotti? A Malga Maleda infatti, non ci sono solo le mucche, ma anche cavalli, asini e persino lama e maiali. Ovviamente non si poteva esimersi dal provare anche la polenta con il tipico Casolèt e la salsiccia. Tutto accompagnato dal pane fatto in casa.

Per i più piccoli è presente anche un piccolo angolo giochi esterno. Il ritorno è sulla stessa strada dell’andata. Noi ce la siamo presa con comodo, riuscendo finalmente ad avvicinare le mucche scozzesi! Infine ci siamo fermati ad ammirare da vicino le suggestive cascate di Val Maleda, nei pressi della Malga Bassa.

Vi raccomandiamo di prestare attenzione all’orologio se dovete prendere la navetta per il rientro. La discesa a piedi fino a fondo valle è meno impegnativa della salita, ma richiede tempi decisamente più lunghi!

Noi non vediamo l’ora di tornare e voi… non avete già voglia di partire?

Malga Maleda Alta: info utili

  • LUOGO: Val Maleda (Val di Rabbi)
  • PARTENZA: Parcheggio Malga Maleda Bassa (raggiungibile con navetta)
  • ALTITUDINE: 2064 metri
  • DURATA: poco più di un’ora (solo andata)
  • DISLIVELLO: 520 metri
  • PASSEGGINO: no
  • PUNTI RISTORO: Malga Maleda Alta (possibilità di pernottamento)

Malga Maleda Alta: contatti

tel. 346.6810762
e-mail: malgastablazalta@gmail.com
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Ti è piaciuta la nostra gita a Malga Maleda Alta? Trovi altre escursioni, malghe, itinerari, avventure, parchi gioco e attività per le famiglie nella nostra mini-guida estiva dedicata alla Val di Rabbi: Val di Rabbi: cosa fare con i bambini

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