Questo è – assieme al percorso Drena Open Air Gallery – uno dei luoghi che più ci hanno sorpreso negli ultimi anni di esplorazione. Non molto conosciuto da chi vive fuori zona, è invece un posto cui i locali sono molto affezionati, e, dobbiamo dire, a ragione! In realtà ci troviamo all’interno del Parco Fluviale della Sarca, un ambiente tutelato e protetto.
COME ARRIVARE
Per raggiungere il Bosco intitolato a Gianni Caproni, noto aviatore ( siete mai stati a visitare il Museo Caproni a Trento?!) che proprio qui nacque, bisogna raggiungere la piccola frazione di Massone, poco distante da Arco, andando in direzione Trento. Da qui si seguono le indicazioni per la “Falesia policromuro”, una parete molto frequentata dagli appassionati di arrampicata libera. In alternativa si può parcheggiare in fondo a Via A.Volta nella frazione confinante di San Martino, e da qui raggiungere la strada asfaltata per località Troiana. Si prosegue ancora, passando accanto alla “Falesia Family di San Martino” ,
e si continua, sempre immersi tra gli ulivi, fino al parcheggio ai piedi della falesia di arrampicata “Policromuro”. Proprio qui si trova il punto di partenza del percorso, descritto nei dettagli su un tabellone.
Non è immediato trovare questo posto, ma eventualmente chiedete di “Bosco Caproni“: vedrete che riuscirete anche voi nell’impresa!
BOSCO CAPRONI
La passeggiata (non adatta ai passeggini) inizia subito in salita, ma presto la fatica verrà ricompensata. Al primo bivio si svolta a sinistra e si inizia a costeggiare la montagna. Siamo ad Arco, la patria del free climbing, quindi non stupitevi se troverete appassionati di arrampicata intenti a scalare le maestose pareti rocciose a strapiombo.
Rocciatori a parte, la prima tappa interessante del giro sono le leggendarie cave di oolite. Qui nell’Ottocento veniva estratta questa pietra bianca, che veniva utilizzata per realizzare bellissime statue che molti di voi avranno visto svariate volte nella vita, come quella che troviamo in piazza Duomo a Trento, quelle sul ponte Taro a Parma e quelle del Prato della Valle a Padova. Quando le cave non furono più utilizzabili per l’estrazione vennero utilizzate come rifugio antiaereo durante i grandi conflitti mondiali.
Non preoccupatevi quindi se i bambini inizieranno a sbuffare al primo accenno di salita: la particolarità ed il fascino di queste “grotte” li distrarranno in un baleno e non vorranno più uscire!
Così, esplorando le grotte, provando ad immaginare come fosse la vita degli operai e leggendo persino una poesia incisa sulla roccia e dedicata alla montagna (alla fatica, al sentimento di fratellanza, all’amore per le vette), siamo entrati in un meraviglioso bosco di lecci e proseguendo sul sentiero a sinistra abbiamo visto l’ultimo gruppo di cave.
Se siete in dubbio se continuare o meno, vi suggerisco di fare una piccola pausa ma poi di proseguire comunque, in direzione delle trincee, dove i comandi austriaci si appostavano per controllare la valle del Sarca. Lungo i camminamenti si gode di un magnifico panorama sul castello di Arco e fino al lago di Garda.
Qui troverete anche un bel posto tranquillo con alcune panche e tavoli, ideali per una pausa merenda o un picnic.
Potete seguire il giro delle trincee e scendere così fino a poco sotto il punto di partenza del percorso (ovvero dove avete trovato il cartello con la piantina) oppure tornare indietro sulla strada dell’andata (due ore circa in totale, pause comprese).
🌍 LUOGO: Alto Garda (Arco)
📍 PARTENZA: Massone (quota 85 m)
📍ARRIVO: Trincee Vastrè
⛰️ ALTITUDINE: m 303
🚶🏻♂️DISTANZA: 5,5 km
⏱️ DURATA: 2,5 ore
⬆️ DISLIVELLO: 220 metri
⚠️ PASSEGGINO: no, solo zaino o marsupio
Per ulteriori info consulta anche il sito: www.gardatrentino.it
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