Le fiabe, il rosso, una Tata (maschio) e il riscatto

Se amate i sognatori siete nel “post giusto”. Se amate chi ha un’idea e la realizza allora avete proprio azzeccato. Se vi piacciono le fiabe e credete di conoscerle ho un buon motivo per credere che potrei sorprendervi con quello che sto per raccontarvi. Tutto inizia da un’attrazione, quelle a cui non puoi resistere, niente di scabroso, ci mancherebbe! Ma una sorta di magnetico desiderio di seguire le vicende di un personaggio che si fa chiamare sul web “La Tata Maschio” (al secolo Lorenzo Naia). Dai, siate onesti, cosa c’è di più intrigante di chi non ha paura di mettere l’articolo femminile a qualcosa di dichiaratamente “maschile” (citando tra l’altro una grande sit-com americana)? Ecco tutto inizia da qui, da un blog bellissimo (latatamaschio.it) che non potrete, da oggi, evitare di seguire e dall’attitudine della Tata Maschio non solo di voler percorrere le menti e le vite dei più piccini, ma anche di scriverne e di scrivere per loro.  IMG_6532

Il mio libro è arrivato l’altra mattina, per posta, quando ero febbricitante, bello, dolcioso con il suo filo di lana rossa che lo stringeva come un pacchettino e con l’invito a usare il filo per decorare la “mia copertina”. E’ stato subito amore. Sono volata a leggerlo, anche perché Lorenzo, in chat, mi aveva suggerito che le fiabe a volte guariscono un sacco di mali, chissà, ho pensato, che non possano guarire anche la mia sciocca febbre.

Ho divorato le 59 paginette, le 5 storie per i piccoli, la parte per i grandi, la biografia e persino le illustrazioni (brillanti di Roberta Rossetti). Questo non è il solito libro di fiabe. Ecco il mio responso. O meglio, sì che è un libro, in una bellissima edizione “VerbaVolant”, sì che racconta delle fiabe, sí che sono fiabe conosciute, no che non sono le “solite fiabe”. Qui ogni storia ha una fine diversa, diversa dal solito, diversa da quella che ci aspettiamo, anzi diversa da quella che siamo abituati a sentire, perché in realtà io da una Cappuccetto e da una Biancaneve 2.0 un certo nuovo appeal me lo aspetto pure. Ed è così: Lorenzo in questo volumetto riscatta le figure, soprattutto quelle femminili oserei dire, delle nostre protagoniste preferite, così Cappuccetto Rosso salva da sola la nonna e, finalmente, si fa furba, quasi scaltra. Biancaneve per una volta non sta sdraiata finta-morta finta-gattamorta ad aspettare un principe che la bacia così, senza conoscerla e la salva, no cari miei, questa volta si sporca le mani la moretta. Evviva!

blog-5-724x1024Dice bene l’autore che non si può stravolgere lo stereotipo di genere con un solo libro, raccontando una sola storia, ma da qualche parte bisognerà pur cominciare no? E “Fiabe in rosso” è un ottimo inizio. Tra le righe c’è lo “stop” alla violenza sulle donne, “stop” agli stereotipi ma c’è anche un grande e onesto messaggio per tutti: grandi e bambini, lettori e uditori,  che consiste nello spiegare che il finale di una storia lo possiamo scrivere anche noi, anche se la storia è quella della nostra vita. Soprattutto. 

Vi pare poco per una, anzi per “la” Tata Maschio? Io lo adoro. Il libro, lui, cioè lui/lei, le fiabe. Il rosso. Non vi svelo il perché del rosso, questo scopritelo da voi. Ma per Lorenzo Naia a tutto c’è un perché.

La casa editrice VerbaVolant, di Siracusa,  riserva oltre a Fiabe in Rosso, anche tante altre cose belle che potete scoprire sul sito www.verbavolantedizioni.it oppure chiedendo info a info@verbavolant.it.

Grazie Lorenzo e Roberta e continuate così.. a sognare in rosso.

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